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Mufloni del Giglio: condanniamo l’uccisione da parte del Parco dell’Arcipelago Toscano

Lo spostamento di 52 animali in oasi protette è la prova che l’alternativa al piombo c’era.

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 13 dicembre 2023

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Violato senza avvisarci l'accordo su sospensione delle uccisioni

Il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano qualche giorno fa ha diffuso un comunicato stampa per informare della conclusione delle operazioni della cosiddetta eradicazione, ovvero l’uccisione degli ultimi mufloni sull’isola del Giglio.

Questi animali sono stati cancellati dall’isola perché, a detta del parco e purtroppo con il parere positivo dell’ISPRA, sarebbero non originari del Giglio e provocherebbero perciò danni al rinnovamento forestale che sono stati negli anni quantificati come del tutto trascurabili.

Nel 2019 il Parco aveva avviato il progetto LIFE LETSGO GIGLIO che prevedeva la scomparsa forzata dei mufloni esclusivamente attraverso l’uccisione degli animali finanziata tramite l’impiego di fondi pubblici europei e nazionali.

Ma a novembre 2021, dopo le proteste sollevatesi sull’isola e nel resto d’Italia, LAV e WWF erano riuscite a sottoscrivere un accordo con il Presidente del Parco, per sospendere le uccisioni dei mufloni all’interno dell’area parco (la specie è purtroppo cacciabile in tutta Italia esclusa la Sardegna dove è giustamente specie protetta) sostituendole con catture e traslocazioni degli animali in aree sottoposte a divieto di caccia. Accordo che ha consentito di salvare la vita a più di una cinquantina di animali che ora vivono in alcune oasi protette in Toscana.

Per poter facilitare la cattura degli animali, LAV aveva proposto anche il ricorso all’uso della telenarcosi, incaricando due veterinari per la verifica della fattibilità. Un’attività che richiedeva tempi necessariamente lunghi sia per la progettazione, sia per la successiva fase esecutiva. Tempi a quanto pare giudicati troppo lunghi dal Parco che ha quindi deciso di riprendere improvvisamente e unilateralmente le uccisioni dei mufloni all’interno dell’area, senza neppure premurarsi di avvisare i firmatari dell’accordo sullo stop alle uccisioni, con le quali vigeva un accordo.

Evidentemente il Parco aveva la necessità di chiudere il progetto nei tempi stabiliti – entro il prossimo 31 dicembre - per ottenere i preziosi finanziamenti pubblici e poter di conseguenza sbandierare ai quattro venti la conclusione della “eradicazione” dei mufloni dal Giglio.

Siamo stati sempre stata ovviamente contraria all’uccisione anche di un solo muflone, per questo motivo avevamo sottoscritto assieme al Wwf un accordo con il Parco prendendocene in carico alcuni che ora vivono nel centro di recupero di Semproniano, la violazione dell’accordo è di esclusiva responsabilità del Parco ed è stato un gesto unilaterale e grave Massimo Vitturi, responsabile Animali Selvatici

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