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Pasti vegan a scuola: le Regioni si adeguino

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Ultimo aggiornamento

martedì 12 luglio 2016

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La LAV ha chiesto ai consiglieri regionali di Emilia Romagna e Veneto, due delle Regioni in cui sono segnalate più incongruenze rispetto all’opzione vegan nelle mense scolastiche, di presentare un’interrogazione alle rispettive Giunte.

La recente Nota della Direzione Generale per la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del Ministero della Salute  ricevuta come risposta a un’interrogazione della deputata Beatrice Brignone fatta presentare dalla nostra associazione, fa infatti riferimento anche a “Iniziative di Regioni che impropriamente sconsigliano la scelta vegetariana e vegana [..] e sono in contrasto con quanto stabilito dalle Linee Guida di Indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica sottoscritte sei anni fa anche da Regioni e Comuni, pubblicate in Gazzetta Ufficiale, che recitano testualmente: vanno assicurate anche adeguate sostituzioni di alimenti correlate a ragioni etico-religiose o culturali. Tali sostituzioni non richiedono certificazione medica, ma la semplice richiesta dei genitori".

Tre i consiglieri che hanno risposto finora. Si tratta del consigliere Bertani (Movimento 5 Stelle) che ha presentato l’atto alla Regione Emilia Romagna il 10 giugno scorso, chiedendo che la Regione la smetta di discriminare i genitori e i bambini che a scuola scelgono una dieta vegetariana o vegana. L’unica regola da rispettare, spiega il politico, dovrebbe essere quella di attuare le linee guida nazionali che non prevedono nessuna procedura di convalida per le richieste di diete senza prodotti di origine animale
In Veneto,  i consiglieri Zanoni (Pd) e Guarda (Lista Moretti), il 30 giugno hanno presentato un’interrogazione a risposta scritta spiegando che continuano ad arrivare loro segnalazioni da parte di genitori e della LAV, su richieste di certificati medici o altri intralci burocratici per chi vuole un menù senza ingredienti di origine animale. L’interrogazione è volta a sapere se l’assessore alla Sanità sia a conoscenza di questi impedimenti e perché intervenga “affinché i Servizi Igiene Alimenti e Nutrizione delle Ulss diano piena attuazione alle disposizioni ministeriali in materia di ristorazione scolastica”.

Claudia Squadroni