Nel 2022 circa 70 mila cani sono entrati nei canili sanitari, e di questi solo circa 20 mila sono stati restituiti alle famiglie.
L’abbandono è un reato punito con l’arresto fino a un anno o con una ammenda fino a 10.000 euro e, grazie al nuovo Codice della Strada, la pena è aumentata di un terzo quando avviene su strada o nelle relative pertinenze. Inoltre, se il reato è commesso utilizzando un veicolo, è prevista anche la sospensione della patente di guida da sei mesi a un anno.
Ma non finisce qui: se l’animale abbandonato causa un incidente stradale con feriti o vittime, si applicano le pene per lesioni personali stradali o omicidio stradale. La reclusione va da tre mesi a un anno per lesioni gravi, da un anno a tre anni per lesioni gravissime e da due a sette anni in caso di decesso.
Eppure, ogni anno in Italia si stima che vengono abbandonati circa 80 mila gatti e 55 mila cani.
Si risponde all’entusiasmo di un momento o si decide di fare un dono speciale per il compleanno o una festività e – spesso - non si valutano con consapevolezza le conseguenze di un’azione poco ponderata. Arriva così in casa un animale che richiede attenzioni, cure, tempo. Con la stessa facilità con cui è stato accolto o regalato, il cane o il gatto può essere abbandonato o rifiutato. Le motivazioni? Le più variabili, dall’arrivo di un neonato ad un trasloco, al decesso di chi se ne prendeva cura.
Ma anche le vacanze estive, anche se l’abbandono non è un fenomeno stagionale ma un fenomeno che si verifica tutto l’anno malcelato dietro l’etichetta ritenuta più socialmente accettabile di “rinuncia di proprietà”.
Nel 2022 circa 70 mila cani sono entrati nei canili sanitari, e di questi solo circa 20 mila sono stati restituiti alle famiglie*.
Fino al 1991, gli animali
accalappiati venivano uccisi, dopo soli tre giorni di detenzione. La Legge
quadro per la prevenzione del randagismo (n.281/91), ne ha riconosciuto
il diritto alla vita.
Purtroppo, i principi ispiratori della legge non hanno trovato sufficiente attuazione pratica.
La costruzione di canili sanitari da parte delle amministrazioni locali è carente, i programmi di prevenzione delle nascite sono scarsi o assenti, così come le campagne di adozione e le iniziative di promozione di un corretto rapporto uomo/animale.
Negli anni c’è chi ha fatto della detenzione a vita dei randagi un affare.
In tutta Italia sono sorte strutture private dove gli animali creano profitto. Spesso si tratta dei canili lager, fatiscenti, con gli animali ammassati in gabbie anguste.
*dati randagismo Ministero della Salute, anno 2021
Cosa facciamo
Per prevenire e sconfiggere l’abbandono e il randagismo occorrono politiche e campagne che incoraggino la registrazione e l’identificazione e dei cani (e anche dei gatti) con il microchip.
LAV organizza periodicamente, in collaborazione con le Istituzioni locali e nazionali, iniziative di microchippatura gratuita come i Tour 4 zampe che cambiano la vita.
Ci adoperiamo per ottenere una nuova legge organica che introduca regole più chiare e precise per contrastare abbandono e randagismo e promuoviamo l’introduzione consapevole e responsabile dei cani e dei gatti in famiglia.
Operiamo costantemente perché i canili non siano prigioni a vita, ma stalli momentanei. Tutti gli animali, giovani o anziani, grandi o piccoli devono entrare in famiglia.
Cosa puoi fare tu?
Registra e identifica il tuo amico animale tramite il microchip.
Se assisti a un abbandono, denuncia alle forze dell'ordine i colpevoli del reato, raccogliendo anche tutti gli elementi per individuare i responsabili (numero di targa, etc..).
Adotta un cane o un gatto seguendo i nostri consigli per un’adozione responsabile e consapevole, per saperne di più clicca qui.
Non sai se ti segue o se lo segui.
Cani
Anche per i randagi che non trovano una famiglia c’è un’alternativa alla vita da reclusi, quella di diventare “cane libero accudito”.
Questa figura, prevista da leggi regionali di attuazione della Legge n. 281/91 e dalla Circolare n. 5 del 14 maggio 2001 del Ministero della Sanità, può essere istituita dal Sindaco, che è sempre primo responsabile del benessere di tutti gli animali presenti sul territorio comunale.
Il cane, microchippato e sterilizzato, viene affidato a un tutore e può tornare libero nel quartiere di provenienza. Questa soluzione garantisce agli animali una vita dignitosa e, rispetto alla detenzione a vita nei canili, rappresenta un risparmio per la collettività.
Gatti
Ovunque sono presenti gruppi di felini accuditi da volontari.
Il riconoscimento delle colonie feline (Legge 281/91) ha
rappresentato una formalizzazione importantissima che garantisce la tutela di
questi animali.
I gatti che vivono in libertà non possono infatti essere soppressi, a meno che non siano gravemente malati o incurabili, e devono essere sterilizzati dall’autorità sanitaria competente per territorio e poi riammessi nel loro gruppo.
Con un tesserino di riconoscimento e la partecipazione a corsi di formazione sulla gestione della colonia, alcuni Comuni, come Roma, ufficializzano il ruolo di chi si prende cura dei gatti, provvedendo al cibo e a monitorarne lo stato di salute.