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Covid-19: i Centri di Recupero e i loro animali hanno bisogno del tuo aiuto

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Ultimo aggiornamento

martedì 21 aprile 2020

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L'emergenza COVID-19 minaccia la sopravvivenza di migliaia di animali ospitati nei Centri di Recupero e nei Santuari europei.

Eurogroup for Animals, coalizione UE di cui LAV fa parte, fa appello alla generosità dei cittadini per aiutarli a superare la crisi. Sono decine le strutture di recupero di animali selvatici in Europa, che operano grazie alla generosità dei donatori e, in alcuni casi, ai biglietti venduti ai visitatori. Le restrizioni imposte dall’emergenza causata dalla diffusione di COVID-19 adottate nei Paesi europei, però, impediscono l’ingresso dei visitatori e sul lungo periodo, a causa delle conseguenze economiche nei Paesi colpiti, e delle ripercussioni sui risparmi delle persone, potrebbe venir meno anche il contributo fondamentale delle donazioni. 

L’emergenza causata dal COVID-19 rappresenta una vera sfida per tutti i centri di recupero, e noi stiamo facendo del nostro meglio per garantire una gestione ottimale degli animali che ospitiamo presso il CRASE di Semproniano (Grosseto), ma in questa situazione di generale incertezza, pesa il problema dei finanziamenti, frutto di una atavica grave carenza di sostegno economico pubblico da parte delle Istituzioni. I centri di recupero svolgono un ruolo di pubblica utilità e nonostante questo preziosissimo compito che permette a decine di migliaia di animali di vivere una vita lontana dallo sfruttamento o da pericoli, non sono mai stati oggetto di concreto sostegno da parte delle Istituzioni pubbliche che, da un lato, non aiutano queste strutture e dall’altro affidano a questi centri lo svolgimento di compiti che altrimenti ricadrebbero sullo Stato, data la natura pubblica del servizio.

I Centri di Recupero e i Santuari offrono una vita migliore ad animali che hanno sofferto in giardini zoologici scadenti, che sono stati crudelmente sfruttati nei circhi o abbandonati da proprietari privati, o che sono stati confiscati da commercianti illegali e senza scrupoli. Molte strutture partecipano direttamente alla confisca degli animali e al loro successivo trasferimento presso il centro di recupero, spesso oltre i confini nazionali. Una volta che un animale è in carico a una struttura, entrano in gioco costi significativi tra cui cibo, personale veterinario e di gestione, medicinali, cure veterinarie, costruzione, manutenzione e riscaldamento dei ricoveri. 

La pandemia si è solo aggiunta a una situazione già difficile in cui le strutture per gli animali selvatici sequestrati, confiscati o ceduti, erano gravemente limitate e i centri di soccorso soffrivano di una mancanza cronica di considerazione e di finanziamenti, durante la crisi COVID-19, Governo, Autorità locali e Società civile sembrano impegnati ad aiutare solo i circhi e gli zoo, che sfruttano e traggono profitto dagli animali, dimenticandosi di chi si fa carico del recupero e della sopravvivenza degli animali salvati da situazioni di disagio e maltrattamenti. 

In Italia, LAV è in prima linea per garantire la salvezza di centinaia di animali accolti nel Centro di Recupero di Semproniano, in Maremma: si tratta di animali confiscati che hanno alle spalle storie difficili di maltrattamenti, sperimentazione o traffici illegali, come le bertucce del progetto Born to be Wild contro il traffico di cui è ritratto nella foto Calogero. Ci prendiamo cura di loro ogni giorno: puoi sostenerci adottando a distanza uno degli animali di cui ci prendiamo cura presso il CRASE di Semproniano, scopri come su Adozioni a distanza

LAV,  Eurogroup for Animals e EARS (l'Alleanza europea dei centri di recupero e dei santuari) chiedono il sostegno dei cittadini anche in questo momento così difficile: questi animali ne hanno già avuto abbastanza, ora hanno bisogno dell’aiuto di ognuno di noi, per superare la crisi COVID-19.