Qualche passo avanti, due indietro e tanta strada che resta da fare.
Oggi l’Aula del Senato ha approvato in via definitiva la proposta di legge “Modifiche al Codice penale, al Codice di procedura penale e altre disposizioni per l'integrazione e l'armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali” con il voto favorevole di Lega, Fratelli d'Itali, Gruppo delle Autonomie e Forza Italia e Noi Moderati. Astenuti PD, 5 Stelle e AVS.
Come già evidenziato nel corso delle audizioni alle Commissioni Giustizia di Camera e Senato, LAV accoglie con favore alcuni avanzamenti rispetto alla normativa vigente. Tra i principali aspetti positivi segnaliamo la previsione della pena pecuniaria congiunta a quella detentiva sia per il reato di uccisione che per quello di maltrattamento, di alcune aggravanti, così come la disposizione che consente di punire più severamente la morte dell’animale a seguito della somministrazione di stupefacenti e altre sostanze vietate.
Anche riguardo alla custodia degli animali si registrano degli aspetti positivi. Come fortemente voluto da noi di LAV, gli animali oggetto di sequestro potranno essere affidati direttamente alle associazioni e ai loro eventuali subaffidatari mediante cessione definitiva prima della definizione del processo. Tale disposizione si estende anche ai cuccioli nati nelle more del sequestro o della confisca. A ciò si aggiunge la positiva previsione - come proposto da anni dalla LAV - del divieto di uccisione o di alienazione di animali allevati a fini alimentari nelle more delle indagini e del dibattimento, anche quando non siano già sottoposti a sequestro. Tuttavia, dobbiamo prendere atto di come queste positive disposizioni non siano state espressamente estese, come da noi richiesto, anche al reato previsto dall’articolo 727 del Codice penale, cosa che invece la Magistratura italiana ha sempre fatto e potrà e dovrà comunque continuare a fare secondo gli orientamenti giurisprudenziali in materia.
Reputiamo positive anche le modifiche alla Legge n. 201 del 2010, da noi ottenuta al tempo, che rendono il reato di traffico dei cuccioli più facilmente contestabile in quanto, ad esempio, basterà la sola assenza di microchip o di passaporto o di certificazione sanitaria per ritenere sussistente il reato.
A dispetto di ciò, contrariamente a quanto assicurato dalla relatrice alla Camera, il testo è stato approvato dal Senato senza modifiche per potenziarne l’efficacia sia in termini di prevenzione che di contrasto ai delitti contro gli animali, rimediando alle mancanze della prima approvazione parlamentare.
Tra i passi indietro, viene introdotta la disposizione che di fatto consente la detenzione di cani e gatti alla catena o con altro strumento similare purché non ne impedisca il movimento.
Il divieto è derogabile esclusivamente in caso di documentate ragioni sanitarie (quindi certificazione medico veterinaria) o per temporanee esigenze di sicurezza (la detenzione può quindi protrarsi esclusivamente per il tempo necessario a garantire tale esigenza), dovendosi intendere con ciò un evento imprevisto e imprevedibile che mette a rischio l’animale stesso o l’incolumità di persone o di altri animali.
Tale disposizione è in contrasto con le leggi regionali – come quelle di Calabria, Campania, Marche e Umbria – che vietano già questa pratica crudele e con quelle di altre regioni che prevedono deroghe più stringenti.
Tuttavia, per fortuna, non decadono automaticamente i divieti più rigorosi delle Regioni e le Province Autonome le norme regionali, infatti, possono essere più restrittive delle leggi nazionali, anche in virtù del fatto che la sanità, sotto cui ricade la tutela animale, è materia concorrente tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome e la disposizione più restrittiva non viola certamente il principio di ragionevolezza e proporzionalità. Anche i divieti più stringenti contenuti nei Regolamenti Comunali per la tutela degli animali devono essere rispettati in quanto non in contraddizione con la norma nazionale, trattandosi di previsioni migliorative. Speriamo che non vi siano previsioni contrarie a ciò.
Gravissimo, inoltre, il passo indietro che consente ad allevatori e commercianti di identificare cani e gatti oltre i termini previsti dalla legge. Questa modifica mina alle fondamenta il contrasto al traffico di cuccioli che un altro Governo, anch’esso di centro destra, anni fa aveva realizzato con determinazione introducendo uno specifico reato che punisce i trafficanti di cani e gatti. Il microchip, infatti, potrà essere inoculato anche oltre i due mesi con grave pregiudizio per la tracciabilità di cuccioli dall’origine incerta e della sorte degli animali invenduti.
Le pene, d’altra parte, aumentate solo lievemente, restano sproporzionate rispetto alla gravità dei reati, rendendo difficile ottenere condanne efficaci e con effetto deterrente, restando inadeguate sia sul piano preventivo che repressivo.
Gli autori di delitti efferati come colui che ha bruciato vivo il suo cane Aron e la ragazza che ha lanciato con un calcio in una fontana gelata il gatto Grey, provocandone la morte, potranno continuare a beneficiare di un trattamento di favore, rendendo le pene inefficaci sia sul piano preventivo che repressivo. Un’altra occasione persa è sicuramente l’introduzione del divieto di detenere animali per chi li maltratta o li uccida o li impieghi nei combattimenti, reato quest’ultimo di particolare gravità anche perché legato al fenomeno della criminalità organizzata.
Nonostante le tante modifiche positive ed innovative suggerite proprio da noi di LAV, derivate da venti anni di lavoro sul campo con la magistratura italiana e le forze di polizia per contrastare i maltrattamenti sugli animali, la nuova Legge non sarà, nel complesso, in grado di garantire un soddisfacente passo avanti per una maggiore protezione degli animali.
Come la stragrande maggioranza dei cittadini, avevamo chiesto e ci attendevamo interventi più incisivi in relazione alle pene e coerenti con l’articolo 9 comma 3 della Costituzione che dal 2022 chiedeva al legislatore di intervenire a tutela degli animali e con la crescente sensibilità della società rispetto alla tutela degli animali.
Noi di LAV, continueremo a lavorare sul campo nei Tribunale di tutta Italia per applicare le norme già esistenti a tutela degli animali ed al contempo a tenere alta l’attenzione sulla necessità di migliorare il quadro a tutela degli animali e fin da subito chiediamo al prossimo Governo e al prossimo Parlamento di fare di più e meglio.