Al Consiglio Agrifish, l’Italia ha presentato un punto di discussione in polemica con la proposta di regolamento in grado di tutelare maggiormente gli animali durante il trasporto.
Si è tenuto ieri sera il Consiglio Agrifish composto dai Ministri dell'agricoltura e della pesca dei 27 Stati membri dell'Unione europea. Sul tavolo anche la revisione della normativa proposta dalla Commissione UE sul trasporto di animali vivi, sulla quale è atteso il voto di Parlamento e Consiglio UE a fine anno. Si tratta di una revisione necessaria per superare le gravi criticità attuali.
Nonostante questo però l’Italia ha presentato in Consiglio un punto di discussione apertamente in polemica con la proposta di regolamento in grado di tutelare maggiormente gli animali durante il trasporto. Il punto proposto dall’Italia in un documento è stato condiviso anche da Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Grecia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Portogallo e Romania.
Il Ministro Lollobrigida, intervenuto per primo, ha posto l'accento sulla sostenibilità esclusivamente economica della riforma per il settore zootecnico. La sua posizione si è incentrata sulla necessità di salvaguardare produttività, competitività e redditività, richiedendo alla Commissione europea che ogni misura regolatoria sia proporzionata rispetto ai benefici attesi in termini di benessere animale.
Tali benefici, secondo il Ministro, dovrebbero essere basati però unicamente su evidenze scientifiche robuste. Una posizione che solleva interrogativi di rilievo sulla considerazione dei già numerosi pareri scientifici dell’EFSA. Inoltre, ha paventato un aumento dei costi al consumo, senza però fornire fonti o dati a supporto delle sue affermazioni.
L’Italia, quindi, con il sostegno di un fronte piuttosto ampio di Stati membri, continua a promuovere un approccio strumentale alla revisione del Regolamento sul trasporto, subordinando sistematicamente gli obiettivi di benessere animale agli interessi economici del settore zootecnico. La posizione espressa da Lollobrigida, basata su parole d’ordine come sostenibilità economica, proporzionalità e competitività, mira in realtà a svuotare di efficacia le, seppur minime, misure di tutela animale previste nella bozza di regolamento, richiedendo una valutazione esclusivamente economico-produttiva delle proposte.
La quasi totalità degli interventi che sono seguiti — in particolare Spagna, Portogallo e Grecia — hanno ribadito l’importanza della competitività del settore rispetto ai paesi terzi, la necessità di non aumentare gli oneri per gli allevatori o penalizzare gli stati membri in relazione alle loro specificità geografica. Tutti elementi che però sono adeguatamente affrontati nella proposta della Commissione.
Uniche note positive l’intervento della Finlandia, che ha citato la necessità di agevolare il trasporto non solo di animali vivi ma anche dei prodotti a base di carne, in modo da evitare trasporti eccessivamente lunghi; la Danimarca, prossimo paese a ricoprire la Presidenza del Consiglio dell’UE, che ha sottolineato il bisogno di migliorare le condizioni di trasporto degli animali; e in parte la Francia, che — pur con delle criticità — ha menzionato la necessità di un approccio specie-specifico e una maggiore formazione per gli operatori.
La proposta formulata dalla Commissione UE, che può e deve essere migliorata, tiene però conto dei pareri scientifici dell’EFSA che raccomandano di ridurre le ore di viaggio, vietare il trasporto di animali vulnerabili (come vacche gravide e vitelli non svezzati), aumentare lo spazio disponibile e favorire il passaggio al trasporto di carne e carcasse, come suggerito anche dalla Corte dei conti europea in un report del 2023. La proposta, inoltre, riconosce esplicitamente la necessità di considerare le differenze geografiche, climatiche e strutturali e per questo è stato inserito un articolo dedicato alla tutela dei singoli mercati, aspetto legato anche al tema delle temperature.
Bloccare o ritardare la proposta di revisione e le sue possibili modifiche migliorative significa agire in contrasto con l’urgente necessità di stabilire nuove regole a maggior tutela degli animali durante il trasporto. La proposta in discussione prevede già periodi di transizione e clausole di flessibilità per favorire un’applicazione adeguata. A questo si aggiunge anche la proposta della Commissione sulla possibilità di transizione al trasporto di carne e carcasse, un cambiamento che, oltre a risparmiare agli animali il trauma e le sofferenze del trasporto, permetterebbe di ridurre il numero di viaggi, di tagliare drasticamente le emissioni e di garantire benefici economici e sanitari a tutti i paesi.
I trasporti di animali vivi a lunga distanza sono viaggi i cui risvolti estremamente negativi sul benessere degli animali sono ampiamente documentati. Sono passate poche settimane dalle ultime scioccanti immagini, diffuse da Essere Animali, Animal Welfare Foundation, Animals' Angels ed ENPA, che hanno mostrato gravi violazioni durante i trasporti di ovini destinati alla macellazione in Italia, provenienti da Francia e Slovenia, in condizioni inadeguate, sottoposti a sofferenze terribili e con enormi rischi sanitari.
Su quest’ultimo punto, l’impatto del trasporto di animali vivi nella diffusione di malattie ed epidemie, anche zoonotiche, è infatti acclarato. Alla luce dei focolai epidemici che hanno colpito diversi Stati membri dell’UE, è sempre più urgente rivedere l’approccio attuale e puntare sulla prevenzione, innalzando e rafforzando gli standard di tutela degli animali.
Tutto ciò è in linea con il principio One Health e con le evidenze dell’EFSA, considerando fondamentale la connessione tra condizioni degli animali, loro salute e malattie veicolate — elementi che hanno anche enormi implicazioni di salute pubblica.
La scorsa settimana, l’On. Caramiello e il Vice Presidente Costa hanno presentato un’interrogazione alla Camera dei Deputati che interroga il Governo su questi temi, e lo stesso è stato fatto in Senato dalla Vice Presidente della Commissione Agricoltura, Gisella Naturale, che ha presentato un’interrogazione firmata da altri 16 senatori e senatrici.
Le associazioni chiedono al Governo italiano di rivedere la propria posizione e di sostenere una riforma europea che rafforzi le tutele previste per gli animali durante il trasporto, in linea con le ormai numerose e robuste evidenze scientifiche e gli obiettivi dichiarati della proposta della Commissione.