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Corte dei conti Ue: 100 miliardi per clima=0 calo emissioni. Fallimento PAC!

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Ultimo aggiornamento

domenica 11 luglio 2021

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In un recentissimo report la Corte dei conti europea ha esaminato le pratiche per la mitigazione dei cambiamenti climatici sostenute dalla PAC nel periodo 2014-2020. La conclusione è stata che l’allevamento rappresenta circa il 50% delle emissioni dell’agricoltura in UE e che dal 2010 l’ammontare non è calato, nonostante i massicci stanziamenti economici per affrontare il problema. La quota di emissioni aumenta ulteriormente con le emissioni connesse alla produzione di mangimi (comprese le importazioni). 

La PAC finora non ha operato per limitare il numero di animali allevati, né fornisce incentivi per una loro riduzione, al contrario finanzia in modo cospicuo la promozione degli alimenti di origine animale contribuendo a mantenere le emissioni di gas a effetto serra.  

E le prospettive per il futuro non lasciano intuire alcun cambiamento. Il 28 giugno è stato raggiunto un accordo politico sui principali punti della nuova PAC – il cui testo è già validato dal Consiglio AGRIFISH. In autunno sarà sottoposto al voto della Commissione AGRI e della Plenaria del Parlamento europeo e poi all'ok finale da parte del Consiglio. 

La politica agricola per il periodo 2021-2027 disporrà di una dotazione di circa 387 miliardi: il panorama dei destinatari sembra proprio lo stesso della precedente tornata 2014-2020, se non peggio.  

Eppure, la situazione rilevata anche dalla Corte dei conti europea denuncia l’insostenibilità del sistema alimentare basato sui derivati animali, l’urgenza di individuare risposte concrete e efficaci all’allarme climatico e di favorire al massimo la sostenibilità e riconversione delle filiere zootecniche. 

La produzione e consumo di carne, latte e uova genera danni ambientali e sanitari i cui costi nascosti - come dimostrato dalla ricerca #CarissimaCarne - vengono pagati indirettamente da ogni persona. L’inevitabile e necessaria transizione alimentare deve essere messa in atto dalle istituzioni nell’ambito di una riforma strutturale della produzione agroalimentare e delle politiche che la sostengono.

La cessazione immediata dei finanziamenti alle campagne di promozione di alimenti di origine animale e il progressivo annullamento dei sussidi alla zootecnia, insieme all’implementazione rapida di politiche di sostegno della massima diffusione delle proteine vegetali, a sostituzione di quelle animali, così distruttive per il clima e per il Pianeta, sono le soluzioni che LAV intravede, in un momento storico così critico e difficile.

Paola Segurini
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