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Food System Summit ONU e sostenibilita': pericolo influenza lobby della zootecnia

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 22 settembre 2021

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Dopo il pre-vertice di luglio a Roma, oggi le Nazioni Unite ospitano il primo vertice globale sui sistemi alimentari concepito per porre le basi per una trasformazione che raggiunga gli obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2030. La situazione è complessa, anche perché appare evidente che le potenti lobby dell’agribusiness rivestono un ruolo forte nei negoziati che vogliono ridisegnare il sistema alimentare globale.

Per assicurare un futuro al nostro Pianeta, il paradigma di produzione e consumo alimentare, fortemente sbilanciato verso prodotti di origine animale, deve essere completamente rivisto.

La popolazione cresce e gli standard di consumo attuali sono sempre più insostenibili, causa ed effetto di una produzione distruttiva per il Pianeta e per l’economia stessa.

I sussidi alla zootecnia

Come ha rilevato un recentissimo rapporto ONU (FAO; UNDP E UN ENVIRONMENT PROGRAM), citato da The Guardian’, a livello globale quasi il 90% dei 540 miliardi di dollari in sussidi dati agli agricoltori ogni anno sono dannosi, in quanto danneggiano la salute delle persone, alimentano la crisi climatica, distruggono la natura e guidano le disuguaglianze escludendo i piccoli agricoltori, molti dei quali sono donne.
E sono le maggiori fonti di emissioni di gas serra, come la carne di manzo e il latte, che hanno ricevuto i sussidi più consistenti, secondo il rapporto.

Come sappiamo, sono i grandi attori dell’industria zootecnica a trovarsi nella posizione migliore per ottener l'accesso ai sussidi.

L'impatto dell'allevamento

In sostanza, la strada per il cambiamento è ripida e ostacolata dai poteri ‘forti’. Eppure, un autorevole studio pubblicato nei giorni scorsi su Nature Food ha stimato con cura le principali emissioni di gas serra del sistema alimentare, anche in tutti i sottosettori legati al cibo, come il cambiamento di uso del suolo e le attività agricole, su scala locale, regionale e globale.

La produzione globale di cibo è responsabile, rileva lo studio, di un terzo di tutti i gas climalteranti emessi dall'attività umana, e la zootecnia causa il doppio dell’impatto rispetto alla produzione di alimenti a base vegetale. La popolazione globale è quadruplicata nell'ultimo secolo e le Nazioni Unite prevedono che la produzione di vegetali e l’allevamento di animali dovranno aumentare del 70% entro il 2050, rispetto al 2009, per soddisfare la crescente domanda alimentare, se un cambiamento drastico non sarà raggiunto.

Il conto è presto fatto, almeno per noi. Sperando che i negoziatori tengano conto di risultati degli ormai innumerevoli studi e giungano ad una soluzione che tenga conto della realtà. Come anche devono fare i nostri politici.