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Cane poliziotto clonato in Cina: una aberrante e inutile speculazione

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 20 marzo 2019

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Dopo la clonazione di Zhong Zhong e Hua Hua, le prime scimmie nate nel 2018 con la tecnica della pecora Dolly, e le 5 scimmiette insonni, che saranno utilizzate per studiare squilibri legati al sonno, ansia e depressione, in Cina è la volta del primo primo cane “poliziotto” clonato, esperimento finalizzato a ridurre drasticamente i costi e i tempi di addestramento.

Non possiamo che definire aberrante questo ennesimo esperimento, effettuato nella più grande struttura dedicata alla clonazione genetica di animali, la Sinogene Biotechnology Company di Pechino.

Se le tecniche di clonazione sono evidentemente inaccettabili per motivi etici, esse lo sono doppiamente perché – come dimostra bene questa notizia – la manipolazione della vita degli animali è essenzialmente guidata da interessi economici e speculazione.

L’idea di poter ordinare la nascita di cani, manipolandone le caratteristiche genetiche, come si trattasse di oggetti, è ripugnante sia dal punto di vista etico che scientifico. 

Gli esperimenti di clonazione, infatti, hanno una elevata percentuale di insuccesso e determinano chissà quanti embrioni, feti e cloni malati e poi soppressi, dei quali però non viene data notiziaLe tecniche di clonazione animale sono ancora molto lontane dall’essere perfettamente collaudate: questo vuole dire bassa efficienza delle procedure, che tradotto in altri termini significa perdita di vite animali, fatto che però molti scienziati si guardano bene dal dichiarare pubblicamente.

In ultimo, ma non in ordine di importanza, vale la pena ribadire l’assurdità di un’idea che prevede di far nascere cani già imprintati per determinati “servizi” – qui per essere utili alla polizia nel rilevamento di droghe.

Gli animali, incluso l’essere umano, sono frutto di una complessa espressione genetica e di un percorso evolutivo legato all’ambiente e non possono essere costruiti ingegneristicamente, come se fossero la pura e semplice sommatoria di pezzi da smontare e rimontare a piacimento.

Michela Kuan
Responsabile LAV Ricerca senza Animali

 

APPROFONDIMENTO

Uno studio - basato su dati INFIGEN, una delle multinazionali clonatrici, e su studi di Atsuo Ogura del National Institute of Infectious Diseases di Tokyo - pubblicato anche dalla testata inglese New Scientist, afferma che il 75% degli embrioni animali clonati muore entro i primi due mesi di gravidanza e che comunque il 25% nasce morto o con deformità incompatibili con la vita. Da 100 cellule di partenze mediamente una sola diverrà un animale “adulto e sano”. I problemi che più di frequente presentano gli animali clonati sono: taglia corporea più grande del normale, patologie cardiache e polmonari, reni deformi, blocchi intestinali, deficienze immunitarie, diabete, tendini di lunghezza inferiore al normale, ecc.

Gli individui malformati vengono soppressi alla nascita oppure vengono eutanasizzati dopo aver sofferto per un’imprevista malattia. Ecco perché la notizia di tali esperimenti viene resa pubblica solo dopo alcune settimane o mesi dall’evento, ovvero quando l’animale sopravvive almeno alla prima fase della sua esistenza da “creatura da laboratorio”.