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Uomo muore dopo il trapianto di un cuore di maiale. Ennesima evidenza, no agli xenotrapianti!

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 09 marzo 2022

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A gennaio la notizia del trapianto sull’uomo di un cuore di maiale geneticamente modificato aveva fatto scalpore, facendo gridare al successo degli xenotrapianti (trapianti tra specie diverse uomo – animale), e illudendo molte persone in attesa di trapianto d’organo.

L’intervento su David Bennett, che aveva solo 57 anni, era stato dichiarato riuscito, ma a distanza di pochissimi mesi l'Università del Maryland, negli Usa, dà notizia della morte dell’uomo.

Un annuncio molto triste ma prevedibile, per noi di LAV e per molti scienziati che da anni combattono contro l’inutile, fallimentare e crudele pratica degli xenotrapianti.

Una metodologia sostenuta anche nel nostro Paese dove, per legge, doveva essere abolita già dal 2014 e, invece, continua ad essere possibile e il cui divieto è stato posticipato di ben 11 anni, al 2025

Gli studi di trapianti tra specie dimostrano come questa tecnica sia fallimentare, a causa dell’insorgenza di gravi problemi di rigetto e della possibilità che vengano veicolati patogeni senza controllo (con complicazioni virologiche). A ciò si aggiungono le chiare incognite nell’uso di modelli geneticamente modificati e le evidenti considerazioni etiche, sottolineate anche da importanti istituzioni internazionali.

Viviamo in un Paese che non fa nulla per sostenere la donazione del corpo post mortem per la ricerca o incentivare lo sviluppo di modelli alternativi di organi ricostruiti in vitro e dove, purtroppo, è stata ancora posticipata la possibilità di mettere la parola fine a questi errori ed orrori.

Una scienza diversa non è solo possibile, ma doverosa per gli animali e per tutti i malati di cui dobbiamo rispettare le speranze.