Home | Notizie | Vaiolo delle scimmie: una nuova zoonosi nell'era delle pandemie?

Vaiolo delle scimmie: una nuova zoonosi nell'era delle pandemie?

Leggi l'articolo

Ultimo aggiornamento

giovedì 19 maggio 2022
Foto di AP

Condividi

LAV: la legge di divieto degli animali esotici acquista sempre più carattere di urgenza e necessità

È di ieri (19/03/2022) la notizia che sono stati accertati i primi tre casi di “vaiolo delle scimmie” (una delle quattro varianti esistenti di orthopoxvirus che possono causare infezione negli esseri umani) in Italia. Da qualche settimana si parlava di un aumento dei casi in Europa, ad oggi con 20 nel Regno Unito, 30 in Spagna e altri casi in altri Paesi. Il vaiolo delle scimmie è una zoonosi che, nel suo stato naturale, colpisce soprattutto i roditori (scoiattoli, ratti, topi) e può essere trasmesso a primati (sia scimmie, soprattutto del genere Macaca che umani). Nel 2003 ci furono vari casi negli Stati Uniti, legati al contatto delle persone infette con dei cani della prateria, animale oggi consentito e detenuto in molte case degli italiani. Tutt’oggi in Africa occidentale, la mortalità del vaiolo delle scimmie è del 10% circa (per il covid, a livello globale è del 1,19% di decessi su contagiati accertati). 

Siamo nell’Era delle Pandemie (David Quammen, Spillover, 2012), dove i 2/3 di queste (passate, presenti e previste) sono di origine zoonotica; l’unica arma nelle nostre mani è la prevenzione e l’adozione di un reale ed effettivo approccio One Health, ovvero di considerare la salute degli animali come strettamente connessa alla nostra, e quindi la non considerazione di animali come meri oggetti, merci da produrre, acquistare, collezionare. Oggi in Italia siamo ad un passo da un decreto legislativo attuativo di divieti e regolamentazioni nel commercio, nella detenzione e nell’allevamento di animali selvatici ed esotici, che va nella direzione giusta, che costruisce i presupposti per NON TORNARE COME PRIMA. Ovvero prima di quando la maggior parte di noi ignorava questo legame, e quando le battaglie per gli animali erano per i diritti delle altre specie e non anche per la sopravvivenza della nostra.