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Vivisezione: in salvo 49 topi del Mario Negri Sud. 1° sequestro in Italia da Istituto autorizzato

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Ultimo aggiornamento

giovedì 31 luglio 2014

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Per la prima volta in Italia viene effettuato un sequestro di animali destinati alla vivisezione, appartenenti a un Istituto di ricerca autorizzato dal Ministero della Salute.

Questa mattina 49 topi “da laboratorio” dell’Istituto Mario Negri Sud di Santa Maria Imbaro (Chieti) sono stati posti sotto sequestro preventivo dal Corpo Forestale dello Stato per ordine della Procura della Repubblica di Lanciano e affidati alla LAV, nominata custode giudiziario dalla Procura della Repubblica.

Lo scorso aprile, infatti, avevamo depositato una circostanziata denuncia per uccisione “non necessitata” di animali, reato sanzionato dall’articolo 544 bis del Codice Penale che prevede fino a due anni di reclusione e dallo stesso Decreto Legislativo 26-2014 sulla sperimentazione che prevede “il reinserimento degli animali in un habitat adeguato”.

Gli animali salvati sono i superstiti alla soppressione di un migliaio di loro simili, avvenuta lo scorso aprile da parte del Mario Negri Sud, Istituto che lo ha reso noto senza alcuna remora, dicendo pubblicamente che ciò era stato fatto per mancanza di fondi, visto lo stato di crisi economica del centro di ricerche.

Il sequestro giudiziario pone in salvo gli animali e li mette al riparo dal pericolo di altre violazioni delle leggi aldilà dello sdegno per l’uccisione degli altri topi, noi abbiamo operato giuridicamente facendo valere non l’elargizione di un favore nel prendere in carico questi animali ma il loro diritto a non essere uccisi in un laboratorio.

L’uccisione degli altri topi pone in evidenza l’esistenza di una inaccettabile prassi del sistema-vivisezione, tanto più grave perché esercitata all’interno di quello che  viene declamato come l’eccellenza degli Istituti di ricerca in Italia che professa, purtroppo solo a parole, il principio del ricorso ai metodi alternativi.

Ora stiamo provvedendo sotto controllo medico-veterinario al trasferimento dei topi presso una struttura idonea a garantire loro la vita e degna di essere vissuta, dove verranno custoditi ed accuditi sotto la nostra responsabilità. 

Per il futuro dei lavoratori dell’Istituto chiediamo la sua riconversione a Centro d’eccellenza sullo sviluppo dei metodi sostitutivi della vivisezione.

Barbara Paladini