Il suo non è un metodo di riabilitazione dei cani, è maltrattamento. Chiederemo controlli alle autorità preposte a tutela degli animali coinvolti.
Collari elettrici, collari a strangolo con le punte, soffocamenti, coercizione e violenza: questo è quello che emerge dai video di Dog Daddy, pseudonimo di Augusto Deoliveira, sedicente “addestratore” di cani di origini brasiliane e residente a Los Angeles, diventato famoso sui social network, dove ha milioni di follower, condividendo video dove mostra cani con comportamenti aggressivi diventare improvvisamente tranquilli dopo un’ora di seduta con lui. Tuttavia, non serve essere esperti di cinofilia per capire cosa fa realmente Deoliveira e che la trasformazione dei cani non è dovuta alle sue capacità.
Chiunque sia dotato di un minimo di spirito critico, sensibilità ed empatia si rende immediatamente conto che gli sfortunati cani protagonisti dei video non sono altro che cani gravemente maltrattati, portati quasi all’asfissia attraverso l’uso di collari a strozzo che arrivano letteralmente a impiccarli.
Si tratta di cani sui quali si agisce con violenza e coercizione, facendo leva sulla paura.
Deoliveira non è, purtroppo, né il primo né l’ultimo che si nasconde dietro l’etichetta di salvatore dei cani irrecuperabili per praticare violenza e trarne guadagno. Il suo personaggio, con un look improbabile e missioni impossibili da risolvere, è un prodotto di marketing che trae il suo successo dall’errata percezione, ancora ampiamente diffusa, che il cane problematico sia un oggetto da “aggiustare” in tempi brevi.
Questo tipo di violenza non porta alcun tipo di risultato sulla scomparsa di comportamenti aggressivi, anzi, aumenta i livelli di stress, di paura e causa traumi a lungo termine.
Oltre ai follower, Deoliveira ha attirato anche molte critiche ed è stato pesantemente contestato per i comportamenti mostrati verso i cani in alcuni video.
All’avvio del tour mondiale, si sono moltiplicate le petizioni per chiedere che i suoi “show” venissero vietati, e sono stati in molti a lanciare l’allarme contro i suoi metodi, come a Londra, dove l’associazione RSPCA (Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals) ha preso posizione ricordando la normativa inglese a tutela del benessere degli animali.
Anche in Italia, dove Deoliveira dovrebbe arrivare il 16 settembre con un evento previsto a Roma in una location al momento sconosciuta, è stata lanciata una petizione popolare contro di lui che ha già raccolto 12 mila firme-
LAV ha già da tempo alzato l’attenzione sulla necessità di distinguere tra violenza e percorsi educativi e riabilitativi per cani, schierandosi anche legalmente contro chi ha compiuto degli abusi: . Ecco perché riteniamo sempre più urgente un testo unico che regolamenti il settore delle professioni cinofile per mettere ordine nella confusione attuale che consente a chiunque di vessare i cani fisicamente e psicologicamente con la scusa di educarli o riabilitarli.
Il vuoto normativo attuale non giustifica però alcun maltrattamento, ecco perché quanto fa Deoliveira nei suoi video deve essere interrotto e punito in quanto tale.