Una magra vittoria che ci permetterà di continuare a lavorare per promuovere la transizione alimentare.
Ieri si è tenuto il trilogo tra Consiglio, Parlamento e Commissione europee sul regolamento del mercato agricolo, il cui esito è stato fallimentare anche per il mancato accordo sul veto “veggie burger”.
La proposta di vietare l’utilizzo di termini “meat sounding” non è dunque riuscita a ottenere un sostegno sufficiente dagli altri negoziatori del Parlamento per presentare una nuova controfferta.
Infatti, tra gli Stati che si sono espressi sull’insensato tentativo di interdizione dei termini “meat-sounding” per i prodotti vegetali, tanto caro ai sostenitori della zootecnia, la Danimarca ha chiarito di non avere il mandato per aderire alla proposta dell'eurodeputata Céline Imart (promotrice del divieto) di riservare termini come “hamburger” e “salsiccia” ai soli prodotti di origine animale.
Inoltre, l'anno scorso, la Corte di Giustizia Europea ha stabilito che nessuno Stato membro può vietare alle aziende di utilizzare questi termini sulle etichette dei prodotti vegani, avvertendo che ciò potrebbe creare ulteriore confusione nei consumatori.
Come sancito già da LAV in diverse occasioni, queste battaglie contro le denominazioni dei prodotti vegetali sono funzionali unicamente a tutelare l’industria zootecnica, che ogni anno imprigiona e uccide miliardi di animali. Citando le parole pronunciate da Manfred Weber, capo dello stesso PPE: “Le persone non sono stupide, i consumatori non sono stupidi quando vanno al supermercato e acquistano i loro prodotti».
Numerosi sono gli studi che mostrano come la diffusione dei prodotti vegetali nasca da una sempre maggiore consapevolezza dei consumatori e non da etichette fuorvianti; piuttosto i veri packaging che creano confusione sono quelli di prodotti di origine animale, su cui sono rappresentati animali liberi e felici, nascondendo una realtà ben diversa.
Questa è una vittoria incompleta, che tuttavia permette di poter continuare il lavoro a supporto della transizione alimentare, la presidenza di Cipro riprenderà infatti i negoziati nel nuovo anno.