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Pellicce: a Strasburgo incontro eurodeputati benessere animale e EFSA

Anche LAV presente con Eurogroup for Animals e Fur Free Alliance

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Ultimo aggiornamento

giovedì 11 settembre 2025

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Le evidenze scientifiche parlano

A Strasburgo si è svolto oggi presso l'Intergruppo sul Benessere Animale del Parlamento Europeo l'incontro pubblico tra gli eurodeputati e l'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA) a seguito della recente pubblicazione da parte di EFSA del Parere Scientifico sull'impatto sul benessere animale negli allevamenti di pellicce e commissionato dalla Commissione Europea in conseguenza della Iniziativa dei cittadini europei Fur Free Europe, promossa da LAV.

Oggi a Strasburgo gli eurodeputati hanno avuto conferma delle evidenze scientifiche a supporto del divieto generale di allevamento di animali per la produzione di pellicce: inutile rimandare o investire (con soldi pubblici) in soluzioni non praticabili di modifiche strutturali mai sperimentate e validate in passato. Fur Free Europe, sin dal suo lancio il 18 maggio 2022, ha beneficiato di un esteso supporto da parte dei cittadini europei che sono in maggioranza contrari allo sfruttamento degli animali per la produzione di pellicce; sentimento fatto proprio da decine di case di moda globali come Armani, Gucci, Versace, Prada, Valentino, Dolce e Gabbana e tanti altri che hanno già scelto fur-free, definitivamente. Simone Pavesi, Responsabile LAV – Area Moda Animal Free e tra i promotori della ICE Fur Free Europea

Con l'introduzione e la moderazione a cura del Presidente dell'Intergruppo, l'On. Niels Fuglsang, sono intervenuti Frank Verdonck, Responsabile EFSA dell'Unità - Rischi biologici, salute e benessere degli animali, Katy White, di Animal Welfare Finland (SEY) e Alice Diana, Junior Policy Officer, Federation of Veterinarians (FVE) che hanno rappresentato la posizione dei veterinari.

Dal dibattito è emerso che:

  1. L'attuale sistema di allevamento di animali da pelliccia è incompatibile con il benessere animale: l'EFSA ha confermato con un'elevata certezza (90-100%) che i principali problemi di benessere non possono essere prevenuti o mitigati nell'attuale sistema basato sulle gabbie. ​
  2. Non esistono alternative praticabili: l'EFSA non ha identificato prototipi commercialmente sostenibili per migliorare il benessere animale. ​ Qualsiasi transizione richiederebbe un sistema completamente diverso, non ancora testato o validato. ​
  3. Ulteriori ricerche rischiano di ritardare il divieto: la richiesta di ulteriori studi potrebbe essere usata come pretesto politico per rinviare l'azione della Commissione UE, favorendo l'industria e prolungando le sofferenze degli animali. ​

Considerato che l'industria della pelliccia è in declino economico (l'allevamento di animali da pelliccia nell'UE non è finanziariamente sostenibile e dipende da ingenti sussidi pubblici, che rappresentano un uso improprio di fondi per un'industria del lusso), è necessario un divieto netto con transizione equa, come potrebbe essere l'adozione di un divieto totale con un periodo di transizione per accompagnare gli ultimi allevatori verso nuove attività, evitando investimenti in sistemi non comprovati. ​Ciò tenendo presente che parte dell'Industria della pelliccia potrebbe proporre modifiche strutturali minime (es. ​gabbie leggermente più grandi) come miglioramenti significativi, ma che in realtà non risolverebbero i problemi strutturali dell'impatto sul benessere animale.​

A conclusione dell'incontro, l'eurodeputato polacco Krzysztof Śmiszek ha annunciato la formalizzazione di un'Interrogazione parlamentare per la richiesta di divieto europeo all'allevamento e commercio di pellicce.

La Commissione comunicherà, entro marzo 2026, se ritiene opportuno dare seguito alle istanze della ICE “Fur Free Europe”, tenendo conto del parere dell'EFSA e dei risultati della propria consultazione, nonché del fatto che già molti stati membri, tra cui l'Italia (storico risultato di LAV) hanno già vietato gli allevamenti di pellicce.