Speriamo che la sua storia diventi un simbolo di speranza e dimostri l’urgenza di porre fine allo sfruttamento degli animali nei circhi
Si è tenuta a Mantova la terza udienza del processo che riguarda l’elefantessa Bambi, il cui proprietario è al centro di un processo per il reato ex art. 727, II comma c.p., poiché deteneva l’animale all’interno di un circo in condizioni contrarie alla sua natura e produttive di grave sofferenza.
In aula la veterinaria ASL, ascoltata come testimone, ha confermato che i comportamenti osservati dai CITES e ASL di Asola nel marzo 2023 fossero effettivamente riconducibili a eto-anomalie, cioè comportamenti che indicano chiaramente uno stato di sofferenza, e che il pachiderma era detenuto in un ambiente inidoneo.
Appare anacronistico che ancora oggi si debba mettere in dubbio che animali che vengono tenuti prigionieri nei circhi soffrano. Animali come Bambi, provenienti da ecosistemi lontani e completamente diversi, dovrebbero poter vivere liberi nel loro habitat naturale ed esprimere i propri comportamenti specie-specifici.
Invece sono costretti a una vita in cattività, tra gabbie e privazioni di spazio, di socialità, di libertà, ridotti a meri strumenti di intrattenimento umano, in nome di uno spettacolo che non ha nulla di educativo né di culturale.
Gli chapiteau continueranno a girare per le città d’Italia, portando in scena sofferenza e sottomissione, esibendo animali maestosi e intelligenti ridotti a oggetti da palcoscenico: elefanti usati come tappeti per trapezisti o come supporto per cavi in numeri acrobatici, costretti a vivere in isolamento, quando la loro vera natura sarebbe quella di vivere in gruppo, in un sistema sociale complesso, respirando la libertà del loro habitat.
Questa pagina triste della nostra ‘tradizione’, come la chiamano i circensi, si sarebbe potuta superare se il Ministro della Cultura Giuli avesse firmato finalmente il decreto attuativo che da anni attende di essere adottato, ma che la politica continua a rimandare, rallentando un’evoluzione culturale già intrapresa da oltre 50 Paesi nel mondo e richiesta da cittadini e comunità scientifica.
A fronte dell’immobilismo delle istituzioni nazionali, ci sono realtà che scelgono di stare dalla parte del progresso e della civiltà.
Pochi giorni fa, il Comune di Nichelino, in provincia di Torino, ha approvato un ordine del giorno che chiede a Governo e Parlamento di dare immediata attuazione ai decreti previsti dalla legge 106/2022 per sancire il definitivo superamento dell’uso di animali nei circhi.
Nichelino si aggiunge così a una lunga lista di Comuni e Regioni in tutta Italia che hanno deciso di farsi portavoce di una trasformazione politica e culturale ormai non più rinviabile.
Una scelta che riflette la crescente sensibilità dell’opinione pubblica e la volontà di cambiare radicalmente il nostro rapporto con gli animali, mettendo al centro la loro libertà e dignità.
Applaudiamo con forza questa importante decisione e continuiamo la nostra battaglia in prima linea ed al fianco di tutte le istituzioni e le persone che lottano per una società più giusta e rispettosa della vita degli animali.