Necessario entrare nel merito del rispetto della normativa vigente.
In riferimento alle dichiarazioni rilasciate dal Sindaco di Legnano, Lorenzo Radice, in merito all’interpretazione e applicazione del DPCM pubblicato il 20 marzo 2025, riteniamo necessario replicare evidenziando alcune incongruenze di rilievo.
Il Sindaco ha affermato di non aver richiesto alcuna deroga per l’edizione 2025 del Palio, sostenendo che lo svolgimento della manifestazione sarebbe legittimo in virtù della norma transitoria prevista dallo stesso DPCM, che consente di applicare l’ordinanza in vigore precedentemente nei casi in cui l’istanza di autorizzazione sia stata presentata prima della pubblicazione del decreto.
Tuttavia, da quanto ci risulta, sarebbe stata presentata dal Comune prima del DPCM unicamente un’istanza relativa alla pista sulla quale si svolgono le corse di addestramento. Gli incontri con i Ministeri si sarebbero tenuti dopo, elemento che sembra smentire l’esistenza di una richiesta formale preesistente per l’autorizzazione della manifestazione in sé.
Le dichiarazioni rese pubblicamente nel mese di marzo, e riportate dalla stampa, sembrano andare in senso opposto rispetto a quanto affermato dal Sindaco.
Il quotidiano Sempione News, ad esempio, riporta che “una delegazione, composta dal sindaco Lorenzo Radice, dall’assessore con delega al Palio Guido Bragato e da un componente del Collegio dei Capitani, si è recata nei giorni scorsi a Roma per un incontro in cui si è fatta richiesta di una deroga per l’anno in corso”.
Ora il Sindaco afferma anche che, a partire dal 2026, il Palio di Legnano si adeguerà al divieto previsto dal DPCM di utilizzare in gara cavalli purosangue. Ma se davvero vi fosse stata volontà di rispettare la norma, non si sarebbero cercate scorciatoie per consentire la corsa del 2025 senza il rispetto del DPCM.
Appare dunque necessario, nell’interesse della chiarezza e del rispetto della normativa vigente, rivolgerci formalmente ai Ministeri competenti – Salute, Agricoltura e Sport – affinché ci venga fornita copia dell’eventuale deroga concessa, come inizialmente fatto intendere in dichiarazioni pubbliche; oppure, alla luce della più recente ricostruzione da parte del Sindaco, copia dell’istanza che dimostrerebbe l’avvenuta richiesta di autorizzazione per lo svolgimento della manifestazione prima dell’entrata in vigore del DPCM.
Faremo richiesta di accesso agli atti per conoscere eventuali provvedimenti espressi di deroga e siamo pronti ad impugnare eventuali provvedimenti illegittimi continueremo a monitorare la situazione con attenzione, riservandoci ogni iniziativa necessaria a tutela della legalità.