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Abbiamo inviato la richiesta di apertura di procedura d'infrazione per l'Italia

La leggina Lollobrigida è di fatto inapplicabile. Inviata la richiesta apertura della procedura d’infrazione.

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Ultimo aggiornamento

martedì 23 gennaio 2024

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Area food

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Un ulteriore attacco alla necessaria transizione alimentare

Martedì 23 gennaio, in Consiglio AGRIFISH a Bruxelles, composto dai Ministri dell’Agricoltura e della Pesca di tutti i Paesi membri, Italia, Austria e Francia presenteranno un documento volto a ottenere un divieto europeo sulla produzione di carne coltivata.

Una manovra che prende le mosse dalla crociata antiscientifica del Ministro Lollobrigida, la nota, infatti, non è altro che un documento con cui l’insensata lotta “made in Italy” alla transizione alimentare viene portata a Bruxelles, reiterando anche in questa sede la falsa pretesa di “difendere i cittadini e tutelare l’intero comparto zootecnico”.

Una farsa che lavora per l’ottenimento di un veto europeo sullo sviluppo di un’industria che potrebbe significativamente ridurre la sofferenza degli animali negli allevamenti e le conseguenze della zootecnia su clima e salute pubblica.

Esempio dell’effetto della battaglia ideologica e populista promossa dal Ministro italiano è la manifestazione che nella giornata di lunedì 22 gennaio ha visto circa cento esponenti dei Cra (Comitati Riuniti Agricoli) impegnati a lamentare un’Europa troppo propensa a promuovere i novel foods, senza rendersi conto che le problematiche, soprattutto di ordine economico, che si trovano a fronteggiare sono esacerbate dalla politica di Lollobrigida, che manipola l’opinione pubblica, senza davvero tutelare i piccoli e medi produttori.

LAV ha più volte illustrato le opportunità offerte della carne coltivata nel proprio position paper e in
diversi articoli sul tema, informati da evidenze scientifiche e dati fattuali, a differenza di quanto incluso nel documento di Italia, Austria, e Francia.

La nota riporta infatti informazioni obsolete, dati volutamente parziali, utilizzati in modo strumentale, e numerosi errori fattuali che distorcono il dibattito sul ruolo necessario della carne coltivata in un settore agroalimentare che deve necessariamente diventare più “sostenibile”.

Le domande contenute nel documento si rifanno a valori di ordine etico, ambientale, sociale, sanitario ed economico, volutamente ignorando le pesanti criticità dell’industria zootecnica.

Se come si dichiarano Italia, Austria, Francia e gli ulteriori nove Paesi che hanno deciso di supportare la nota, realmente mirassero a una maggiore trasparenza, sostenibilità ed eticità del comparto zootecnico, i rispettivi Ministri avrebbero lavorato per spronare la presentazione di una proposta di legge che desse seguito all’iniziativa dei cittadini europei “End The Cage Age”.

Difatti, in riferimento ai dubbi sull’eticità della carne coltivata, che i Ministri hanno tentato di corroborare con dati parziali, si guardi al rapporto più recente dell’Eurobarometro, di marzo 2023 e non del 2020 come citato nella nota, dal quale emerge che l’84% degli europei ritiene che il benessere degli animali allevati dovrebbe essere tutelato meglio nel proprio Paese, quasi sette intervistati su dieci (67%) affermano che vorrebbero avere maggiori informazioni sulle condizioni di allevamento degli animali e il 90% che le pratiche agricole e di allevamento debbano soddisfare i requisiti etici di base, quest’ultimo dato ulteriormente suffragato dal fatto che più di nove europei su dieci ritengono che sia importante proteggere il benessere degli animali d'allevamento.

Sempre riguardo gli scetticismi etici sollevati nella nota, si tenta paradossalmente di sostenere che un sistema, quello zootecnico, che detiene in condizioni pesantemente inadeguate oltre 300milioni di animali ogni anno al solo scopo di ucciderli sarebbe meno impattante sul loro benessere rispetto a un saltuario prelievo di cellule (una biopsia delle dimensioni di un chicco di mais) effettuato sotto anestesia, senza che debbano mai essere macellati.

A ulteriore riprova dell’intenzione, tutt’altro che disinteressata, si ricorda che l’Italia non ha mai fatto richiesta di consultazioni pubbliche, assumendo ora una linea politica pesantemente incoerente.

Anzi, lo scorso giugno 2023, dopo aver pubblicamente denigrato l’uso di OGM per anni, le commissioni congiunte Agricoltura e Ambiente hanno aperto all’utilizzo delle New Genomic Techniques, o TEA in italiano (Tecniche di Evoluzione Assistita), dando il via libera alla loro sperimentazione con l’approvazione all’unanimità del decreto legge siccità, ignorando le opposizioni delle associazioni ambientaliste.

Se la nota venisse approvata, dunque, la Commissione europea si impegnerebbe a sostenere una consultazione pubblica, disconoscendo di conseguenza il ruolo di EFSA quale organo deputato alla valutazione dei novel food nel mercato comunitario, ritardando la presa in esame di nuovi prodotti alimentari.

Ulteriormente, la produzione di carne da macellazione è responsabile della più parte delle emissioni clima-alteranti del settore agricolo, peraltro fornendo a livello globale solo il 18% delle calorie alimentari (Good Food Institute). In Italia soltanto, sono oltre 18 milioni le tonnellate di CO2eq emesse dalla produzione e dal consumo di carne (Il  costo nascosto del consumo di carne in Italia) di contro studi condotti nel 2023, hanno dimostrato che una produzione di carne coltivata su larga scala potrebbe ridurre le emissioni fino al 90% (Delft CE).

Esempio delle potenzialità dell’agricoltura cellulare è l’investimento del Governo olandese in produzioni cell-based, il quale è stato stimato che genererà una crescita incrementale del PIL olandese di 10-14 miliardi di euro all'anno entro il 2050, con significativi benefici globali per il clima, l'ambiente e la salute.
Tra questi, la possibilità di evitare circa 12 milioni di tonnellate di emissioni di CO2-eq. e 100-130 kton di ammoniaca all'anno nel 2050.

Inoltre, la stragrande maggioranza delle oltre 160 aziende, di cui un terzo in Europa, che lavorano sulla carne coltivata in tutto il mondo sono start-up indipendenti. La carne coltivata può essere prodotta da aziende di tutte le dimensioni, analogamente alla produzione della birra può dunque essere prodotta da piccole realtà e da marchi internazionali di più grandi dimensioni.

Per consentire un ecosistema diversificato di aziende in cui possano prosperare i produttori indipendenti, le autorità dovrebbero finanziare la ricerca ad accesso libero, supportando lo sviluppo del settore, piuttosto che vietarlo in via preventiva.

Esempio ne è Respect Farms Netherlands, la prima fattoria di carne coltivata, che non ha usurpato il lavoro di nessun allevato, bensì, focalizzandosi sulle competenze e imprenditoriale degli agricoltori, invece di sostituirli, ha permesso loro di riconvertire la propria azienda. Questo permette che tutti possano beneficiare dei grandi progressi ambientali della carne senza macellazione, ma anche di catene del valore brevi e trasparenti e del forte tessuto culturale della produzione locale.

Non è tollerabile che un tema di grande interesse scientifico, sociale ed economico per l’Italia e l’Europa tutta diventi una strumentalizzazione della propaganda di chi usa il rispetto delle tradizioni come copertura per boicottare cambiamenti necessari ed urgenti dello status quo.

La Commissione rifiuti categoricamente le richieste della nota presentata da Italia, Austria e Francia, in virtù di un’effettiva lungimiranza e volontà di raggiungere gli obiettivi sanciti dal Green Deal, dimostrandosi competente nell’affrontare la necessità di una transizione dell’industria alimentare, non più differibile.