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Macachi Torino: rispondiamo a accuse di fake news e al fact-checking UniTo

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Ultimo aggiornamento

lunedì 17 giugno 2019

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Con riferimento al fact-checking pubblicato sul sito dell’Università di Torino, in relazione alla petizione "Salviamo i macachi di Torino!", che in pochi giorni ha raggiunto più di 210.000 firme e continua qui, riteniamo doverose alcune precisazioni, anche in riferimento alle accuse di fake news che ci sono state mosse.

L’approvazione del progetto ricevuta dall’ERC, la European Research Council, dai comitati etici e dagli Organismi Preposti al Benessere Animale (OPBA) delle Università di Torino e Parma, e dal Ministero della Salute, è una prassi, quindi non aggiunge valore etico.

Il fatto che il progetto abbia ottenuto tali approvazioni non è garanzia che ci sia stata una minuziosa e approfondita analisi di tutti i principi richiesti dalla legge o che il protocollo stesso risponda pienamente a quanto richiesto da questi Istituti.

Rispetto al dettaglio secondo cui gli animali non sarebbero resi ciechi, ma “solo” non vedenti in alcune zone del campo visivo, ci sembra un modo per “indorare la pillola” e rendere la descrizione della procedura meno impattante sulla sensibilità delle persone, giustamente scandalizzate. 

Il fatto che questo progetto sia eticamente inaccettabile e criticabile dal punto di vista scientifico non siamo i soli a dirlo, ma anche il Jane Goodall Institute Italia, e anche due importanti realtà scientifiche come Limav e Osa, che riuniscono ricercatori e professionisti di varie discipline nella ricerca, e si sono dichiarate contrarie a questa sperimentazione, sollevando dubbi e perplessità tra cui si legge: “Come è possibile studiare su un modello animale non validato, per di più nell’ottica complessa della riabilitazione dei malati, una condizione così singolare e rara come il blindsight, tale da aver turbato non solo alcuni assunti neurofisiologici, ma anche filosofici, in quanto caratterizzata da presenza di elaborazione in assenza di consapevolezza?

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