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Rifugio Cuori Liberi: uccisi i maiali. La polizia ha sfondato il cancello.

Forze dell’ordine in tenuta antisommossa e ATS sono entrate nel Rifugio e hanno ucciso i maiali ospitati nel Rifugio. La PSA non pone nessun pericolo per la salute pubblica, ma crea problemi all’industria zootecnica.

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 20 settembre 2023 16:23

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Uccisi i maiali del rifugio Cuori Liberi: polizia ha sfondato il cancello

Animali uccisi dopo l’allontanamento dei proprietari che non hanno potuto assistere.

Questa mattina, al 13mo giorno di presidio, le forze dell’ordine sono entrate con la forza al rifugio Cuori Liberi di Zinasco, usando il manganello su attivisti che stavano opponendo resistenza pacifica. 

Mentre i cacciatori continuano a uccidere cinghiali e portarli in giro contribuendo alla diffusione della malattia con buona pace della ATS,al Rifugio Cuori Liberi per uccidere 10 maiali, che erano isolati, curati e confinati e che non minacciavano in alcuna maniera la salute pubblica,le forze dell’ordine hanno picchiato gli attivisti. Tutto questo per difendere non la salute pubblica ma gli interessi dell'industria zootecnica. 

I suini ospitati nel rifugio Cuori Liberi erano stati salvati da situazioni di maltrattamento e sfruttamento, portati molto spesso dalle stesse autorità, ed erano accuditi e protetti come animali da affezione.

I rifugi e i santuari sono questo: luoghi di speranza dove gli animali, di qualunque specie siano e molto spesso provenienti da allevamenti, ritrovano la vita e vengono considerati come individui. 

Un maiale non è diverso da un cane, da un coniglio, da un gatto, o qualunque altro animale che prova gioia e dolore, esseri senzienti che, fuori dall’industria zootecnica, esprimono la loro natura curiosa, intelligente e affettuosa. È comodo per l’industria relegare il ruolo di questi animali a prodotti, ma grazie alle riforme normativi recenti come l’entrata degli animali nella Costituzione italiana all’art 9, l’azione dei rifugi, alle inchieste e investigazioni che ormai hanno smascherato questo sistema, questa retorica dell’animale-prodotto si sta sgretolando giorno dopo giorno Lorenza Bianchi - responsabile Area Transizione alimentare

L’industria zootecnica è una macchina di morte, dove in nome del profitto e contro le “perdite” milioni di animali sono uccisi ogni anno a causa delle malattie che ciclicamente colpiscono gli animali rinchiusi nei capannoni: influenza aviaria, peste suina africana sono solo due esempi. Un controsenso, si uccidono animali per allevarne altri che verranno uccisi comunque, per finire nel piatto di qualcuno. La gestione è sempre la stessa, uccidere tutti per rimpiazzarli con altri e proseguire nel folle cammino di sfruttamento, con utilizzo copioso di fondi pubblici. 

Contro l’uccisione dei maiali di Cuori Liberi avevamo presentato insieme al Rifugio e altre associazioni ricorso al TAR, che aveva fissato l’udienza di merito al 5 ottobre, e al Consiglio di Stato che aveva espressamente raccomandato ad ATS ‘leale collaborazione e cautela nell'esercizio dell'azione amministrativa’ sino all’udienza del 5 ottobre e questo atto di forza in un rifugio confinato, permanente, non è accettabile in quella che si definisce una società libera.

Stiamo valutando nuove azioni legali per accertare le modalità e la legittimità di esecuzione delle uccisioni, dal momento che nessuno ha potuto presenziare, i proprietari degli animali, né un veterinario di parte, contrariamente a quanto era stato concordato in precedenza con la stessa ATS.

Tutta la nostra solidarietà al rifugio Cuori Liberia tutte le persone che hanno dato supporto e seguito questa situazione: non ci fermeremo qui e continueremo a lavorare per avere giustizia per tutti gli animali e un riconoscimento legale pieno e senza deroghe dei rifugi e santuari come luoghi inviolabili di speranza e resistenza.

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martedì 19 settembre 2023

Cuori Liberi: 10 maiali rischiano uccisione, chiediamo incontro urgente con i decisori

Al rifugio “Progetto Cuori liberi” di Zinasco, in provincia di Pavia, 10 maiali salvati da allevamenti o provenienti da contesti di maltrattamento rischiano di essere uccisi in quanto oggetto di un’ordinanza di abbattimento dell’ATS Pavia emessa a seguito della scoperta di un focolaio di peste suina africana presso la struttura. Tra questi, alcuni mostrano sintomi lievi ma sono in buone condizioni generali di salute. Venerdì scorso l’esecuzione dell’ordinanza è stata impedita grazie all'intervento di attiviste e attivisti che hanno "occupato" il santuario. 

Per chiedere la salvezza degli animali, pochi e isolati dall’esterno con rigorose misure di biosicurezza, dodici associazioni attive nell’ambito della protezione animale tra le più rappresentative a livello nazionale (*) hanno inviato un’istanza urgente al Commissario Straordinario per la PSA e ai responsabili di settore del Ministero della Salute, della Regione Lombardia e dell’Ats di Pavia, nonché al sindaco di Zinasco.

Le associazioni chiedono un incontro alle autorità, finalizzato a trovare soluzioni concordate, che salvaguardino la vita dei suini ancora sani presenti all’interno del rifugio. I firmatari lanciano anche un appello rivolto ad ATS Pavia e alle altre autorità coinvolte nella vicenda: effettuare una nuova valutazione – questa volta specifica e in concreto e non soltanto astrattacirca l’effettivo pericolo che può derivare per il comparto zootecnico lombardo e nazionale dalla presenza di animali sopravvissuti alla PSA all’interno della struttura, anche alla luce delle misure di biosicurezza adottate dai gestori.

Nella lettera, le associazioni fanno anche presente che gli animali si trovano in un “rifugio permanente”, un luogo che accoglie animali non destinati alla produzione alimentare, che vi restano per il resto della loro vita senza essere macellati. Tutti questi elementi, che non sono stati presi in considerazione nell’adozione dell’ordinanza di abbattimento, potrebbero far riconsiderare la sussistenza dei presupposti per l’emanazione del provvedimento.

Il  TAR Lombardia ha fissato udienza il 5 ottobre per esprimersi sul ricorso contro l’uccisione dei suini, presentato da  Progetto Cuori Liberi con il supporto di LAV, Vitadacani e LNDC Animal Protection .

Per questo, le associazioni invitano le autorità «a non porre in esecuzione l’ordinanza di abbattimento degli animali prima dell’esito dell’udienza».

La presenza di suini positivi al virus ma che non hanno ancora mostrato sintomi potrebbe costituire una preziosa occasione per effettuare delle osservazioni sul decorso della patologia da parte di personale medico veterinario diretta all’avanzamento della ricerca scientifica, nonché alla messa a punto di un protocollo di trattamento. Lasciare in vita gli animali che hanno contratto il virus ma non mostrano sintomi è sicuramente più utile dal punto di vista analitico rispetto ad abbatterli, senza effettuare ulteriori studi, per un timore di diffusione del virus che potrebbe rimanere teorico qualora si continuassero a utilizzare le misure di biosicurezza dettate dalla ATS. Rischio che, peraltro, potrebbe essere quasi azzerato concordando l’introduzione di ulteriori rigorose misure di biosicurezza e il rispetto di precisi protocolli sanitari da parte delle persone che entrano a contatto con gli animali, che impediscano ogni possibilità di trasmissione accidentale dell’agente patogeno. Associazioni

Leggi e scarica la lettera inviata dalle associazioni

(*)
Le associazioni firmatarie della lettera aperta sono: Animal Equality Italia,
Animal Law Italia, CiWF Italia, ENPA, Essere Animali, LAC - Lega Abolizione
Caccia, Last Chance for Animals, LAV - Lega Antivivisezione, LEAL, LEIDAA, LNDC
Animal Protection e OIPA Italia

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venerdì 15 settembre 2023

Rifugio Cuori Liberi comunica arrivo ATS veterinaria per uccisione maiali

Il Rifugio Cuori Liberi comunica arrivo ATS veterinaria per uccisione maiali e chiama a manifestare lì davanti.

Noi di LAV, che ora siamo anche al Casteller di Trento per salvare orsa F36 dall'ergastolo, continuiamo a sostenere diritto alla vita di quegli animali e il rifugio!


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sabato 9 settembre 2023

Consiglio di Stato rimanda a TAR 5 ottobre

Con Vita da Cani, Cuori Liberi e Lega Nazionale per la difesa del Cane abbiamo diffidato l’Azienda Sanitaria Locale a procedere con le uccisioni prima del giudizio coll... LEGGI I DETTAGLI

Con Vita da Cani, Cuori Liberi Lega Nazionale per la difesa del Cane abbiamo diffidato l’Azienda Sanitaria Locale a procedere con le uccisioni prima del giudizio collegiale del TAR del 5 ottobre e  presentato appello al Consiglio di Stato per impedire, fin da subito, l’ingresso nel rifugio a chi intende uccidere tutti i 35 maiali ospitati.

Aggiornamento

Il Consiglio di Stato rimanda tutto al TAR del 5 ottobre. 

La nostra battaglia per difendere ogni singolo animale da violenza e uccisione prosegue, su tutti i fronti.



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sabato 9 settembre 2023

Ucciderli non è la soluzione

Come sappiamo, la situazione al rifugio Cuori Liberi, è  critica, tutti i suini ospitati, che per giunta non sono destinati a produzione alimentare, rischiano di esse... LEGGI I DETTAGLI

Come sappiamo, la situazione al rifugio Cuori Liberi, è  critica, tutti i suini ospitati, che per giunta non sono destinati a produzione alimentare, rischiano di essere uccisi.

Abbiamo già diffuso notizia che il TAR Lombardia non ha accolto la richiesta avanzata da LAV e altre associazioni di sospendere l’esecuzione dei maiali del rifugio Cuori Liberi, ma ha fissato un’udienza di sospensione al 5 ottobre.

Con Vita da Cani, Cuori LiberiLega Nazionale per la difesa del Cane abbiamo diffidato l’Azienda Sanitaria Locale a procedere con le uccisioni prima del giudizio collegiale del TAR del 5 ottobre e  presentato appello al Consiglio di Stato per impedire, fin da subito, l’ingresso nel rifugio a chi intende uccidere tutti i 35 maiali ospitati.

Che l’uccisione non sia la soluzione risulta evidente dal fatto che, nonostante le misure adottate, la peste suina africana continua da tempo a diffondersi nel territorio europeo e nazionale.

Endemica dell’Africa sub-sahariana, dove la malattia venne inizialmente scoperta, la PSA in Europa, fino al 2007, era confinata unicamente alla Sardegna. 
Nel 2007 si erano verificati focolai di PSA in Georgia e la malattia si era diffusa nei Paesi limitrofi. 

L’Italia è stata uno degli ultimi Paesi europei a essere raggiunta dalla PSA nel 2022.  E, secondo l’ultimo bollettino epidemiologico diffuso dal Ministero della Salute, la PSA, da Liguria e Piemonte, si è estesa anche in altre Regioni, quali Lazio, Calabria, Lombardia, oltre la Sardegna.

Sembra dunque che le soluzioni prospettate, che ciclicamente vengono proposte, non siano affatto risolutive, quanto, piuttosto, orientate a soddisfare le richieste di un certo numero di allevatori e cacciatori .

Chiediamo al Commissario Straordinario per la PSA Vincenzo Caputo se, allo stato dei fatti, le disposte misure “a tolleranza zero” per gli animali, come da lui stesso dichiarato in diverse occasioni, si stiano rivelando efficaci e decisive o, piuttosto, inutili e dispendiose.

Tra l’altro, è importante precisare che, nonostante le misure estreme - ed inefficaci - adottate per contrastarla sembrino suggerire il contrario, la PSA è una malattia virale di suini e cinghiali, innocua per l’uomo: non si tratta dunque di una zoonosi.

Essendo il virus innocuo per l’uomo, le misure previste sono motivate non tanto da ragioni sociosanitarie, quanto, piuttosto, da interessi economici strettamente collegati al comparto zootecnico, già insostenibile di per sé. 

La produzione di cibo cui siamo abituati è fallimentare e crudele: questi virus e le decisioni prese dalle stesse autorità mostrano chiaramente l’enorme falla del sistema. Un sistema che, per salvare il prodotto, ordina l’uccisione di milioni di animali, anche in via preventiva è un sistema malato.

L'UCCISIONE PREVENTIVA È UN'UCCISIONE <SENZA NECESSITA'>

L’uccisione preventiva è un’uccisione “senza necessità”, dicitura prevista dall’art 544 bis del Codice penale. 

E nel caso di specie, non vi è alcuna necessità trattandosi di animali che rimangono confinati nel rifugio Cuori Liberi e che dunque non devono essere spostati verso stabilimenti di macellazione ed il rifugio stesso non ha movimentazioni di animali in entrata ed in uscita.  

Queste uccisioni preventive e “senza necessità” vengono perpetrate ai danni di esseri senzienti, indipendentemente dal fatto che gli animali stiano bene o meno, ma solo sulla base di un rischio di aver contratto una malattia, tra l’altro non trasmissibile all’uomo.

Disporre così facilmente uccisioni di animali, anche in via preventiva, non è più possibile e si continua anche a rivelare inutile.

Inoltre, la centralità e la statualità della disciplina di tutela degli animali, ottenute con la recente riforma costituzionale dell’art. 9, impongono di affrontare il tema di malattie quali la peste suina in modo diverso.

La soluzione non può essere lo sterminio.  Non lo è mai stata. Il dilagare della PSA richiede anche di cambiare il sistema alimentare ed il nostro rapporto con gli animali.


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venerdì 8 settembre 2023

Diffidiamo Azienda Sanitaria: non proceda a uccisioni prima del giudizio TAR del 5 ottobre

Il TAR Lombardia non ha accolto la richiesta di sospendere l' esecuzione dei maiali di Cuori Liberi ma ha fissato l'udienza di sospensiva al 5 ottobre.  Diffidiamo l’Azienda Sanitar... LEGGI I DETTAGLI

Il TAR Lombardia non ha accolto la richiesta di sospendere l' esecuzione dei maiali di Cuori Liberi ma ha fissato l'udienza di sospensiva al 5 ottobre. 

Diffidiamo l’Azienda Sanitaria pavese a procedere con l’esecuzione dei 35 suini che vivono al Rifugio Cuori Liberi: nessuno torca loro un pelo prima che il TAR si esprima il 5 ottobre. Inoltre, presenteremo appello anche al Consiglio di Stato a Roma per impedire fin da subito l l’esecuzione della   sentenza di morte, per una malattia non trasmissibile agli esseri umani. LAV, Vita da Cani, Cuori Liberi e LNDC Animal Protection

Le motivazioni  della diffida sono chiare:

Sono 35 maiali salvati dagli allevamenti e dai macelli, vogliamo salvarli ancora una volta: l'ATS li vuole uccidere per eradicare il virus della peste suina africana, virus non trasmissibile agli umani per arginare il quale possono essere adottate dall’autorità sanitaria misure alternative non cruente e ben più proporzionate previste dalla normativa, anziché un abbattimento generalizzato e aprioristico di tutti gli animali detenuti nel rifugio, anche quelli sani che peraltro  non finiranno mai nella catena alimentare. Rifiutiamo questa pratica pilatesca! Il rifugio ha la possibilità di mettere in atto tutti quei sistemi di biosicurezza per tutelare la salute pubblica e degli animali, già confinati e non soggetti ad alcuna movimentazione. LAV, Vita da Cani, Cuori Liberi e LNDC Animal Protection

Come  associazioni, chiamiamo un presidio permanente nei pressi del rifugio Cuori Liberi.


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venerdì 8 settembre 2023

Nessuno è sicuro, neanche gli animali nei rifugi

Ricorriamo al TAR per fermare l’ordine di uccisione dei maiali ospitati nel rifugio pavese e abbiamo scritto formalmente all’ATS di Pavia per chiedere, anche in considerazione del fatto che i suin... LEGGI I DETTAGLI
Ricorriamo al TAR per fermare l’ordine di uccisione dei maiali ospitati nel rifugio pavese e abbiamo scritto formalmente all’ATS di Pavia per chiedere, anche in considerazione del fatto che i suini non sono destinati alla produzione alimentare, sono confinati in un rifugio perenne e non sono soggetti a movimentazioni di alcun tipo, di cambiare la sua decisione. LAV, Vitadacani e Progetto Cuori Liberi

A dichiararlo sono le associazioni LAV, Vitadacani e Progetto Cuori Liberi a seguito della tragedia che ha colpito il Rifugio Cuori Liberi: due maiali sono morti e risultati positivi alla PSA, a causa della quale è arrivata la disposizione di uccisione per tutti i suini ospitati.

Nel rifugio, fra gli altri, vivono anche Avena, Crosta, Papaya, Paprika e Radicchio, i 5 suini salvati dall’inferno di Cilavegna, lunga vicenda giudiziaria svoltasi sempre nella provincia di Pavia e seguita dalle associazioni e dall’ufficio legale della LAV che ha portato qualche tempo fa a salvezza un totale di 130 maiali.

Chiediamo che vengano effettuati tutti i controlli e che vengano applicate tutte le misure non cruente del caso, come previsto dal decreto legislativo 136/2022 e dal regolamento europeo 429/2016, garantendo ai suini ospitati le adeguate tutele come da normativa vigente. LAV, Vitadacani e Progetto Cuori Liberi

In un comunicato della Rete dei Santuari si legge “nessuno è al sicuro, neanche gli animali nei rifugi” e la verità è che questi animali sono vittime due volte: di una vita di sofferenza e di una uccisione “in via preventiva”. Esseri senzienti in sostanza vengono uccisi per assicurare che altri non si ammalino per, poi, essere uccisi. Quella volta però a fini commerciali.

È un sistema di produzione di cibo malato e crudele: queste epidemie e le decisioni prese dalle stesse autorità mostrano chiaramente l’enorme falla del sistema. Animali così vicini, in densità altissime, così deboli per la selezione genetica e le condizioni di vita, si ammalano facilmente. Così facilmente che per due animali malati è necessario abbatterne migliaia.

La PSA è una malattia non trasmissibile all’uomo, per cui il rischio di contagio tra suini è strettamente legato al conteggio delle perdite economiche della produzione e mai alla vera tragedia che si consuma negli allevamenti per i suini e fuori da essi per i cinghiali, utilizzati come veri e propri “maiali espiatori” di un sistema alimentare insostenibile e una violenza estrema, sistematizzata e perpetrata ai danni degli animali. E nessuna perdita economica può giustificare l’uccisione di esseri senzienti.

Al pubblico si parla di gravi danni per il comparto della produzione, ma non vengono mai mostrate le modalità con le quali vengono uccisi le decine di migliaia di suini coinvolti nelle emergenze come quella della PSA, “colpevoli” solo di essere considerati mero prodotto. Purtroppo, spesso in caso di uccisioni in emergenza, i metodi di stordimento preventivo non risultano efficaci con gravissime conseguenze sulla sofferenza degli animali, come mostrano spesso le immagini di suini impauriti scappano per sfuggire alla presa di quelli che li dovrebbero abbattere.

Estremamente intelligenti ed emotivi, i suini sono esposti alla vista della sofferenza e della paura dei loro simili, spesso immobilizzati e uccisi per mezzo di elettrocuzione, con shock elettrici a più riprese indotti all’animale che risulta esposto a maggiore sofferenza in quanto non immediatamente efficace la procedura. Ancora, si legge anche dalla stampa che gli animali in questi giorni uccisi nel pavese, vengono “tramortiti”, non meglio specificato come e con che efficacia, e poi stipati su camion ed avvelenati con gas.


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