È una vergogna! Votata in via definitiva la proroga. È il terzo rinvio in due anni e mezzo.
Con 56 favorevoli, 47 contrari, 0 astenuti il Senato oggi ha votato un nuovo slittamento – dal 18 agosto 2025 al 31 dicembre 2026 – della dismissione dell'uso degli animali nei circhi italiani. Continuano a farci rimanere nel passato, è una vergogna!
Si è infatti concluso il primo pronunciamento parlamentare sul Disegno di Legge per le proroghe in materia di spettacolo, con il voto dell'Aula del Senato che ha detto Sì a maggioranza a un nuovo slittamento del termine per l'esercizio delle deleghe previste dalla Legge 106/2022. Tra le conseguenze più gravi figura il rinvio della dismissione dell'uso di animali nei circhi italiani e il rilancio dello spettacolo circense umano, anche per arrestare la continua emorragia del pubblico come attestato anche dal recentissimo Rapporto della SIAE.
Dopo le precedenti proroghe che hanno annullato le precedenti date del 18 febbraio 2023 e del 18 agosto 2024, ecco che il Ministro della Cultura Giuli e il suo Sottosegretario Mazzi perdono volutamente e nuovamente l'occasione di avviare un cambiamento sociale, culturale ed etico, tradendo le aspettative di cittadini, associazioni, istituzioni locali e rappresentanze dei veterinari che da anni chiedono la fine di una pratica obsoleta, crudele e sempre più inaccettabile.
Con questa decisione, l'Italia rimane indietro rispetto a oltre 50 Paesi nel mondo che hanno già legiferato contro l'uso di animali nei circhi, scegliendo una forma di spettacolo fondata sull'arte e non sulla sofferenza. Sotto i tendoni, infatti, gli animali continuano a subire condizioni di vita innaturali, addestramenti coercitivi e privazioni che li trasformano in strumenti di intrattenimento, in aperto contrasto con i principi di tutela sanciti dalla nostra prima parte della Costituzione.
L'ennesimo rinvio che rappresenta una continuazione della condanna per oltre 2.000 animali ancora oggi costretti a esibirsi in numeri basati su paura e coercizione. Un minuto di applausi da parte del pubblico, sempre in decremento corrispondono ad una vita intera di prigionia per gli animali sfruttati nei circhi, i cui diritti saranno calpestati per un altro anno e mezzo.