Ogni anno in Italia sono macellati oltre 300 mila agnelli solo a ridosso delle festività pasquali.
Animali in tenera età – solo un mese di vita - che vengono strappati alla madre e trasportati in camion sovraffollati, anche per lunghe distanze, dove spesso gli agnellini, troppo piccoli, non riescono a raggiungere i punti di abbeveraggio.
Chi tra questi piccoli sopravvive ai viaggi infernali, terrorizzato e ancora in cerca della madre, viene ucciso al macello.
Ucciso per il consumo di carne che, soprattutto nel periodo pasquale, è considerato una tradizione, l'animale soffre in modo indicibile in ogni fase: dalla nascita all'uccisione. In alcuni casi, per motivi religiosi l'animale (in particolare agnelli e bovini) viene ucciso senza stordimento. L'estrema crudeltà è dai più giustificata da motivi religiosi e spesso la macellazione avviene anche in modo clandestino.
Ma quanto c'è di religioso nell'uccidere un cucciolo innocente?
Il documentario “Christspiracy”, dal 14 aprile nelle sale anche in Italia, è un coraggioso viaggio storico per indagare le connessioni tra il mondo animale e quello religioso, svelando anche le contraddizioni di quest'ultimo.
I registi si pongono la domanda se vi è un modo spirituale per uccidere e, dopo 7 anni di inchiesta, la conclusione sembra essere quella che vede Gesù non aver mai ucciso gli animali, ma, anzi, volere la fine del loro sfruttamento nel Tempio.
Nei Vangeli e nell'insegnamento di Gesù, infatti, non si riscontra alcuna enfasi sui sacrifici rituali, così ricorrenti invece nell'Antico Testamento.
L'Agnello, in realtà, era Cristo stesso e, già nel concilio di Laodicea, in occasione della discussione sulla Pasqua, venne affermato che il sacrificio vero era stato compiuto una volta per tutte con Cristo.
Con il sacrificio di Cristo, quello dell'agnello aveva ormai perso ogni significato.
Una versione ribadita anche da Papa Benedetto XVI nel 2007: “Il gesto nostalgico, in qualche modo privo di efficacia, che era l'immolazione dell'innocente ed immacolato agnello, ha trovato risposta in Colui che per noi è diventato insieme Agnello e Tempio”.
In ogni caso, sia nel periodo pasquale, che tutto l'anno, la loro sofferenza è indubbia.
Sono esseri senzienti che vivono in condizioni igienico sanitarie precarie e innaturali, inseminati artificialmente, mutilati, trattati come oggetti e caricati in camion sovraffollati, il più delle volte destinati al macello, cuccioli strappati alle proprie madri per essere uccisi poco dopo.
Le nostre scelte, invece, possono essere messe in discussione e attualizzate alla luce delle informazioni che riceviamo e delle nuove consapevolezze che acquisiamo.
La scelta inizia dal piatto e ognuno di noi può fare la differenza, decidendo di non nutrirsi di sofferenza animale e di non finanziare il comparto allevatoriale, insostenibile e crudele.
A Pasqua e tutto l'anno.
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