Una pratica venatoria dannosa che, per favorire la caccia, altera l’equilibrio naturale e mette a rischio l’incolumità dei cittadini.
Si è svolta oggi presso la Sala Rosa del Consiglio Regionale a Trento la conferenza stampa organizzata da LAV per denunciare la pratica del foraggiamento artificiale degli ungulati, un'attività svolta dall’Associazione Cacciatori Trentini nel periodo invernale sul territorio della Provincia autonoma di Trento. Pratica che, oltre a essere ecologicamente dannosa, crea orsi confidenti e mette a rischio la sicurezza dei cittadini.
La Provincia continua a consentire un'attività che non ha alcuna giustificazione scientifica e che anzi, come sostiene lo stesso Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), danneggia gravemente la vita degli animali selvatici e l’ambiente alpino, senza peraltro ridurre l’impatto dei cervidi sulle comunità antropiche con cui condividono il territorio. Quindi, il foraggiamento artificiale dei cervi e dei caprioli serve esclusivamente a incrementarne il numero per favorirne la caccia, in evidente contrasto con i principi di tutela degli animali selvatici previsti dalla legge nazionale.
Nel corso della conferenza stampa sono intervenuti Filippo Degasperi, Consigliere Provinciale di Onda, Alessandro De Guelmi , Medico Veterinario esperto di grandi carnivori, e Federico Crisetig, Area Animali Selvatici LAV, che hanno appunto illustrato i dati e le evidenze scientifiche a dimostrazione di come la distribuzione di cibo nei boschi per i cervidi, realizzata con il consenso della Provincia autonoma di Trento, procuri una serie di problemi: incrementa la densità di animali selvatici sul territorio, compromette il naturale equilibrio degli ecosistemi, favorisce la diffusione di malattie e può aumentare gli incidenti stradali e i danni all'agricoltura dovuti agli ungulati.
L'orso in Europa non ha mai attaccato una persona con l’intento di fargli del male, gli attacchi sono la conseguenza della confidenza che gli orsi hanno ottenuto nel tempo alla ricerca di cibo. Dal momento che l'orso riconosce la mano dell'uomo è considerato un orso destinato alla morte e dopo anni di esperienza con i grandi carnivori posso dire che il foraggiamento artificiale degli ungulati è negativo sia per il singolo soggetto che per l'intera popolazione.
Quanto è etico il foraggiamento artificiale che diventa poi sinonimo di adescamento? Non è solo una questione di buon senso, parliamo di una pratica illegale e di sicurezza dei cittadini. Non c'è un reale monitoraggio sulle mangiatoie e gli studi dimostrano che attirano animali come, per esempio, lupi e orsi, quindi, la responsabilità è della Provincia di Trento che mostra una certa inerzia nella gestione degli animali selvatici sul territorio.
Dopo il riconoscimento, anche da parte della Provincia, della necessità di fornire il territorio trentino dei cassonetti “anti-orso”, progettati in modo tale che gli orsi non riescano ad aprirli per mangiarne i rifiuti, la stessa Amministrazione continua però a tollerare una pratica che, come nel caso dei cassonetti, fa perdere agli orsi la loro naturale diffidenza verso le persone con conseguenze negative per la sicurezza pubblica. Tutto ciò, a dispetto del divieto di foraggiare animali selvatici nei siti dove sono presenti gli orsi stabilito dalla stessa Provincia di Trento.
Nonostante le raccomandazioni dell’ISPRA, che da tempo chiede all'Amministrazione Provinciale di rimuovere tutte le fonti di cibo di origine antropica presenti sul territorio per prevenire il condizionamento alimentare degli orsi, la Giunta Fugatti ha continuato a permettere una pratica che serve unicamente agli interessi della lobby venatoria, ignorando la tutela dell’ambiente, il benessere degli animali e l’incolumità degli abitanti del Trentino
Le Relazioni Triennali sull’attività di foraggiamento redatte dall’Associazione Cacciatori Trentini, che LAV ha potuto in esclusiva analizzare, mostrano chiaramente la mancata applicazione del divieto di foraggiamento nelle aree in cui sono presenti gli orsi: i distretti venatori Adige Destra, Sarca, Alta Val di Non, Destra Val di Non, Sinistra Val di Non, Val di Sole, Trento, Giudicare, Rendena e Chiese svolgono quest’attività nonostante rendicontino esplicitamente la presenza di orsi nel loro territorio. Inoltre, dalle Relazioni emerge chiaramente la completa assenza di controllo dell’attività da parte dell’Associazione Cacciatori Trentini, e di riflesso da parte della Provincia Autonoma di Trento deputata a vigilare su tale pratica, visto che la gran parte dei distretti venatori non ha nemmeno contezza della quantità di mangiatoie presenti sul rispettivo territorio, quindi, di quali e quanti animali si nutrono dalle stesse.