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Covid19, nuovo studio: varianti visoni minacciano salute pubblica

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 28 aprile 2021

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Un recente studio, conferma ancora una volta che le mutazioni specifiche che il coronavirus sviluppa replicandosi tra i visoni, provocano una riduzione della capacità di neutralizzazione del virus tramite la normale risposta anticorpale (in caso di infezione), così come di anticorpi utilizzati nelle cure.  

In Italia, la sospensione dell’allevamento dei visoni a tutto il 2021 (disposta dal Ministro Speranza) non ha impedito l’insorgenza di un secondo focolaio in un allevamento veneto, nonostante la presenza dei “soli” visoni riproduttori.

Per questo abbiamo rinnovato le nostre richieste al Ministro della Salute ed al Comitato Tecnico Scientifico: di disporre un DIVIEO PERMANENTE all’allevamento dei visoni (e di animali “da pelliccia” in genere).

A settembre, quando già era nota la catena di contagio uomo-visone-uomo e con un centinaio di allevamenti focolaio tra Olanda, Danimarca, Spagna, Italia, USA, il CTS dichiarava: “allo stato attuale non ci sono evidenze scientifiche che gli animali possano rappresentare per l’uomo un rischio di trasmissione del virus SARS-CoV-2”.

Lettera a Ministro Speranza e CTS

Sottovalutare, ancora, il rischio di diffusione del coronavirus e di nuove varianti, dovuto alla presenza di allevamenti di visoni (anche se con densità di popolazione ridotta ai soli “riproduttori”) costituisce una grave e costante minaccia per la salute pubblica.

Simone Pavesi
Responsanbile Area Moda Animal Free


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