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Cacciatori, vittime innocenti e responsabilità politiche: ora basta!

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Ultimo aggiornamento

domenica 30 settembre 2018

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Migliaia di animali uccisi e due fatti di una gravità inaudita, questo il resoconto di una domenica di ordinaria follia venatoria. In provincia di Brescia i cacciatori sparano alle persone che partecipano alla ricerca di una bambina scomparsa, mentre nelle stesse ore in provincia di Imperia un cacciatore uccide un ragazzo che passeggia in compagnia del suo cane, sostenendo di averlo scambiato per un cinghiale.

L’uccisione per mano di un cacciatore di Nathan Labolani è un gravissimo omicidio che ha spezzato per sempre la vita di un ragazzo. Una tragedia annunciata da numerosi altri eventi sanguinari che continuiamo a subire per mani armate di cacciatori, puntualmente censiti dall’Associazione Vittime della Caccia: dal 1 al 30 settembre, sono 17 le persone impallinate dai fucili da caccia, ovvero 4 morti e 13 feriti. E sono ben 114 le vittime umane della caccia, di cui 30 morti nella sola passata stagione 2017/18, tra cacciatori e persone estranee all’attività venatoria.

Anche le responsabilità politiche sono evidenti: Nathan è stato scambiato per un cinghiale perché la caccia al cinghiale è stata anticipata di due settimane in Liguria. Sarebbe ancora vivo se il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti non avesse firmato questo anticipo, peraltro illegittimo, attuato nonostante il parere scientifico contrario dell’ISPRA, con un TAR che colpevolmente non si è ancora espresso in merito al ricorso che noi della LAV e altre associazioni abbiamo presentato.

Per evitare nuovi incidenti, chiediamo al Ministro degli Interni Salvini, a proposito di vera sicurezza, un Decreto urgente per fermare la caccia almeno di sabato e di domenica: la sicurezza di tutti i cittadini deve essere garantita tanto nella legittima proprietà privata, quanto in un bosco. Invitiamo il vice Presidente Di Maio e il Ministro dell’Ambiente Costa a sostenere questa proposta.

La caccia è un abominio e per questo deve essere abolita, firma la petizione #BASTASPARARE.