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Il gatto Miro liberato dalla detenzione al guinzaglio grazie allo Sportello LAV contro i maltrattamenti sugli animali di Lucca

L'importanza di sensibilizzare gli umani sulle leggi che regolano il trattamento e il rispetto dei diritti degli animali

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 11 giugno 2025

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Miro adesso ha libertà di movimento con la dovuta sicurezza

Miro vive detenuto al guinzaglio nel giardino di un’abitazione di campagna, poco fuori dalla città di Lucca. Trascorre giorno e notte all’aperto, esposto al pericolo di incontrare animali selvatici. Finché qualcuno non lo nota e, colpito dalla sua situazione, decide di inviare una segnalazione allo Sportello LAV contro i maltrattamenti sugli animali di Lucca. Le volontarie LAV, allarmate, si recano sul posto e trovano un gatto anziano legato, con il rischio di rimanere impigliato e procurarsi ferite, e impossibilitato a muoversi, come invece la sua natura richiederebbe.

Lo Sportello LAV contro i maltrattamenti sugli animali di Lucca provvede a fare una ricerca sulla normativa della Regione Toscana relativa agli animali tenuti legati, visto che di solito si parla di cani a catena, difficilmente di altri animali. Invece emerge che alcune leggi regionali già vietavano questa pratica crudele e che all’interno del Regolamento del Comune di Lucca per la tutela e il benessere degli animali, l’Articolo 9 c.7 prevede che “è vietato tenere qualsiasi animale alla catena o alla corda ed applicare qualunque altro strumento di contenzione similare, salvo che per ragioni sanitarie certificate da un veterinario con specificazione della diagnosi e della durata del trattamento e per effettive, comprovate e temporanee ragioni di sicurezza, salvo i casi ammessi nei successivi capi del presente regolamento”.

Lo Sportello LAV scopre anche che in una precedente sentenza del Tribunale di Prato era stata pronunciata una condanna proprio per il reato di cui all’Articolo 727 del Codice Penale. Il Giudice stabiliva che “E’ evidente che il gatto, animale per sua natura libero, non può essere trattenuto in spazi ristretti e senza possibilità di movimento autonomo per lunghi periodi. Il felino, secondo la comune esperienza, è infatti un animale fortemente indipendente, che ha la necessità di esplorare l’intero ambiente ove vive. Chiuderlo all’interno di una gabbia, peggio, tenerlo legato con un guinzaglio ad un attaccapanni, significa comprimerne oltre ogni limite la natura”.

Grazie alla normativa regionale quindi e insieme al prezioso aiuto degli agenti di Polizia Municipale, lo Sportello LAV contro i maltrattamenti sugli animali di Lucca ha potuto contestare la detenzione del gatto Miro e conseguentemente liberarlo.

Le volontarie dello Sportello LAV hanno raggiunto la donna, proprietaria del gatto, e l’hanno aiutata a rendersi conto del pericolo al quale stava sottoponendo l’animale. La sua unica giustificazione a riguardo era la paura che Miro potesse fuggire se fosse stato lasciato libero. Dopo aver dialogato con la donna, le volontarie dello Sportello LAV hanno ottenuto la sua promessa: non avrebbe più legato l’animale, assicurandosi di tenerlo al sicuro in casa.

La situazione di Miro è stata monitorata nei mesi successivi, anche con l’aiuto dei vicini di casa, ed è stato accertato che il gatto adesso vive in serenità e in libertà in giardino, sotto la supervisione della sua umana. 

Storie come questa ci insegnano che spesso il maltrattamento perpetrato non è necessariamente il frutto di una cattiveria insita dell’umano, ma può essere la conseguenza della poca conoscenza in materia. Il ruolo degli Sportelli LAV è anche questo: sensibilizzare sulla tutela dei diritti degli animali, e sulle leggi che la regolamentano, e insegnare agli umani a gestire gli animali con il rispetto che meritano.