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Uccisione dei maiali di Cuori Liberi: grave l'assenza di verbale

Chiediamo di fissare quanto prima l’udienza di merito per accertare tutte le responsabilità in capo all’ATS Pavia.

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Ultimo aggiornamento

venerdì 29 settembre 2023

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Le condanne e la richiesta di risposte non si fermano

A poco più di una settimana dai fatti violenti del Rifugio Cuori Liberi dove è stata utilizzata la forza pubblica per sgomberare il rifugio e procedere all’uccisione dei 9 maiali rimasti, le condanne e la richiesta di risposte non si fermano.

La condanna dell’utilizzo di forza per fare irruzione nel rifugio e dell’uccisione dei maiali ospitati arriva anche da Gianluca Maria Lanza, Forza Italia, presidente della Consulta regionale per la tutela della salute e del benessere animale in Lombardia.

Lanza parla di “violenza inaudita su persone pacifiche ed inermi” e sottolinea che i maiali del rifugio abitavano lì dopo “in quanto strappati dalla filiera alimentare” riconoscendo la necessità che in quanto tali venissero trattati come individui, cosa che non accade negli allevamenti.

Lanza parla della possibilità di gestire la situazione in un modo diverso, attraverso l’isolamento e senza quindi arrivare all’eutanasia, che definisce una crudeltà. Cosa che abbiamo più volte ribadito e che porteremo al TAR all’udienza del 5 ottobre.

Numerose sono anche le interrogazioni parlamentari presentate, indirizzate al Ministero della Salute Schillaci e al Ministero dell’Interno Piantedosi, per gli aspetti inerenti la Polizia di Stato, su cui il Governo dovrà quindi dare una risposta.

L’on. Costa (M5S), nella sua interrogazione, chiede chiarimenti sul quadro sanitario in regione Lombardia e sulle misure di biosicurezza messe a punto negli stabilimenti, oltre che sul dispiego di forza avvenuta il 20 settembre al Rifugio per chiarirne la legittimità, ricordando che si trattava di animali da affezione che dovevano quindi essere trattati con protocolli speciali e distinti da quelli applicati in allevamento. Richieste riprese anche in Senato dall’interrogazione del Sen. Bilotti (M5S).

Su questa vicenda sono intervenuti anche l’On. Eleonora Evi (Verdi), che nell’interpellanza ricorda che “si è di fronte ad una ingiustizia e ad una assurdità: da una parte si uccidono animali confinati in luoghi protetti, e dall'altra, paradossalmente, … si consente ai cacciatori di poter cacciare e uccidere i cinghiali, anche in aree urbane e in aree protette, per poi trasportarli ovunque con il rischio evidente di rischiare di diffondere la Psa” e ribadisce che i rifugi sono stati riconosciuti giuridicamente del Decreto del Ministero della Salute del 7 marzo 2023, l’On. Federico Fornaro (PD) e l’On. Devis Dori (AVS) con ulteriori due interrogazioni a risposta scritta per chiedere chiarimenti sulla gestione della situazione e sulle modalità intervento delle forze di polizia.

Di altro avviso il Vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio (Lega), che si esprime invocando tolleranza zero e necessità di bloccare le proteste. Non chiedendo né offrendo alcuna risposta di merito alla necessità di fare chiarezza su quanto accaduto.

Eppure, è lampante il vuoto normativo che ha causato quanto accaduto nella gestione del caso di Cuori Liberi: i santuari sono luoghi di legalità che accolgono animali da situazioni di abbandono e maltrattamento, molto spesso offrendo soluzioni proprio alle richieste di accoglienza da parte della Magistratura, oltre che luoghi dall’alto valore educativo e culturale.

Riprendiamo le parole dell’On Evi quando dice che i rifugi e santuari devono ottenere una “disciplina speciale che definisca, tra l'altro, le misure da adottare per la gestione di situazioni di emergenza sanitaria”.

Proprio per questo saremo al lavoro, così come per ottenere verità e giustizia sui fatti accaduti al Rifugio il 20 settembre scorso, giornata che molti propongono diventi “giornata della memoria animale”, a partire dall’illegittimità dell’uccisione e delle modalità di uccisione, le cui immagini spaventose sono state diffuse in un video dall’Associazione Vitadacani.