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Alla Corte di Giustizia Europea demolita la legge “ammazzalupi” di Bolzano

La Provincia di Bolzano cancelli la sua assurda Legge “ammazzalupi” e obblighi gli allevatori a dotarsi degli strumenti che aiutano a prevenire le predazioni.

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Ultimo aggiornamento

martedì 23 gennaio 2024

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Animali selvatici

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È necessario investire sulla prevenzione e sulla convivenza

Il 18 gennaio scorso l’Avvocato Generale della Corte di Giustizia Europea ha depositato le sue conclusioni su un caso che riguarda la condanna a morte di un lupo, da parte del governo tirolese in Austria, perché accusato di avere predato alcune pecore.

In Tirolo la legislazione locale prevede alcuni criteri generali per individuare i pascoli dove non possono essere adottate misure di protezione degli animali negli allevamenti. In tali aree viene quindi consentita l’uccisione aprioristica dei lupi, senza neppure valutare se sia possibile ricorrere a sistemi di prevenzione delle predazioni.

Identica situazione si verifica anche in provincia di Bolzano dove gli amministratori locali hanno sostanzialmente copiato le norme tirolesi approvando la cosiddetta legge “ammazzalupi” che consente l’uccisione dei lupi nelle “zone pascolive protette” che rappresentano il 98% delle malghe della provincia.

Ma come accadeva anche alle scuole elementari, la provincia di Bolzano ha copiato il compito sbagliato. Infatti l’Avvocato Generale della Corte di Giustizia Europea, ha affermato che l’impianto normativo tirolese, al quale sembra essersi ispirata la provincia di Bolzano, si traduce in un “permesso in bianco per l’abbattimento di qualsiasi lupo”, evidenziando la correlata violazione dell’articolo 16 della Direttiva Habitat che riguarda la possibilità di derogare al regime di rigorosa tutela del lupo.

La Provincia di Bolzano prenda quindi atto del fallimento della sua politica che prevede l’uccisione dei lupi sul 98% del terreno destinato alle malghe e cancelli la sua assurda Legge “ammazzalupi” e obblighi finalmente gli allevatori a dotarsi degli strumenti che aiutano a prevenire le predazioni. Massimo Vitturi, Responsabile LAV Animali Selvatici

Le parole dell’Avvocato Generale della Corte di Giustizia Europea non lasciano spazio alle interpretazioni: “la coesistenza impone alcuni adeguamenti e costi correlati, che anche gli allevatori alpini devono sopportare”.

Ora la nuova Giunta Provinciale non può fare altro che prendere atto del fallimento di chi li ha preceduti, non c’è più spazio per sanguinari provvedimenti di una politica “acchiappa like”, è necessario investire sulla prevenzione e sulla convivenza. LAV