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Giornata della Biodiversita'. Per arrestarne la perdita, cominciamo dal consumo di carne: cambiamo menu'

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Ultimo aggiornamento

giovedì 19 maggio 2022

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La Giornata Mondiale della Biodiversità di quest’anno ha come sottotitolo “Costruire un futuro condiviso per tutte le forme di vita”.

Come garantire quel futuro? Devastazione degli habitat, diboscamento scellerato, deforestazione sistematica, desertificazione inevitabile: l'invasione umana ha cancellato e cancella interi ecosistemi, apre a nuovi spillover e agenti patogeni, a zoonosi mai viste prima, a epidemie che possono diventare pandemie.

Lo abbiamo visto nel passato, lo vediamo ancora con il Covid-19 e speriamo di non rivederlo con il vaiolo delle Scimmie, di cui leggiamo in questi ultimi giorni. I redattori del rapporto IPBES su pandemie e biodiversità stimano infatti in 1.7 milioni i virus non ancora scoperti in mammiferi e uccelli e ritengono 850.000 di essi in grado di infettare l’uomo.

Nell’ultimo secolo, l’aumento esponenziale dei consumi e del commercio, guidato dalla domanda dei paesi occidentali e delle economie emergenti, ha intaccato brutalmente la natura, modificandola a fini di profitto. Si sono cancellati foreste, prati e altri ambienti per farne pascoli, per coltivare vegetali per mangimi, per allevare miliardi di animali terrestri e acquatici, come se il Pianeta fosse infinito e insensibile a danni perpetrati con inossidabile costanza.

Oggi tiriamo le somme. Vediamo i risultati. E ci rendiamo conto che se vogliamo contenere la catastrofe ecologica e sanitaria dobbiamo agire in fretta. La perdita di biodiversità si argina anche tramite le nostre scelte alimentari quotidiane. E il rischio di pandemie può essere notevolmente ridotto non deturpando gli habitat e non favorendo le zoonosi, anticipandone così l’emergere piuttosto che controllarle quando scoppiano.

Sono necessarie e urgenti politiche nazionali e globali che guidino comportamenti davvero responsabili e sostenibili, che conducano ad un rapido e sensibile calo del consumo di carne e di alimenti di origine animale e che favoriscano e facilitino produzione, diffusione e consumo di cibi 100% vegetali, infinitamente meno impattanti sul Pianeta e su tutte le forme di vita.

La costruzione di quel futuro condiviso parte dai nostri piatti: sta alle istituzioni, ma anche a noi, decidere se sarà una realtà concreta o un mero sogno naïf.