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Beagle alla Aptuit di Verona: LAV al lavoro su piu' fronti per salvarli

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Ultimo aggiornamento

martedì 28 settembre 2021

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Sul caso Aptuit, che i primi di settembre ha visto l'arrivo di 20 cani Beagle dalla Francia destinati alla sperimentazione negli stabilimenti della Aptuit di Verona, la LAV sta lavorando anche col difficile compito di raccogliere informazioni sugli esperimenti condotti dal colosso farmaceutico, in un ambito – quello della vivisezione – ancora caratterizzato da tanta segretezza.

Lo stiamo facendo, al di là delle manifestazioni di piazza, anche impegnando le Istituzioni. Ad esempio con il Comune di Verona, a cui abbiamo chiesto chiarimenti sulla sorte dei cani utilizzati negli esperimenti. Il Decreto Legislativo 26/2014 prevede infatti che, alla fine della procedura sperimentale, gli animali non possano essere soppressi se non per specifiche motivazioni.

Ricordiamo che proprio il Regolamento per la tutela degli animali di Verona prevede che “Il Comune, autorità competente ai sensi dell’articolo 4 comma 1 e per gli effetti dell’articolo 4 comma 2 del Decreto Legislativo 4 marzo 2014 n.26 ‘Attuazione della direttiva 2010/63/UE sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici’, autorizza, sospende, revoca l’autorizzazione agli stabilimenti di allevamento e di fornitura degli animali a fini sperimentali a seguito di attività ispettiva ai sensi degli articoli 20, 21 e 30 del Decreto Legislativo citato” (art. 18 bis comma 1). E che, sempre nello stesso articolo del Regolamento, il Comune si propone di farsi “parte attiva affinché nell’ambito del suo contesto territoriale le attività che prevedono l’utilizzo di animali a scopi sperimentali avvengano con tutte le garanzie e le tutele previste dalla normativa vigente” (comma 3).

Ci domandiamo se Aptuit segua correttamente le disposizioni di Legge che prevedrebbero, ad esempio, la possibilità di cedere ad associazioni richiedenti i cani già utilizzati e non più “necessari” per gli esperimenti. Come è successo per i macachi delle Università di Modena, Padova e Verona che, dopo una vita nella gabbia di uno stabulario, grazie a LAV vivono al sicuro lontani dai laboratori.

Anche su questo ultimo aspetto interviene il Regolamento comunale, stabilendo che “il Comune incoraggia le attività previste dalla normativa di 'liberazione e reinserimento degli animali utilizzati o destinati a essere utilizzati nelle procedure di sperimentazione' e a tal fine può avvalersi anche del supporto di associazioni di protezione degli animali” (comma 2). 

Noi continueremo a provare tutte le strade possibili per salvare quegli animali.