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Abbiamo inviato la richiesta di apertura di procedura d'infrazione per l'Italia

La leggina Lollobrigida è di fatto inapplicabile. Inviata la richiesta apertura della procedura d’infrazione.

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Ultimo aggiornamento

venerdì 02 febbraio 2024

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L’Europa ha capito che l’Italia ha giocato sporco e ha bloccato la valutazione Tris

*** Abbiamo inviato oggi 5 febbraio una richiesta ufficiale all'Unione Europea per l'apertura di una procedura d'infrazione contro l'Italia.  Vogliamo e dobbiamo cancellare del tutto una Legge ideologica e anti-progresso.***

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L’Europa ha interrotto la valutazione TRIS sulla legge ideologica del Ministro Lollobrigida, su carne coltivata e meat-sounding, perché già in vigore in Italia violando il Diritto Europeo. La Commissione, accortasi della manovra, ha inevitabilmente chiuso in anticipo la procedura, in quanto può intervenire solo sui Disegni di Legge, e ha chiesto spiegazioni all’Italia.

LAV, forte di un autorevole parere giuridico, lunedì invierà a Bruxelles la richiesta di apertura della procedura d'infrazione contro l'Italia in maniera da cancellare del tutto la "scatola vuota" della leggina Lollobrigida, poiché è ora, sul testo di Legge in vigore, che la Commissione può e deve agire.

Il Ministro Lollobrigida, nel frattempo, dichiara che l’interruzione della TRIS è un segnale positivo, che “la legge è serenamente in vigore e non c’è nessun rischio di una procedura di infrazione, ma sono dichiarazioni di facciata.

Difatti, come affermato da sempre da LAV, la Legge non è conforme  al diritto europeo e i limiti che introduce violano i diritti garantiti proprio dal diritto comunitario, sia per i cittadini consumatori che per le imprese, con potenziali danni gravosi al Mercato Unico.

È imbarazzante che un Ministero come quello dell’Agricoltura, che dovrebbe conoscere perfettamente il diritto europeo e le regole comunitarie, le ignori, tentando di forzare volutamente la mano e commettendo un “errore” voluto e pianificato solo a fini elettorali per il prossimo voto europeo.

A Bruxelles, infatti, quando è stata inviata la notifica per l’apertura della valutazione Tris, è stato fatto pervenire il Disegno di Legge, sebbene nello stesso giorno il Presidente Mattarella avesse firmato il provvedimento, che è stato subito pubblicato dopo poche ore in Gazzetta Ufficiale, con una rapidità anomala, pari solo a quella dei Decreti legge, nonostante le chiare perplessità del Quirinale a firmare e l'impegno di Lollobrigida ad adeguarsi alle eventuali (per noi certe) decisioni di Bruxelles. 

Per di più, il principio cardine di tutta la Legge – il principio di precauzione – non può essere esteso alla “tutela del patrimonio agroalimentare”, cioè uno dei due obiettivi dichiarati del provvedimento, cosa che rende il divieto, per sua natura, infondato, oltre che ideologico. Un motivo in più per pronunciare questa Legge illegittima e inapplicabile.

Analogamente, anche il fatto che la Legge e relativa analisi d’impatto, siano del tutto prive di qualunque riferimento e/o dato circa il benessere degli animali, espressamente tutelato dal diritto europeo, è motivo di inapplicabilità, come la mancata presa in considerazione della sostenibilità, che ha un inevitabile impatto su ambiente e persone, soprattutto tenendo conto della prospettiva One Health, al centro della normativa europea in materia di Food Law, anche in vista degli Obiettivi 2030.

La verità sulla carne coltivata e su questa legge ideologica sono state portate alla luce da LAV in diversi articoli e sono il motivo per cui l’Europa non potrà che bloccare questa battaglia anti-progresso e che mette in ridicolo l’Italia.

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mercoledì 24 gennaio 2024

Crociata a Bruxelles contro la carne coltivata: nessun risultato per il Ministro Lollobrigida

La crociata contro la carne coltivata del Ministro Lollobrigida ritorna da Bruxelles senza alcun risultato.

Ieri infatti, alla riunione del Consiglio europeo dell’agricoltura la Commissaria alla salute e sicurezza alimentare Stella Kyriakides “ha preso atto delle osservazioni portate da Austria, Italia e Francia sottoscritte da altri nove Paesi" ma ha ribadito che quando ci saranno le prime richieste di autorizzazioni al commercio per prodotti con carne coltivata - già legale in varia maniera a Singapore, Israele e negli USA – saranno ovviamente attivate l’Autorità per la Sicurezza Alimentare-EFSA e il Regolamento comunitario “novel food” in vigore e, ha sottolineato che comunque se mangiare o no una bistecca coltivata, una volta che sarà autorizzata, “devono deciderlo i consumatori”.

Sconfitta quindi la richiesta avanzata dal nostro Governo di commissariare l’EFSA su questo tema, come se non fosse un organismo autorevole, scientifico, indipendente.

Vano anche il tentativo di far copiare da Bruxelles la recente leggina italiana di divieto che, è il parere della LAV, non potrà non essere presto oggetto di una procedura d’infrazione e sarà cassata dalla Commissione europea anche per la previsione del divieto di diciture dei prodotti a base vegetale, il cosiddetto “meat sounding”, come affermato oggi dal presidente di Unionfood di Confindustria, Paolo Barilla.
Di fatto l’etichettatura di cotolette di soia e affettati di seitan è chiara e sufficiente, e questo provvedimento penalizzerebbe proprio le produzioni italiane da parte di un Ministro che si definisce “per la sovranità alimentare”.

Il Ministro Lollobrigida non straparli di “amplissima maggioranza di Paesi” quando sono solo dieci i Paesi ad aver firmato il suo documento che esprime dei dubbi sulla carne coltivata. Non straparli di cibo di qualità quando il suo principale sostenitore è sponsorizzato dal più noto marchio di fast food americano, così come non straparli di tutela dell’ambiente e degli agricoltori quando lui stesso incentiva le grandi concentrazioni di allevamenti intensivi. La carne coltivata così come il sostegno alle produzioni vegetali sono invece le strade da perseguire a tutela di tutti, già imboccate da Paesi europei come Olanda e Danimarca che in fatto di interessi zootecnici non hanno nulla da invidiare all’Italia. Gianluca Felicetti, Presidente LAV


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martedì 23 gennaio 2024

Il Ministro Lollobrigida porta a Bruxelles la sua crociata contro la carne coltivata

Martedì 23 gennaio, in Consiglio AGRIFISH a Bruxelles, composto dai Ministri dell’Agricoltura e della Pesca di tutti i Paesi membri, Italia, Austria e Francia presenteranno un documento volto a ottenere un divieto europeo sulla produzione di carne coltivata.

Una manovra che prende le mosse dalla crociata antiscientifica del Ministro Lollobrigida, la nota, infatti, non è altro che un documento con cui l’insensata lotta “made in Italy” alla transizione alimentare viene portata a Bruxelles, reiterando anche in questa sede la falsa pretesa di “difendere i cittadini e tutelare l’intero comparto zootecnico”.

Una farsa che lavora per l’ottenimento di un veto europeo sullo sviluppo di un’industria che potrebbe significativamente ridurre la sofferenza degli animali negli allevamenti e le conseguenze della zootecnia su clima e salute pubblica.

Esempio dell’effetto della battaglia ideologica e populista promossa dal Ministro italiano è la manifestazione che nella giornata di lunedì 22 gennaio ha visto circa cento esponenti dei Cra (Comitati Riuniti Agricoli) impegnati a lamentare un’Europa troppo propensa a promuovere i novel foods, senza rendersi conto che le problematiche, soprattutto di ordine economico, che si trovano a fronteggiare sono esacerbate dalla politica di Lollobrigida, che manipola l’opinione pubblica, senza davvero tutelare i piccoli e medi produttori.

LAV ha più volte illustrato le opportunità offerte della carne coltivata nel proprio position paper e in
diversi articoli sul tema, informati da evidenze scientifiche e dati fattuali, a differenza di quanto incluso nel documento di Italia, Austria, e Francia.

La nota riporta infatti informazioni obsolete, dati volutamente parziali, utilizzati in modo strumentale, e numerosi errori fattuali che distorcono il dibattito sul ruolo necessario della carne coltivata in un settore agroalimentare che deve necessariamente diventare più “sostenibile”.

Le domande contenute nel documento si rifanno a valori di ordine etico, ambientale, sociale, sanitario ed economico, volutamente ignorando le pesanti criticità dell’industria zootecnica.

Se come si dichiarano Italia, Austria, Francia e gli ulteriori nove Paesi che hanno deciso di supportare la nota, realmente mirassero a una maggiore trasparenza, sostenibilità ed eticità del comparto zootecnico, i rispettivi Ministri avrebbero lavorato per spronare la presentazione di una proposta di legge che desse seguito all’iniziativa dei cittadini europei “End The Cage Age”.

Difatti, in riferimento ai dubbi sull’eticità della carne coltivata, che i Ministri hanno tentato di corroborare con dati parziali, si guardi al rapporto più recente dell’Eurobarometro, di marzo 2023 e non del 2020 come citato nella nota, dal quale emerge che l’84% degli europei ritiene che il benessere degli animali allevati dovrebbe essere tutelato meglio nel proprio Paese, quasi sette intervistati su dieci (67%) affermano che vorrebbero avere maggiori informazioni sulle condizioni di allevamento degli animali e il 90% che le pratiche agricole e di allevamento debbano soddisfare i requisiti etici di base, quest’ultimo dato ulteriormente suffragato dal fatto che più di nove europei su dieci ritengono che sia importante proteggere il benessere degli animali d'allevamento.

Sempre riguardo gli scetticismi etici sollevati nella nota, si tenta paradossalmente di sostenere che un sistema, quello zootecnico, che detiene in condizioni pesantemente inadeguate oltre 300milioni di animali ogni anno al solo scopo di ucciderli sarebbe meno impattante sul loro benessere rispetto a un saltuario prelievo di cellule (una biopsia delle dimensioni di un chicco di mais) effettuato sotto anestesia, senza che debbano mai essere macellati.

A ulteriore riprova dell’intenzione, tutt’altro che disinteressata, si ricorda che l’Italia non ha mai fatto richiesta di consultazioni pubbliche, assumendo ora una linea politica pesantemente incoerente.

Anzi, lo scorso giugno 2023, dopo aver pubblicamente denigrato l’uso di OGM per anni, le commissioni congiunte Agricoltura e Ambiente hanno aperto all’utilizzo delle New Genomic Techniques, o TEA in italiano (Tecniche di Evoluzione Assistita), dando il via libera alla loro sperimentazione con l’approvazione all’unanimità del decreto legge siccità, ignorando le opposizioni delle associazioni ambientaliste.

Se la nota venisse approvata, dunque, la Commissione europea si impegnerebbe a sostenere una consultazione pubblica, disconoscendo di conseguenza il ruolo di EFSA quale organo deputato alla valutazione dei novel food nel mercato comunitario, ritardando la presa in esame di nuovi prodotti alimentari.

Ulteriormente, la produzione di carne da macellazione è responsabile della più parte delle emissioni clima-alteranti del settore agricolo, peraltro fornendo a livello globale solo il 18% delle calorie alimentari (Good Food Institute). In Italia soltanto, sono oltre 18 milioni le tonnellate di CO2eq emesse dalla produzione e dal consumo di carne (Il  costo nascosto del consumo di carne in Italia) di contro studi condotti nel 2023, hanno dimostrato che una produzione di carne coltivata su larga scala potrebbe ridurre le emissioni fino al 90% (Delft CE).

Esempio delle potenzialità dell’agricoltura cellulare è l’investimento del Governo olandese in produzioni cell-based, il quale è stato stimato che genererà una crescita incrementale del PIL olandese di 10-14 miliardi di euro all'anno entro il 2050, con significativi benefici globali per il clima, l'ambiente e la salute.
Tra questi, la possibilità di evitare circa 12 milioni di tonnellate di emissioni di CO2-eq. e 100-130 kton di ammoniaca all'anno nel 2050.

Inoltre, la stragrande maggioranza delle oltre 160 aziende, di cui un terzo in Europa, che lavorano sulla carne coltivata in tutto il mondo sono start-up indipendenti. La carne coltivata può essere prodotta da aziende di tutte le dimensioni, analogamente alla produzione della birra può dunque essere prodotta da piccole realtà e da marchi internazionali di più grandi dimensioni.

Per consentire un ecosistema diversificato di aziende in cui possano prosperare i produttori indipendenti, le autorità dovrebbero finanziare la ricerca ad accesso libero, supportando lo sviluppo del settore, piuttosto che vietarlo in via preventiva.

Esempio ne è Respect Farms Netherlands, la prima fattoria di carne coltivata, che non ha usurpato il lavoro di nessun allevato, bensì, focalizzandosi sulle competenze e imprenditoriale degli agricoltori, invece di sostituirli, ha permesso loro di riconvertire la propria azienda. Questo permette che tutti possano beneficiare dei grandi progressi ambientali della carne senza macellazione, ma anche di catene del valore brevi e trasparenti e del forte tessuto culturale della produzione locale.

Non è tollerabile che un tema di grande interesse scientifico, sociale ed economico per l’Italia e l’Europa tutta diventi una strumentalizzazione della propaganda di chi usa il rispetto delle tradizioni come copertura per boicottare cambiamenti necessari ed urgenti dello status quo.

La Commissione rifiuti categoricamente le richieste della nota presentata da Italia, Austria e Francia, in virtù di un’effettiva lungimiranza e volontà di raggiungere gli obiettivi sanciti dal Green Deal, dimostrandosi competente nell’affrontare la necessità di una transizione dell’industria alimentare, non più differibile.


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venerdì 15 dicembre 2023

Carne coltivata: domani in vigore la legge che beneficia solo la lobby della carne

Oggi davanti al Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare abbiamo ricordato alla vigilia della sua entrata in vigore, che la Legge n.651 contro la carne coltivata e le den... LEGGI I DETTAGLI

Oggi davanti al Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare abbiamo ricordato alla vigilia della sua entrata in vigore, che la Legge n.651 contro la carne coltivata e le denominazioni “meat-sounding” è un provvedimento ideologico e antiscientifico volto solo a tutelare gli interessi della lobby della carne e ad ostacolare la transizione alimentare a danno del Paese tutto.



La Legge contro la carne coltivata del Ministro Lollobrigida è un provvedimento ideologico e antiscientifico, volto a bloccare la transizione alimentare e la diffusione dei prodotti 100% vegetali. Oggi abbiamo dimostrato quanto insensato esso sia. Con alimenti plant-based dalle denominazioni “meat-sounding” e cartelli che mettono a confronto carne coltivata e macellata, abbiamo sottolineato che le alternative ai prodotti di origine animale, ottenuti quindi tramite sofferenza e morte, sono opzioni valide, sane ed etiche e la loro diffusione non sarà arginata nonostante gli sforzi del Ministro. Inoltre, i prodotti da agricoltura cellulare possono rappresentare un valido supporto alla trasformazione dell’attuale sistema alimentare per tutte quelle persone che non intendono adottare un’alimentazione 100% vegetale: il Governo avrebbe il dovere di supportarle piuttosto che combatterle. L’obiettivo di questa Legge, però, è proteggere gli interessi della zootecnia, senza alcun rispetto per gli animali, il clima o i cittadini, ma sappiamo che l’Europa non potrà far altro che aprire la procedura d’infrazione nei confronti dell’ItaliaDomiziana Illengo, campaigner alimentazione vegana 

La Legge, promulgata il 1° dicembre in contemporanea all’invio della notifica all’Europa, seguendo un iter più unico che raro, rappresenta un dichiarato intento a ostacolare la progressiva evoluzione del sistema alimentare italiano verso produzioni vegetali e alternative a quelle di origine animale.

Un tentativo che varrà all’Italia l’apertura della procedura d’infrazione da parte dell’Europa, la quale valuterà il provvedimento secondo la procedura TRIS, che prevede un periodo di tre mesi, rinnovabile per altri tre, in cui la Commissione Europea potrà commentare e modificare l’atto normativo.

La Legge infatti pone il veto sul commercio di un prodotto alimentare non ancora esistente in Europa, anticipando addirittura il parere dell’autorità per la Sicurezza Alimentare (EFSA), organo scientifico deputato a tale valutazione, e sull’uso di denominazioni “meat-sounding”, come burger vegetale o polpette vegane, che potrebbero alterare gli equilibri del mercato comunitario, pesantemente sfavorendo l’Italia.

La carne coltivata, come LAV ha rimarcato più volte anche con un position paper in materia, è una delle vie possibili con cui supportare l’inevitabile e necessaria transizione alimentare. Analoga per caratteristiche alla carne proveniente da macellazione, quindi dall’uccisione di esseri senzienti, risulta negli studi condotti finora sicura e potenzialmente molto meno inquinante rispetto alle produzioni zootecniche, ma soprattutto permette di offrire alle persone un’alternativa per cui “l’unica differenza è la sofferenza”, come riportato anche dai uno dei cartelli esposti durante il sit-in.

Inoltre, le denominazioni “meat-sounding” sono usate per designare alimenti plant-based da oltre vent’anni, lo testimonia ad esempio l’Accademia della Crusca, che sul proprio sito riporta “veggie burger è un composto inglese entrato in testi di lingua italiana a partire dalla fine degli anni ’90 e sta registrando numerose e crescenti occorrenze sul web, sui giornali, sui libri”. L’uso di queste terminologie non desta confusione nei consumatori, che ne sono anzi avvezzi, dato confermato da numerosi sondaggi, come quello svolto da Unionfood sulla comprensione dei consumatori in merito a tali prodotti. Dall’indagine è emerso che le persone scelgono di consumare prodotti vegetali per diverse ragioni, di salute, etiche, o ambientali, ma nondimeno l’80% dei soggetti partecipanti all’indagine ha dichiarato di comprendere con chiarezza quanto riportato sulle etichette, ritenute semplici da leggere, comprensibili e non fuorvianti.

Cambiarle non solo determina un immediato costo per tutti i produttori nazionali, ma anche un potenziale danno economico derivante dalla delocalizzazione delle produzioni, e dalla ridotta familiarità dei consumatori con le nuove denominazioni, con la conseguenza di perdita di opportunità commerciali per le imprese nazionali non solo in Italia ma in tutta l’UE.


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venerdì 01 dicembre 2023

Carne coltivata: il presidente della Repubblica ha firmato il disegno di legge

***ULTIM'ORA:  I Media riportano che il Presidente Mattarella, contrariamente alle notizie diffuse questa mattina, ha firmato il decreto contro la carne coltivata, notificando immediatamente la f... LEGGI I DETTAGLI

***ULTIM'ORA:  I Media riportano che il Presidente Mattarella, contrariamente alle notizie diffuse questa mattina, ha firmato il decreto contro la carne coltivata, notificando immediatamente la firma all'Unione Europee. Non potrà quindi non partire la procedura d'informazione per violazione norme UE, approvata anche dall'Italia.***


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venerdì 01 dicembre 2023

Primo importante stop a legge su 'cibi sintetici': il Presidente Mattarella non firma

Si arresta, almeno per ora, la crociata del Ministro Lollobrigida contro i cibi cosiddetti “sintetici” e i cibi vegetali: il Presidente Mattarella non firma la legge, che deve quindi aspettare l... LEGGI I DETTAGLI

Si arresta, almeno per ora, la crociata del Ministro Lollobrigida contro i cibi cosiddetti “sintetici” e i cibi vegetali: il Presidente Mattarella non firma la legge, che deve quindi aspettare l’ok dell’Europa.

L’inapplicabilità del provvedimento era oggettiva: lo abbiamo fatto presente sin dall’inizio. La mancata firma del Presidente Mattarella pone finalmente un freno a una battaglia del tutto ideologica. La carne coltivata, una volta approvata dalla Commissione Europea ed entrata in commercio, sarà un ulteriore importante tassello della transizione alimentare, affiancandosi ai prodotti vegetali già in commercio e supportando la trasformazione del sistema alimentare perché non si basi più sullo sfruttamento di centinaia di milioni di animali ogni anno, solo in Italia.

LA RICERCA ITALIANA PUO' PROSEGUIRE

Svariati sono gli istituti di ricerca italiani impegnati nello studio dei cibi da agricoltura cellulare, che potranno ora proseguire il proprio lavoro nello sviluppare alternative nutrienti, sane ed etiche.

Difatti, i prodotti da agricoltura cellulare hanno il potenziale per ridurre drasticamente le emissioni, l’utilizzo del suolo e dell’acqua attualmente correlate alla produzione di carne (Tuomisto e Teixeira, 2015; Mattick et al., 2015; Tuomisto et al., 2022). In fondo abbiamo imparato a conoscere l’uso della scienza ad intermittenza del Ministro Lollobrigida.

Lo abbiamo ha ripetuto a più riprese: quella dei “novel food”, ovvero dei nuovi cibi che vengono immessi sul mercato unico, è materia europea, il Ministro dovrebbe già averlo imparato dopo la battaglia contro gli insetti, sgonfiatasi nello stesso modo, su cui LAV ha una posizione netta.

Il tentativo di bloccare, ancor prima delle opportune valutazioni delle istituzioni europee, lo sviluppo dei prodotti da agricoltura cellulare (erroneamente e volutamente chiamati “sintetici” per screditarne la natura) si mostra per l’ennesima volta una mossa ideologica e vuota di sostanza, uno spreco di tempo e soldi che ha avuto come unico risultato quello di chiarire che il progresso in Italia non viene supportato a meno che non faccia comodo ai big della zootecnia.

Il disegno di legge, approvato dalla Camera lo scorso 16 novembre, prima di essere sottoposto all’esame del Presidente della Repubblica, dovrebbe infatti essere notificato all'Europa; notifica che è stata revocata a pochi giorni dall'ultima votazione e mai più ripresentata, nonostante il Ministro Lollobrigida lo avesse garantito.

È NECESSARIO ATTENDERE IL PARERE  DELL' EFSA

Forse il Ministro, troppo intento nell’accomodare gli interessi di cacciatori e lobby della carne, si è scordato che l’Italia, in quanto stato membro dell’Unione Europea, è soggetta al Regolamento comunitario e dovrà attendere il parare di EFSA (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, con sede a Parma) sui prodotti da agricoltura cellullare per non incorrere nella procedura di infrazione.

Il primato normativo che il Governo ha cercato di ottenere violerebbe la libera circolazione delle merci nel mercato unico e ostacolerebbe gli scambi commerciali tra Stati europei, ponendosi sul filo dell’incostituzionalità.

ALT ALLA MESSA AL BANDO DEL MEAT-SOUNDING

Lo stop del DDL permette quindi alla ricerca di proseguire liberamente, e impedisce la messa al bando di termini “meat-sounding”, non ponendo limitazioni bandiera all’adozione di un’alimentazione vegetale e a tutte quelle persone – sempre di più – che vogliono eliminare la sofferenza perenne degli animali negli allevamenti.

Bloccato, quindi, per ora, anche il tentativo di mettere fuori legge la possibilità di chiamare una cotoletta di funghi cotoletta, un burger vegetale burger, e via dicendo, divieto che già anni fa era stato respinto dal Parlamento europeo. Si tratta del cosiddetto “meat sounding” che proprio questa legge, con un emendamento inserito in corsa, mira a bloccare, a scapito di tutte quelle imprese italiane che producono cibi vegetali di qualità, e si vedono così pesantemente danneggiate, e dei consumatori, che avranno indicazioni meno chiare sui prodotti che già acquistano regolarmente.

Sarebbe anche interessante chiedere al Ministro, per esempio, come ci si regolerà con cibi come il salame di cioccolato, dolce della tradizione che, per coerenza, non potrebbe più essere chiamato in questo modo, quando e se la legge entrerà in vigore


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giovedì 16 novembre 2023

DdL "carne coltivata": approvato il provvedimento ideologico antiscientifico

Alla Camera, oggi, il voto finale alla Legge “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture ... LEGGI I DETTAGLI

Alla Camera, oggi, il voto finale alla Legge “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati nonché di divieto della denominazione di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali”.

Approvato (159 voti favorevoli della maggioranza, 34 astenuti e 53 voti contrari) il provvedimento che vieta la produzione, il possesso e la vendita di carne coltivata, finalizzando la battaglia ideologica del Ministro Lollobrigida.

Un atto normativo profondamente antiscientifico che, con estrema ipocrisia nega, da una parte, gli oggettivi danni dell’industria zootecnica sull’ambiente e, dall’altra, pone l’Italia in una posizione di impossibilità di sviluppo, danneggiando per primi gli animali, sfruttati e uccisi a milioni ogni anno negli allevamenti italiani, ma anche tutti i cittadini e le cittadine, la cui salute non sarà minimamente tutelata.

La Legge al suo interno contiene anche il divieto di utilizzare denominazioni legate alla carne per prodotti a base vegetale – cosiddetto “meat sounding”- divieto che si pone in ottica ostruzionistica nei confronti dei produttori alimentari, che vanno incontro a pesanti costi per adeguarsi al provvedimento, ed è parte di una manovra che vuole impedire l’inevitabile e quanto mai necessaria diffusione di cibi vegetali già in corso.

L’approvazione del Disegno di Legge, inoltre, pone l’Italia nella condizione di infrazione del Regolamento europeo sull’immissione sul mercato di novel foods che garantisce la libera circolazione di beni tra Stati, ora è impedita dal provvedimento.

A questo proposito, il Ministro Lollobrigida ha annunciato che “possiamo chiedere alla comunità scientifica europea di far passare la decisione (sui prodotti da agricoltura cellullare) della valutazione al tema della ricerca medica.”, pur essendo presente a livello comunitario un organo, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), con sede a Parma, creata e incaricata formalmente di valutare scientificamente i nuovi cibi che potrebbero essere immessi sul mercato.

LAV, che a più riprese ha fatto luce sull’insensatezza del Ddl, ricorda che quella appena approvata è una Legge non valida, che inevitabilmente sarà bocciata dall’Europa, in virtù del fatto che, quasi vent’anni fa e anche grazie al voto del centrodestra, l’Italia ha affidato all’UE le decisioni in materia di novel foods.

Emendamenti e ordini del giorno, che avrebbero potuto mitigare l’insensatezza del Disegno di Legge o proteggere per quanto possibile l’Italia dalla proceduta di infrazione, sono stati sistematicamente respinti, impedendo ogni minima modifica.

Durante la votazione il Ministro Lollobrigida, rafforzando le sue posizioni demagogiche favoreggianti Coldiretti, ha tentato di “fare chiarezza”, a sua detta, sul concetto di sicurezza alimentare, dichiarando di promuovere il “buon cibo per tutti”.

Il cosiddetto buon cibo del Ministro è prodotto per oltre il 90% in allevamenti intensivi, che nulla hanno di naturale e sono responsabili di pesantissimi danni all’ambiente e alla salute umana.

Ha ricordato inoltre che molte sono le persone che hanno firmato la petizione di Coldiretti, sostenuta dal Governo, basata integralmente su un singolo volantino, che con disegni cartoonistici rappresenta in modo scientificamente errato le produzioni da agricoltura cellulare, su cui gli interessi della ricerca si stanno concentrando a livello globale e in tantissimi Paesi europei, Italia inclusa.

Dunque, il suo “normiamo per il nostro popolo, l’unico a cui dare risposte implica che legiferare per il proprio popolo preveda anche l’inganno del medesimo, al fine di poter ottenere consensi, e nega tout court l’importanza del Regolamento Europeo.

Abbiamo, dunque, assistito ad una votazione cieca, pro-inquinamento, pro-sofferenza animale e schiava degli interessi personali a discapito di quelli nazionali, osteggiata, fino alla fine, dai primi firmatari degli emendamenti di +Europa, M5S, SVP e AVS.

In particolare, durante le votazioni, l’On. Quartini (M5S) ha dichiarato “Io capisco che chi vota a favore o si astiene risente delle pressioni lobbistiche, ma allora significa che non ha interesse per l’Italia”.

Anche l’On. Evi si è espressa sul provvedimento, evidenziando che “Se il Governo fosse sincero nei suoi obiettivi allora dovrebbe promuovere la riduzione del consumo di carne, si avvierebbe verso l’eliminazione dei fitofarmaci e si interrogherebbe sulla resistenza agli antibiotici. Proprio in Italia l’abuso di antibiotici è un problema che continua ad essere taciuto”.

Il provvedimento è un deliberato attacco al progresso, che impedisce all’Italia di evolversi come invece stanno facendo sempre più Stati europei ed extra-europei, con una significativa spinta nella direzione della Transizione Alimentare. Siamo davanti alla legalizzazione di una presa di posizione bieca e antiscientifica, che permette alla lobby zootecnica di continuare a sfruttare, violare e uccidere milioni di animali, peraltro danneggiando la salute di tutte le persone, osteggiando in ogni modo una sua trasformazione migliorativaDomiziana Illengo, responsabile area alimentazione vegana

In tema di crociate senza fondamento, l’altra battaglia del Ministro Lollobrigida, che si scaglia contro la presenza di insetti nei prodotti alimentari, non ha mai avuto seguito, nonostante avesse monopolizzato per mesi la comunicazione.

Difatti, i suoi quattro Decreti sull’etichettatura obbligatoria e posizione diversa sugli scaffali dei supermercati annunciati a marzo scorso unitamente ai Ministri della Salute e del Made in Italy non sono mai stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale, di conseguenza non esistono.


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giovedì 21 settembre 2023

LAV alla Camera in audizione porta la voce degli animali e dell'innovazione

Ieri con Domiziana Illengo, responsabile LAV settore Alimentazione Vegana, abbiamo portato alla Camera dei Deputati la voce degli animali, ricordando i danni della zootecnia e le opportuni... LEGGI I DETTAGLI

Ieri con Domiziana Illengo, responsabile LAV settore Alimentazione Vegana, abbiamo portato alla Camera dei Deputati la voce degli animali, ricordando i danni della zootecnia e le opportunità che l’agricoltura cellullare potrebbe offrire, prima dell’ultimo volto sul Ddl 651, contro carne coltivata e nomenclature “meat-sounding”, su cui ci eravamo espressi più volte.

Mirare a limitare il mercato dei prodotti plant-based, vietando termini come polpetta o burger - tentativo già bocciato dal Parlamento Europeo - e a bloccare a priori lo sviluppo di un nuovo settore innovativo, quello dei prodotti da agricoltura cellullare, sarebbe un grave rischio per l’Italia in termini economici e di sostenibilità, oltre che un deliberato ostacolo alla necessaria transizione alimentare e alla liberazione degli animali detenuti negli allevamenti.

Difatti, la transizione ecologica, quanto mai necessaria ed urgente in questo momento, deve comprendere la ristrutturazione degli attuali sistemi alimentari, che oltre ad essere fondati sullo sfruttamento animale, hanno severe ripercussioni sanitarie e climatiche.

La ricerca “Il costo nascosto della produzione di carne in Italia” illustra chiaramente le allarmanti conseguenze della zootecnia e i costi accessori ad essa associati, quasi 37 miliardi di euro ogni anno, di contro, il Menù del Cambiamento, presentato da LAV in occasione del pre-Summit UN 2023, indica le azioni necessarie per ripensare l’industria alimentare.

Il Ddl contro la carne coltivata deruberebbe dunque l’Italia della possibilità di implementare i cambiamenti necessari per liberare i milioni di animali detenuti e uccisi negli allevamenti – 630 milioni ogni anno – privandola di un’opportunità di sviluppo ecologico e industriale.

Il veto aprioristico sulla produzione e sul commercio, e quindi anche sulla ricerca, di alimenti cellulari, è stato proposto come una misura per “proteggere” le persone e il loro diritto all’informazione, ma che nei fatti mira a difendere gli allevamenti intensivi, principalmente in mano a poche multinazionali, e ostacolare il settore del plant-based.

Una linea d’azione che contrasta deliberatamente il progresso e la competitività dell’Italia, anche nei confronti di un mercato internazionale proiettato alla ricerca e allo sviluppo di proteine alternative.

È infatti del 14 settembre la notizia che The Cultivated B, azienda di prodotti cell-based, ha iniziato l’iter di pre-submission per la richiesta di approvazione ad EFSA, il che significa che entro i prossimi due anni in Europa potrebbe circolare la prima salsiccia da agricoltura cellulare. In questo scenario, benché il Ddl lasci intendere il contrario, l’Italia non potrà vietarne l’importazione, la manovra sarà quindi stata utile solo a provare a sfavorire la transizione alimentare, danneggiando l’industria e l’economia nazionali.

Infatti, quello di The Cultivated B, è solo l’ultimo esempio che la transizione alimentare è già in atto e beneficerà non solo gli animali vittime della zootecnia e quelli minacciati dalla perdita di biodiversità e dai cambiamenti climatici, ma anche le persone, che pagano il prezzo di un sistema alimentare malsano.

Abbiamo trasmesso alla Camera un documento dettagliato con riferimenti tecnico-scientifici con il quale approfondisce la propria posizione e chiede che le Commissioni della Camera votino contro il Ddl 651.

Anche le Osservazioni LAV al Ddl 651 e il Dossier LAV sull'emendamento 'Meat Sounding' erano tra i documenti trasmessi.


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giovedì 20 luglio 2023

Carne coltivata, ecco chi ha votato a favore e contro in Senato

Ieri con 93 voti favorevoli, 28 contrari e 33 astenuti (52 i non votanti fra assenti e in missione) il Senato ha approvato in prima lettura il Disegno di Legge del Governo contro... LEGGI I DETTAGLI

Ieri con 93 voti favorevoli, 28 contrari e 33 astenuti (52 i non votanti fra assenti e in missione) il Senato ha approvato in prima lettura il Disegno di Legge del Governo contro carne coltivata e il cosiddetto “meat sounding”.

Qui il Resoconto degli interventi in Aula di ieri e l’esito dei voti rilevati con il sistema elettronico .
Sul voto finale complessivo del provvedimento, i gruppi a favore sono stati quelli di FdI-Lega-FI-Noi Moderati e parte di Azione Italia Viva più una senatrice del Gruppo delle Autonomie.

Hanno votato contro M5S, Alleanza Verdi Sinistra e Autonomie-Svp mentre si sono astenuti Pd e parte di Azione Italia Viva più un senatore del Gruppo Autonomie. 
La battaglia sul provvedimento si sposta ora in seconda lettura alla Camera dei Deputati.

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Favorevoli

Autonomie (Sud Chiama Nord):

Musolino Dafne

Azione-IV:

Fregolent Silvia; Paita Raffaella; Sbrollini Daniela.

Forza Italia:

Barachini Alberto; Craxi Stefania; Damiani Marco; Fazzone Claudio; Lotito Claudio; Occhiuto Mario; Paroli Adriano; Ronzulli Licia; Rosso Roberto; Silvestro Francesco; Ternullo Daniela; Zanettin Pierantonio.

Fratelli D’Italia:

Ambrogio Paola; Amidei Bartolomeo; Ancorotti Renato; Barcaiuolo Michele; Berrino Giovanni; Bucalo Carmela; Calandrini Nicola; Campione Susanna; Ciriani Luca, De Carlo Luca; De Priamo Andrea; Della Porta Costanzo; Fallucchi Anna Maria; Farolfi Marta; Gelmetti Matteo; Iannone Antonio; La Pietra Patrizio Giacomo; Leonardi Elena; Liris Guido Quintino; Lisei Marco; Maffoni Gianpietro; Malan Lucio; Mancini Paola; Marchesini Paolo; Matera Domenico; Melchiorre Filippo; Menia Roberto; Mennuni Lavinia; Mieli Ester; Nastri Gaetano; Nocco Vita Maria; Orsomarso Fausto; Pellegrino Cinzia; Pera Marcello; Petrucci Simona; Pogliese Salvatore; Pucciarelli Stefania; Rapani Ernesto, Rastrelli Sergio; Rosa Gianni; Sallemi Salvatore; Satta Giovanna; Scurria Marco; Sigismondi Etelwardo; Silvestroni Marco; Sisler Sandro; Speranzon Raffaele; Spinelli Domenica; Terzi di Sant’Agata Giuliomaria; Tubetti Francesca; Zaffini Francesco; Zedda Antonella; Zullo Ignazio.

Lega:

Bergesio Giorgio Maria; Bizzotto Mara; Borghesi Stefano; Cantalamessa Gianluca; Cantù Maria Cristina; Dreosto Marco; Garavaglia Massimo; Germanà Antonino Salvatore; Marti Roberto; Minasi Clotilde; Murelli Elena; Pirovano Daisy; Potenti Manfredi; Romeo Massimiliano; Spelgatti Nicoletta; Stefani Erika; Testor Elena; Tosato Paolo.

Noi Moderati

Biancofiore Michaela; Borghese Mario Alejandro; De Poli Antonio; Guidi Antonio; Petrenga Giovanna; Salvitti Giorgio.

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Contrari

Autonomie (SVP)

Cattaneo Elena; Spagnolli Luigi; Unterberger Juliane.

M5S

Aloisio Vincenza; Bevilacqua Dolores; Bilotti Anna; Castellone Maria Domenica; Cataldi Roberto; Croatti Marco; Damante Concetta; De Rosa Raffaele; Di Girolamo Gabriella; Guidolin Barbara; Licheri Sabrina; Lopreiato Ada; Lorefice Pietro; Maiorino Alessandra; Marton Bruno; Mazzella Orfeo; Naturale Gisella; Nave Luigi; Pirondini Luca; Pirro Elisa;  Sironi Elena: Turco Mario

Verdi-Sinistra

Cucchi Ilaria; Floridia Aurora; Magni Celestino.

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Astenuti

Autonomie (SVP)

Patton Pietro.

Azione-IV

Calenda Carlo; Gelmini Mariastella; Lombardo Marco.

PD

Alfieri Alessandro; Basso Lorenzo; Bazoli Alfredo; Boccia Francesco; Camusso Susanna; Casini Pier Ferdinando; Crisanti Andrea; D’Elia Cecilia; Delrio Graziano; Fina Michele; Franceschelli Silvio; Furlan Annamaria; Giacobbe Francesco; Giorgis Andrea; Irto Nicola; Lorenzin Beatrice; Malpezzi Simona Flavia; Manca Daniele; Martella Andrea; Nicita Antonio; Parrini Dario; Rojc Tatiana; Sensi Filippo; Tajani Cristina; Valente Valeria; Verducci Francesco; Verini Walter; Zambito Ylenja; Zampa Sandra.

In missione/congedo

Autonomie:

Napolitano Giorgio; Rubbia Carlo.

Azione-Italia Viva:

Borghi Enrico.

Forza Italia:

Alberti Casellati Maria Elisabetta; Bernini Anna Maria; Sisto Francesco Paolo; Zangrillo Paolo.

Fratelli d’Italia:

Butti Alessio; Castelli Guido; Fazzolari Giovanbattista; Garnero Santanché Daniela; Musumeci Sebastiano; Rauti Isabella; Urso Adolfo.

Lega:

Borghi Claudio; Borgonzoni Lucia; Calderoli Roberto; Centinaio Gian Marco; Durigon Claudio; Morelli Alessandro; Ostellari Andrea; Salvini Matteo.

M5S:

Scarpinato Roberto.

Misto:

Monti Mario; Segre Liliana.

PD:

Mirabelli Franco; Rando Vincenza.


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mercoledì 19 luglio 2023

Commento alla votazione del Senato

La Legge In materia di introduzione di nuovi alimenti intesi come “novel food”, approvata con voto del centro destra e che legifera su introduzione del divieto di utilizzare nomenclature ... LEGGI I DETTAGLI

La Legge In materia di introduzione di nuovi alimenti intesi come “novel food”, approvata con voto del centro destra e che legifera su introduzione del divieto di utilizzare nomenclature “meat sounding” per alimenti vegetali, l’Italia fa rientrare dalla finestra un divieto uscito dalla porta principale dell’Europa e bocciato anche da Consiglio di Stato francese. 

Questa Legge comporta non solo un attacco ai prodotti vegetali che, come dimostra il boom di prodotti 100% plant-based è una farsa, ma anche all’intera transizione alimentare, già tuttavia in atto e non sarà un Ddl fondato su ideologie bigotte e oscurantiste a fermarla.

Il Ministro Lollobrigida è però riuscito ad ottenere il primo di due sì necessari a far diventare l’Italia lo zimbello dell’Europa, vietando una categoria di prodotti, quelli da agricoltura cellulare, che, dopo le valutazioni di EFSA, potranno comunque circolare anche entro i confini nazionali.

La pretesa della difesa del Made in Italy non è altro che un’argomentazione strumentale, stante che più della metà della carne consumata in Italia proviene dall’estero. Prendere poi le difese di Coldiretti, che si fa paladina dell’autenticità italiana, è ridicolo, considerando che ha di fatto un accordo commerciale con Mc Donald’s contro il quale 30 anni fa anche il giovane Lollobrigida si scagliava per scongiurare l’ingresso dei fastfood in Italia.Domiziana Illengo , responsabile alimentazione vegana      

Peraltro, la Legge prevede un vincolo solo su prodotti derivanti da animali vertebrati, dunque gli asseriti rischi che la maggioranza vuole combattere con questa legge pare non si applichino a molluschi, cefalopodi e crostacei, o – forse – gli interessi dei pescatori non sono così cari a Ministri e Senatori, quanto quelli della lobby della carne.

A riprova dell’insensatezza della legge le parole della Senatrice Biancofiore, che definisce il Ministro Lollobrigida un animalista, che non apprezza gli allevamenti intensivi e al tempo stesso combatte il “cibo sintetico”, rendendo ancora più palese la strumentalizzazione che è stata fatta del Ddl in questione. La produzione zootecnica italiana infatti proviene per oltre il 90% dagli allevamenti intensivi e questa affermazione, tra le altre, è la riprova di un deliberato negazionismo, sfruttato per ottenere consensi in Aula e tra i cittadini italiani.

Citando le parole della Senatrice Unterberger: “La vostra miopia infliggerà un danno immenso all’economia italiana. Siete l’unico governo che prova a fermare il vento con le mani”.

Oggi l’Italia ha perso una fondamentale opportunità per liberare milioni di animali dalla sofferenza degli allevamenti, ha perso la possibilità di uno sviluppo tecnologico ed industriale capace di competere a livello europeo con gli altri Paesi e ha perso un’occasione per realmente innovare il settore agroalimentare nella direzione di una vera sostenibilità ambientale, che ogni giorno si rende più urgente. Domiziana Illengo , responsabile alimentazione vegana

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martedì 18 luglio 2023

Votazione al Senato del Ddl n. 651 su divieto carne coltivata

La crociata ideologica e antiscientifica del Ministro Lollobrigida  vuole negare all’Italia la possibilità di innovarsi, bloccando una delle opportunità di ... LEGGI I DETTAGLI

La crociata ideologica e antiscientifica del Ministro Lollobrigida  vuole negare all’Italia la possibilità di innovarsi, bloccando una delle opportunità di liberare milioni di animali dalle sofferenze degli allevamenti.

E il divieto d’uso del cosiddetto “meat sounding” è stato già bocciato dal Parlamento Europeo e dal Consiglio di Stato in Francia.

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Oggi mercoledì 19 luglio l’Aula del Senato (diretta https://webtv.senato.it/webtv_live) si esprimerà sul Disegno di Legge del Governo n. 651 “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici”. 

La proposta a prima firma dei Ministri Lollobrigida e Schillaci è unicamente espressione di una battaglia ideologica e antiscientifica contro l’evoluzione, già in atto, del mercato, delle scelte dei consumatori e delle possibilità di riconversione produttive di un modello basato sullo sfruttamento di centinaia di milioni di esseri senzienti, di cui sempre più cittadini e imprese stanno prendendo consapevolezza cambiando in primis le proprie scelte alimentari e di investimento.  

L’approvazione non solo potrebbe mettere a rischio l’Italia di una sanzione da parte dell’Unione Europea, in quanto contraria all’articolo 7 del Regolamento UE 178 del 2002, che prevede che sia l’Autorità europea incaricata, l’EFSA con sede a Parma, a produrre una valutazione in materia non appena le prime domande di valutazione da parte di aziende attive sul mercato europeo verranno presentate, ma impedirebbe anche un’importante possibilità di progresso etico, ecologico e tecnologico.  

Riguardo la sicurezza degli alimenti cellulari, FAO ed OMS hanno pubblicato una ricerca al riguardo, dalla quale è emerso che per la carne coltivata molti rischi sono già noti e comuni agli alimenti prodotti in modo convenzionale e normalmente commercializzati, e il punto è favorire la ric. 

In particolare, per quanto riguarda i pericoli correlati ad allergeni e agenti patogeni (come la contaminazione incrociata tra linee cellulari di diversa origine o specie) si noti che un tipo di rischio simile è presente anche nella produzione di alimenti convenzionali e nelle colture cellulari per scopi terapeutici, nel caso della carne coltivata il rischio non è superiore a quello derivante dalla produzione di carne tramite macellazione.

Analogamente, in relazione al rischio di prioni (proteine alterate), agenti patogeni che possono essere presenti nei tessuti sottoposti a biopsia ed eventualmente trasportati al prodotto finale, i ricercatori hanno rilevato che il medesimo pericolo è presente anche in alcuni prodotti a base di carne convenzionali, già presenti normalmente sul mercato. 

In aggiunta, il Disegno di legge in questione è stato di recente integrato con un emendamento proposto dalla Lega, che vieterà l’utilizzo di nomenclature “meat-sounding” per i prodotti 100% vegetali (provvedimento già respinto dal Parlamento Europeo e più recentemente dal Consiglio di Stato in Francia) sul quale LAV si è già espressa, esortando il presidente del Senato e tutti Senatori a cancellarlo e presentando un Dossier in cui si illustra l’insensatezza del provvedimento.  

La transizione alimentare, non è solo LAV a dirlo, è già in atto - l’incremento delle vendite di alimenti alternativi ai prodotti di origine animale lo dimostra – e beneficerà non solo gli animali vittime della zootecnia, ma rappresenta anche un’opportunità di riconversione per il comparto, già messo in difficoltà dai significativi effetti della crisi climatica che ogni giorno di più si rendono evidenti. 

Dall’analisi degli scenari sul cambiamento climatico, infatti, la stima per i prossimi decenni è di una riduzione delle rese di mais irriguo fino al 25-50% rispetto ai valori attuali. Per il frumento le variazioni negative sono attese soprattutto nelle regioni del Sud Italia e delle Isole (CMCC - Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) e ciò pone un grave problema in termini di sostenibilità non solo ambientale/climatica, ma anche socio-economica di un modello di produzione alimentare fortemente basato sull’allevamento, cui è destinata la grande maggioranza di colture a livello globale (70% nel mondo, in particolare mais e frumento, con un valore che sfiora l’82% del mais prodotto in Italia – dati Assomais).   

L’allevamento, inoltre, è il principale responsabile di tutte le emissioni derivanti dal settore agro-alimentare (conta per il 70%), che ogni anno, solo in Italia, alleva e uccide oltre 630 milioni di animali (Anagrafe zootecnica nazionale), detenuti principalmente in allevamenti intensivi, in cui non sono rispettate nemmeno le loro necessità etologiche basilari.  

La continua lotta all’innovazione e ai cibi plant-based è infondata, avversa allo sviluppo dell’industria italiana, al benessere dei cittadini e violenta per tutti gli animali coinvolti. LAV fa appello ai Senatori affinché votino consapevolmente e respingano un Disegno di Legge ostruzionista e nemico del futuro del nostro Paese.

 

LAV OSSERVAZIONI 1 DDL 651


LAV OSSERVAZIONI 2 DDL 651


DOSSIER EMENDAMENTO MEAT-SOUNDING



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giovedì 13 luglio 2023

Carne Coltivata: LAV presente alla conferenza del Gruppo per le Autonomie al Senato

Esperti, ricercatori e Senatori riuniti in una conferenza che getta luce sulle opportunità offerte dai prodotti colturali, per opporsi al Ddl sui cibi sintetici che desta dubbi anche tra le file del ... LEGGI I DETTAGLI

Esperti, ricercatori e Senatori riuniti in una conferenza che getta luce sulle opportunità offerte dai prodotti colturali, per opporsi al Ddl sui cibi sintetici che desta dubbi anche tra le file del Senato.

L’evento ha ribadito la sicurezza dei prodotti da agricoltura cellulare, sottolineando che l’Italia sta per perdere una grande opportunità sia da un punto di vista ambientale, economico ed etico.

È infatti nuovamente emerso come la carne da agricoltura cellulare potrebbe salvare migliaia di animali dagli allevamenti, combattendo al tempo stesso l’insicurezza alimentare e rafforzando gli sforzi di adattamento climatico.

Emblematica la frase del Professor. Defez, che ha portato attenzione anche alla fuga di cervelli che il nostro Paese potrebbe subire in conseguenza all’approvazione del Ddl,

Spendiamo per nutrire gli animali che poi trasformiamo in prodotti “di eccellenza italiana”, importando al contempo enormi quantita di OGM nei mangimi. Non ha senso. Roberto Defez, Istituto di Bioscienze e Biorisorse del CNR di Napoli


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lunedì 10 luglio 2023

Chi ha paura degli alimenti vegetali? Ce lo dice il colpo di mano della Lega al Senato

Si discute di carne coltivata e si coglie l'occasione per  approvare un emendamento contro gli alimenti vegetali i cui nomi fanno riferimento alla carne, agli insaccati e ad altre preparazioni de... LEGGI I DETTAGLI

Si discute di carne coltivata e si coglie l'occasione per  approvare un emendamento contro gli alimenti vegetali i cui nomi fanno riferimento alla carne, agli insaccati e ad altre preparazioni derivate. Il cosiddetto Meat Sounding.

La lobby della carne ci aveva già provato – fallendo – in Francia. Perché considerare i cittadini incapaci di leggere un’etichetta alimentare, per altro esplicitamente chiara per legge?

Al Senato, nella revisione del testo del Ddl 651 “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici”, la Lega sfrutta l’occasione per attaccare nuovamente gli alimenti 100% vegetali.

Non sapendo più come fermare l’incremento delle vendite e della produzione di prodotti completamente plant-based, alternativi a carne ed insaccati, e ritenendo gli italiani incapaci di comprendere la differenza di un prodotto sulla base del proprio nome, le Commissioni Agricoltura e Sanità del Senato hanno approvato un emendamento a prima firma Centinaio e Bergesio della Lega al Disegno di Legge 651 “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimentati e mangimi sintetici”, per vietare l’utilizzo di nomi come “burger di seitan”, “bistecca di soia”, “affettato di mopur”. 

Tale manovra non è altro che espressione di una deliberata volontà di ostacolare la diffusione di prodotti completamente plant-based, ripetutamente indicati dall’ultimo report di IPCC per esempio – come necessari per combattere il cambiamento climatico e che sempre più persone decidono volontariamente di acquistare come alternativa ad alimenti derivanti dallo sfruttamento e dalla sofferenza degli animali. I consumatori che acquistano regolarmente prodotti completamente vegetali in Italia sono più del 37% (Eurispes 2022) ed è quantomeno irreale credere che oltre un terzo degli italiani non sia in grado di discernere la composizione dei prodotti che acquista. 

Ciò che il Parlamento Europeo tre anni fa aveva fatto uscire dalla porta, respingendo un analogo emendamento contro il cosiddetto ‘meat sounding’, rientra dalla finestra in Italia in un provvedimento che tratta di altro, ponendo l’Italia sempre più lontana dalle decisioni continentali su questi importanti temi. Peraltro l’emendamento calpesta l’iter di un’apposita proposta normativa sulle diciture dei prodotti all’esame del Parlamento. Ci appelliamo ora al Presidente del Senato e a tutti i Senatori affinché questo articolo del Disegno di Legge venga cancellato, in quanto estraneo per materia oltre che discriminatorio nei confronti degli agricoltori e dei produttori di un settore economicamente rilevante e rilevante per l’economia del paese quanto quello dell’allevamento e della macellazione. Domiziana Illengo , responsabile alimentazione vegana

Nel 2016, infatti, la Commissione Europea ribadì che non aveva in programma l’introduzione di denominazioni tutelate per i prodotti a base di carne, ritenendo che le disposizioni applicabili offrissero una base giuridica sufficiente per tutelare i consumatori da indicazioni ingannevoli. 

Eloquente risulta in tal senso il caso della Francia: nel luglio 2022 il Consiglio di Stato francese ha infatti annullato il decreto pubblicato un mese prima dal Governo, che vietava l’utilizzo delle denominazioni dei prodotti a base di carne per etichettare gli alimenti ‘equivalenti’ composti solo da vegetali (unica eccezione prevista la parola burger). Alla luce di tale pronunciamento, anche la Francia è tornata ad allinearsi alla posizione del Parlamento UE.

L’emendamento di Centinaio e Bergesio non solo dimostra paura nei confronti della transizione alimentare, ma anche il disinteresse per lo sviluppo di tutto il settore agrifood nazionale.

Non è altro che una sconsiderata manovra opposta al progresso economico, ecologico ed etico del nostro Paese. 


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martedì 04 luglio 2023

Contro Ddl Governo su “carne coltivata”, documenti LAV pubblicati dal Senato

Il Disegno di Legge del Ministro Lollobrigida “Disposizioni in materia di alimenti e mangimi sintetici”, che mira a vietare il commercio, il possesso e la produzione di alimenti da agricoltura cel... LEGGI I DETTAGLI

Il Disegno di Legge del Ministro Lollobrigida “Disposizioni in materia di alimenti e mangimi sintetici”, che mira a vietare il commercio, il possesso e la produzione di alimenti da agricoltura cellullare in Italia, su cui LAV si è già ampiamente espressa, è ora al voto in sede redigente nelle Commissioni del Senato.  

Già prima della proposta normativa LAV aveva pubblicato un dossier di approfondimento sulla carne colturale, produzione che potrà contribuire a liberare potenzialmente centinaia di milioni di animali dagli allevamenti in cui sono detenuti. Perdere questa opportunità rappresenterebbe anche un’occasione mancata di sviluppo e innovazione nell’economia del nostro Paese. 

In risposta al Ddl, che inizia a essere votato proprio in questi giorni, LAV ha depositato due documenti con i dati scientifici più recenti e rilevanti in materia di alimenti cellulari, e con unanalisi del Ddl, che sono ora presenti sul sito delle Commissioni riunite Agricoltura e Sanità del Senato, accessibili a tutti (https://www.senato.it/leg/19/BGT/Schede/Ddliter/documenti/56933_documenti.htm), assieme ad altri di vario genere. 

Sullo stesso tema poi, appena due settimane fa siamo stati ascoltati dalla Commissione agricoltura del Consiglio regionale della Lombardia, interessata a raccogliere informazioni, dati e opinioni sul tema dei cibi colturali.

Durante l’audizione a Milano è stato possibile illustrare i principali benefici che potrebbero essere tratti a livello ambientale dallo sviluppo di una filiera di carne coltivata su suolo nazionale, al tempo stesso sono state evidenziate le criticità non solo etiche, ma anche sanitarie ed ecologiche correlate al comparto zootecnico. 

Difatti, supportare lo sviluppo di questo nuovo settore industriale offrirebbe al comparto agricolo una possibilità aggiuntiva di implementare la transizione alimentare, già in atto nel mercato, rendendo il settore più resiliente alle sfide ambientali poste da cambiamento climatico e degradazione dell’ambiente. 

Infine, ricordiamo che la valutazione sui novel foods, e quindi anche sui prodotti provenienti da agricoltura cellulare, è gestita a livello comunitario da EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare con sede a Parma, che si troverà nel prossimo futuro ad esaminare le richieste di valutazione da parte delle aziende europee già attive in questa produzione. 

Gli alimenti coltivati, insieme ai cibi completamente vegetali, possono essere un’importante risorsa per il nostro Paese, come ha dimostrato anche l’inchiesta di Giulia Innocenzi, andata in onda ieri sera a Report su Rai 3. 

 


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giovedì 22 giugno 2023

Carne coltivata: LAV in audizione al Consiglio regionale della Lombardia

Ieri 21 giugno, nell'ambito dell'istruttoria della Mozione n. 7 "Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici", ... LEGGI I DETTAGLI

Ieri 21 giugno, nell'ambito dell'istruttoria della Mozione n. 7 "Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici", Domiziana Illengo, responsabile LAV Alimentazione Vegana è stata audita dalla VIII Commissione “Agricoltura, montagna e foreste” sul tema della carne coltivata,

LAV è intervenuta in merito alla possibilità di continuare la ricerca e lo sviluppo di prodotti da agricoltura cellulare in Italia e sul Disegno di Legge del Governo, attualmente all’esame delle Commissioni Agricoltura e Sanità del Senato, che mira a vietare ogni forma di commercio, produzione e possesso di alimenti coltivati.

Abbiamo evidenziato, tra le motivazioni per cui LAV è favorevole allo sviluppo di prodotti da agricoltura cellulare, le criticità del comparto zootecnico, già molte volte discusse, sia per le evidenti ripercussioni sui milioni di animali allevati e macellati ogni anno – 630 milioni solo in Italia* -, sia per gli effetti sul clima e sulla salute dei cittadini.

Con lo sviluppo di una filiera di alimenti colturali:

  • il numero di animali allevati sarebbe drasticamente ridotto,
  • ridotte sarebbero anche le emissioni causate dagli allevamenti intensivi

Si potrebbe contenere:

  • fino al 92% il riscaldamento climatico causato dalla produzione di carne,
  • fino al 93% l’inquinamento dell’aria, fino al 78% l’utilizzo di acqua
  • fino ad oltre il 90% l’utilizzo di suolo.  I

In particolare, con la diminuzione del numero di animali allevati, si potrebbe anche liberare spazio per la riforestazione e per favorire l’aumento della biodiversità. 

Inoltre, è stato sottolineato il ruolo che lo sviluppo dell’industria dei prodotti cellulari può avere sull’economia nazionale.

Difatti, la zootecnica si trova già in una situazione di difficoltà a causa del cambiamento climatico: costi elevati, complicazioni a reperire i mangimi ed effetti climatici estremi stanno minando via via sempre di più la produttività italiana. A questo si aggiungono le malattie che sempre più minacciano gli animali detenuti negli allevamenti, come l’influenza aviaria, che è una zoonosi con gravi rischi anche per la salute umana, o la peste suina africana.

In questo scenario la transizione alimentare, e la conseguente riconversione industriale, sono determinanti per liberare dalla sofferenza gli animali detenuti negli allevamenti, tanto quanto per rendere il comparto agro-alimentare resiliente.

La progressiva transizione alla produzione di cibi interamente vegetali è la prima e più ovvia strada da percorrere, tuttavia, lo sviluppo di prodotti cellullari potrebbe supportare tale transizione, offrendo un’ulteriore alternativa al mercato nazionale e internazionale.

Proprio a questo proposito, in ultimo, decidere di ostacolare lo sviluppo della carne coltivata e degli altri prodotti affini potrebbe significare per l’Italia una severa battuta di arresto nel panorama europeo, in quanto sarebbe incapace di competere con il progresso innovativo degli altri Paesi e potrebbe perdere un’occasione importante per aggiornare la propria tradizione, occupando nuove nicchie di mercato e iniziando nuove produzioni caratteristiche.

Oltre a LAV hanno avuto modo di essere auditi la Professoressa Cheli, dell’Università di Milano, che con competenza ha esposto i dati sullo sviluppo dei prodotti colturali e i vantaggi che essi possono portare. Coldiretti, Confagricoltura, Aral e Coop Agri hanno rincarato il sostegno al Ddl proposto dal Governo, con scarsi o nulli dati a supporto delle loro istanze, fatta eccezione per una retorica vuota che glorifica la zootecnia, trascurando completamente la condizione degli animali e le conseguenze ambientali e sanitari ad essa connesse.

Il progresso è insito nella storia dell’umanità, così come la trasformazione industriale, di cui ci sono infiniti esempi. Arroccarsi su posizioni ideologiche, opponendosi a tale progresso agisce in contrasto agli interessi del Paese e dei cittadini, ostacolando allo stesso tempo il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità sanciti dall’Europa e ignorando le richieste sempre più forti dei cittadini e dei consumatori di un trattamento diverso degli animali, inclusi quelli allevati. La carne coltivata offre la possibilità di innovare un settore che storicamente infligge sofferenze indicibili routinarie agli animali, mettendo a rischio la salute delle persone e partecipando all’aggravamento della crisi climatica che ci troviamo a fronteggiare. Una posizione del Governo lungimirante è necessaria e imprescindibile LAV
*Anagrafe zootecnica nazionale 2022; ** Qui 

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lunedì 17 aprile 2023

FAO: rischi carne coltivata comuni a tanti cibi sul mercato

Giudicare i prodotti da agricoltura cellulare come “pericolosi” per partito preso è un'atteggiamento miope che non tiene conto della continua ricerca scientifica in materia, come  le decisio... LEGGI I DETTAGLI

Giudicare i prodotti da agricoltura cellulare come “pericolosi” per partito preso è un'atteggiamento miope che non tiene conto della continua ricerca scientifica in materia, come  le decisioni dal nostro Governo e la risposta dell’On. Siracusano durante l’interpellanza urgente mostrano.

I rischi correlati alla carna coltivata sono spesso già noti e analoghi a quelli posti dalla carne ottenuta da macellazione.

A questo proposito l’Unità di Food Safety and Quality della FAO ha pubblicato a inizio mese un paper in cui analizza la sicurezza della carne coltivata. Sviluppato in collaborazione con l’OMS, il documento sottolinea che gli alimenti a base cellulare non sono più nulla di futuristico.

Sono infatti più di 100 le aziende e le start-up che stanno già sviluppando prodotti alimentari a base cellulare pronti per la commercializzazione e in attesa di approvazione. 

La consulta di esperti che ha redatto il documento di ricerca ha condotto un censimento dei pericoli per la sicurezza alimentare, analizzando tutti i potenziali rischi nelle quattro fasi della produzione di alimenti a base di cellule, ossia: 

  • approvvigionamento delle cellule;
  • crescita e produzione delle cellule;
  • raccolta delle cellule;
  • lavorazione degli alimenti. 


RISULTATI

Dalla ricerca è emerso che per la carne coltivata molti rischi sono già noti ed esistono anche negli alimenti prodotti in modo convenzionale.

Ad esempio, la contaminazione microbiologica può verificarsi in qualsiasi fase del processo di produzione degli alimenti, comprese quelle coinvolte nella produzione di carne coltivata, tuttavia, nella maggior parte dei casi la contaminazione durante le fasi di crescita e produzione delle cellule ne inibisce la crescita.

Se le cellule sono dunque cresciute e hanno raggiunto il prodotto atteso per il raccolto, la contaminazione sarebbe estremamente rara durante il processo di produzione, ma potrebbe verificarsi dopo il raccolto, come nel caso di molti altri prodotti alimentari già in commercio. 

Per garantire la sicurezza della carne coltivata sono applicabili diversi programmi già esistenti, come le buone pratiche di produzione e di igiene o i sistemi di gestione della sicurezza alimentare (ad esempio l'identificazione dei rischi e dei punti critici di controllo, noto come HACCP).

I piani di sicurezza alimentare dovrebbero anche concentrarsi sui materiali, gli input, gli ingredienti e le attrezzature che possono essere specifici per la produzione di alimenti cellulari, compreso l'uso di nuove sostanze necessarie per nutrire le cellule e la possibilità di reazioni allergiche ad esse. Tuttavia, sebbene tali input e materiali possano essere nuovi, il gruppo di esperti tecnici ha osservato che esistono misure preventive e controlli per affrontare questi potenziali pericoli

In particolare, per quanto riguarda i pericoli correlati ad allergeni e agenti patogeni (come la contaminazione incrociata tra linee cellulari di diversa origine o specie, che può portare alla presenza inaspettata di allergenici agenti patogeni provenienti dalla linea cellulare contaminante)si noti che un tipo di rischio simile è presente anche nella produzione di alimenti convenzionali e nelle colture cellulari per scopi terapeutici, nel caso della carne coltivata il rischio non è superiore a quello derivante dalla produzione di carne tramite macellazione. 

Analogamente, in relazione al rischio di prioni, che possono essere presenti nei tessuti sottoposti a biopsia ed eventualmente trasportati al prodotto finale, dove potrebbero essere patogeni se manipolati o consumati, i ricercatori FAO hanno rilevato che il medesimo pericolo è presente anche in alcuni prodotti a base di carne convenzionali, già presenti normalmente sul mercato

Il paper di FAO e OMS mette quindi chiaramente in luce che ulteriore ricerca in tema di carne da agricoltura cellulare è ancora necessaria, ma i rischi ad essa correlati non sono diversi da quelli che già riscontriamo nella filiera della carne da macellazione, per la quale tuttavia non vi è nessun allarmismo.


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venerdì 14 aprile 2023

Interpellanza urgente sulla carne coltivata: risposte vaghe e inconcludenti del Governo

L’interpellanza urgente sulla carne coltivata, presentata dalla Deputata Evi ha avuto luogo questa mattina. A rispondere, con dati fuorvianti e opinioni antagoniste del progresso, l’On. Siracusan... LEGGI I DETTAGLI

L’interpellanza urgente sulla carne coltivata, presentata dalla Deputata Evi ha avuto luogo questa mattina.
A rispondere, con dati fuorvianti e opinioni antagoniste del progresso, l’On. Siracusano, Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Il Governo smetta di presentare dati parziali e inconcludenti in tema di carne coltivata, nascondendo il reale impatto degli allevamenti intensivi e privando l’Italia della possibilità di sviluppare un’industria agro-alimentare innovativa, sostenibile ed etica. LAV

L'interpellanza ha avuto come argomento la richiesta di chiarificazioni circa la gestione della superiorità del Diritto europeo su quello italiano e circa la natura delle iniziative che si intende introdurre, qualora il responso dell’EFSA fosse positivo in materia di carne coltivata, data l’avversità del Governo.

Le risposte

La Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Siracusano, ha risposto negativamente enumerando dati e fatti incoerenti e fuorvianti, primo fra tutti le stime delle emissioni di CO2 da parte di carne coltivata e allevamenti.

Siracusano ha tacciato la produzione di alimenti da agricoltura cellulare di emettere CO2,  aspetto reale e comune a qualsiasi forma di produzione più o meno industriale, contrapponendo l’impatto dell’allevamento, presentato come poco inquinante, in quanto secondo l’Onorevole produrrebbe solo metano, considerato migliore della CO2 perché permanente in atmosfera solo 12 anni.

Nella sua risposta, Siracusano ha deciso di ignorare l’intero ciclo produttivo della carne proveniente da allevamento, considerando unicamente le deiezioni animali.

Soprassedendo sulla correttezza circa il valore inquinante del metano (che pur essendo parte degli inquinanti climatici a breve durata, è stato indicato dalla Commissione Europea ugualmente pericoloso, perché avente un effetto dannoso 85 volte superiore a quello della CO2), Siracusano ha deciso di decontestualizzare il dato sulle emissioni derivanti da agricoltura cellulare e contrapporlo ad una millantata sostenibilità degli allevamenti, dato confutato più e più volte non solo dalla ricerca LAV “Il costo nascosto del consumo di carne in Italia”, ma anche dell’ultimo rapporto IPCC.

I dati reali circa l’impatto ambientale della produzione di carne coltivata, secondo una stima dell’istituto di ricerca CE Delft pubblicata dal Good Food Institute, prevedono una riduzione delle emissioni fino al 93% in meno di inquinamento atmosferico, il 95% in meno di utilizzo di suolo e il 78% in meno di acqua, rispetto alla produzione di carne da allevamento, entro i prossimi 7 anni. 

CE Delft ha modellato le stime relativamente a un futuro impianto di produzione di carne coltivata su larga scala, mostrando che, entro il 2030, il costo di produzione della carne coltivata potrebbe  essere inferiore a 5,66 dollari al kg. Un simile costo di produzione consentirebbe alla carne coltivata di competere con diverse forme di carne convenzionale o di servire come ingrediente di alta qualità in prodotti a base di carne vegetale.

Siracusano, proseguendo nella sua risposta ed esponendo le ragioni avverse alla carne coltivata, ha riportato i dati in maniera manipolatoria anche relativamente i possibili rischi correlati alla produzione di carne da agricoltura cellulare, dichiarando che sono stati identificati 53 rischi, senza approfondire la natura di quest’ultimi.

La Sottosegretaria, con questa dichiarazione, si riferisce al recente studio pubblicato dalla FAO, in cui sono effettivamente stati analizzati i potenziali rischi lungo le quattro fasi del processo produttivo cellulare. Siracusano  evita di menzionare che dei 53 possibili rischi 51 sono già noti e comuni ai tradizionali sistemi di produzione alimentare, i restanti due, pur non essendo propri della produzioni di cibo, sono però già noti all'industria delle terapie cellulari e biosimilari e a quelle che impiegano l’uso di OGM.

In riferimento all’allarmismo  circa il pericolo di contaminazione microbica, unico rischio su cui la Sottosegrataria si sofferma, si noti che un tipo di rischio simile è presente anche nella produzione di alimenti convenzionali e nelle colture cellulari per scopi terapeutici, nel caso della carne coltivata il rischio non è superiore a quello derivante dalla produzione di carne tramite macellazione.

Siracusano conclude la propria risposta asserendo che la carne coltivata rappresenterebbe un pericolo non solo per la salute delle persone, ma anche per il Made in Italy, dipingendo un immaginario campestre totalmente distaccato dalla realtà degli allevamenti intensivi.

La realtà

Il 99,8% dei polli italiani è detenuto in allevamenti intensivi, il numero di bovini allevati secondo metodo biologico (in allevamenti estensivi) compone meno del 7% del totale mentre la quasi totalità dei suini nati negli allevamenti italiani subisce il taglio della coda, illegale secondo la normativa UE se fatto su base routinaria, in quanto sintomo di una gestione incompatibile con l’etologia degli animali. Senza contare l’utilizzo ancora massiccio di gabbie anguste per moltissime specie animali allevate a fini alimentari. Un panorama molto lontano da quello millantato da Siracusano.

Tale rappresentazione idealizzata dell’allevamento in Italia, come protettore dell’ambiente e delle tradizioni, ha il solo scopo di pilotare l’opinione pubblica, privando i cittadini italiani di informazioni cruciali riguardo la vera condizione degli animali detenuti negli allevamenti industriali.

Condizione, quella di oltre 650 milioni di polli, galline, conigli, tacchini, bovini, suini, caprini, ovini e quaglie, tra gli altri, caratterizzata da continue sofferenze, privazioni e abusi, che non rispetta nessuna delle necessità etologiche degli animali, oggettificati e sfruttati.

Condizione, quella mistificata da Siracusano, che porta alla macellazione di oltre 70 milioni di cuccioli (perché raramente gli individui superano l’anno di età) ogni anno, a costi ambientali, sanitari ed etici insostenibili.

Lav si unisce all’insoddisfazione della deputata Evi alla risposta dell’On. Siracusano e chiede che il Governo si ravveda, abbandonando una decisione oscurantista, che rischia di far perdere all’Italia un’occasione di reale innovazione, maggiore sostenibilità e che potrebbe finalmente liberare dagli allevamenti milioni di animali.

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venerdì 07 aprile 2023

Carne coltivata: il Ministro Lollobrigida ribadisce la sua posizione nemica del progresso

Il 5 aprile scorso, durante il Question Time – interrogazioni a risposta immediata (ULA, Seduta 83), alla Camera dei Deputati relativamente all’interrogazione sul divieto di importazione di alimen... LEGGI I DETTAGLI

Il 5 aprile scorso, durante il Question Time – interrogazioni a risposta immediata (ULA, Seduta 83), alla Camera dei Deputati relativamente all’interrogazione sul divieto di importazione di alimenti sintetici (Foti e altri – FDI) il Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida – FDI ha potuto ribadire in diretta televisiva la sua posizione circa la millantata pericolosità della carne coltivata.

In particolare, ha dichiarato che “i diversi passaggi del processo produttivo evidenziano possibili contaminazioni batteriche e, riprodotte in larga scala, potrebbero ampliarsi in maniera incontrollata.” Tuttavia, nel paper scientifico divulgato il giorno seguente della FAO, dopo estensiva ricerca e studio della letteratura in materia, si riporta che “le fasi di approvvigionamento, isolamento e conservazione delle cellule nella produzione di alimenti a base cellulare possono introdurre contaminazioni microbiche che potrebbero propagarsi nelle fasi di produzione successive, anche se le probabilità sono notevolmente inferiori rispetto all'allevamento convenzionale.”

La volontà di ostacolare il progresso scientifico e industriale dell’Italia deve aver portato il Ministro a soprassedere sulle dichiarazioni del mondo della ricerca, difatti, nel medesimo documento della FAO, si legge anche che gli esperti hanno riscontrato che per gli alimenti a base di cellule molti rischi sono già noti ed esistono anche negli alimenti prodotti in modo convenzionale. Tra questi uno dei più comuni è la contaminazione microbiologica; tuttavia, i ricercatori hanno concluso che nella maggior parte dei casi, in presenza di contaminazione microbiologica durante le fasi di crescita e produzione delle cellule, la crescita stessa ne verrebbe inibita.

Benché sia necessario approfondire le ricerche in materia di carne coltivata, consolidando anche la possibilità di produrla unicamente da brodo di coltura che non richiede componenti animali, è facile evincere che i rischi per la salute stanno venendo estensivamente analizzati e i risultati si mostrano favorevoli alla sicurezza dei prodotti da agricoltura cellulare così come già comprovato dalle autorità di Israele, Usa e Singapore dove si possono già consumare prodotti da carne coltivata.

In ultimo, il Ministro ha tentato di fare chiarezza circa il campo di applicazione del Disegno di Legge da lui proposto contro la carne coltivata, sottolineando come anche l’importazione di cultured meat sarà vietata, se dovesse essere approvato dal Parlamento.

Lollobrigida, ancora una volta però, ignora che la facoltà prevista all'articolo 7 del Regolamento 178 del 2002 (il principio di precauzione a cui si appella) prevede, “rispetto a evidenze scientifiche che consentano di individuare potenziali effetti dannosi per la salute permanendo, tuttavia, una situazione d'incertezza sul piano scientifico”, la possibilità di adottare "misure provvisorie di gestione del rischio”, in attesa di ulteriori informazioni scientifiche per una valutazione più esauriente del rischio stesso. Queste misure devono perciò essere proporzionate e soprattutto temporanee, in quanto devono essere riesaminate entro un periodo di tempo ragionevole a seconda della natura del rischio. Questo aspetto, pertanto, lascia spazio a diverse perplessità anche sulla scelta dello strumento che il Governo vorrebbe far assumere all'Italia per scongiurare questo asserito “rischio”, una Legge – se sarà approvata- in palese contrasto con quanto previsto dalla stessa normativa europea a cui il Ministro ha fatto espresso riferimento.

Ancora una volta, chiediamo che il Ministro Lollobrigida si ravveda in fatto di carne coltivata e abbandoni questa battaglia nemica del progresso, schierandosi davvero in favore dell’Italia e non della lobby della zootecnia intensiva e dell’importazione di carni e altri prodotti animali (altro che sovranità alimentare…) permettendo al nostro Paese di innovarsi, garantendo al tempo stesso una concreta possibilità di libertà e vita ai milioni di animali che soffrono e muoiono negli allevamenti e nei macelli del nostro Paese.


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mercoledì 29 marzo 2023

Approvato il divieto

Il Governo dovrebbe lasciare che gli Italiani decidano da soli cosa vogliono mangiare, invece di definire “libertà” quella che è l’imposizione di un vincolo allo sviluppo di proteine alternati... LEGGI I DETTAGLI

Il Governo dovrebbe lasciare che gli Italiani decidano da soli cosa vogliono mangiare, invece di definire “libertà” quella che è l’imposizione di un vincolo allo sviluppo di proteine alternative e produzioni industriali innovative. “Nazione libera”, invece, è stato il termine usato da Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura, a commento dell’incontro avvenuto ieri in Consiglio dei Ministri per l’approvazione del disegno di legge contro la carne coltivata.

Ieri sera ha iniziato l’iter il DDL portato in Consiglio dei Ministri da Lollobrigida e Schillaci per vietare produzione, commercializzazione e detenzione di “alimenti sintetici” e che nei prossimi mesi passerà al vaglio del Parlamento.

"Non c’è volontà persecutoria ma volontà di tutela dei cittadini” ha affermato il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, definendo il provvedimento come una legge all’avanguardia, benché a livello europeo la prospettiva sulla carne coltivata sia diametralmente opposta.

Già nell'agosto 2020, infatti l’Unione Europea ha finanziato, nell'ambito del programma quadro Horizon 2020, il progetto Meat4All, che mira a migliorare l'industria europea della carne migliorando la competitività e sviluppando l'elevato potenziale del mercato delle carni coltivate. Nello stesso anno, l'Unione Europea ha finanziato anche il progetto CCMeat, con l'obiettivo di aiutare i produttori di carni coltivate a introdurre sul mercato i loro prodotti alternativi e a contribuire a ridurre le conseguenze negative della produzione di carne convenzionale.

I Ministri giustificano il provvedimento rifacendosi al principio di precauzione, in virtù di una millantata assenza di evidenze scientifiche sui possibili effetti dannosi derivanti dal consumo di “cibi sintetici”, anche se paiono dimentichi che a livello Europeo l'autorizzazione alla produzione, alla vendita e al consumo di prodotti da agricoltura cellulare è gestita a livello centrale, il che significa che una volta che la Commissione Europea e i rappresentanti degli Stati membri dell'UE approvano un prodotto, l'approvazione si applica a tutti i 27 Stati membri, tra cui anche l’Italia. Domiziana Illengo, area Alimentazione Vegana

La carenza di test scientifici a cui si riferisce il Ministro Lollobrigida è risolvibile attraverso la prosecuzione della ricerca e della sperimentazione in materia di agricoltura cellulare, che certamente non potrà portare a nuovi risultati se sarà bloccata in principio dal provvedimento.

Imputare il disegno di Legge alla difesa della salute e dell’ambiente non solo è errato ma è anche fuorviante per i cittadini italiani. Nella ricerca “Il costo nascosto del consumo di carne in Italia: impatti ambientali e sanitari”, di LAV e Demetra, il danno generato dal consumo pro capite di carne si attesta sui 605 euro annui (tra i 316 e i 1.530 euro a testa). Il costo medio è ripartito quasi equamente tra costi ambientali (48%) e costi sanitari (52%), arrivando a un totale nazionale di quasi 37 miliardi.

Inoltre, solo due settimane fa l’Europa ha deciso di includere tra le industrie inquinanti anche gli allevamenti, decisione che da sé basterebbe per comprendere l’effetto distruttivo che la produzione di carne ha sugli ecosistemi.

Il Parlamento blocchi il disegno di legge, antiscientifico e che il Governo sta utilizzando puramente per distrarre l’opinione pubblica dai reali problemi del nostro paese. Una mera crociata ideologica e antagonista di un progresso che invece può mettere insieme necessità umane e rispetto per gli animali. LAV

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martedì 28 marzo 2023

DDL Carne Coltivata

Una crociata ideologica, antiscientifica, contro un progresso che invece può mettere insieme necessità umane e rispetto per gli animali. Così LAV giudica il Disegno di Legge che oggi il Ministro d... LEGGI I DETTAGLI

Una crociata ideologica, antiscientifica, contro un progresso che invece può mettere insieme necessità umane e rispetto per gli animali.

Così LAV giudica il Disegno di Legge che oggi il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, porta in Consiglio dei Ministri per vietare tutte le attività legate allo sviluppo della carne coltivata, scorrettamente definita “sintetica”, proibendo ricerca, produzione e immissione sul mercato.

La carne coltivata è un alimento tutt’altro che sintetico o non naturale. È già stata autorizzata in altri Paesi senza alcun problema per la salute umana e su di essa operano già 107 società in 25 Paesi, fra i quali il nostro. Gianluca Felicetti, Presidente LAV

La carne prodotta con questo processo è identica a quella animale a livello cellulare, offrendo qualità sensoriali e nutrizionali analoghe, attraverso un sistema di produzione più sicuro, ripetibile e sostenibile, come già dimostrato da LAV in un position paper.

Quelle della carne coltivata sono cellule prelevate dagli animali sotto anestesia, cresciute in laboratorio – tanto che il processo è conosciuto anche come agricoltura cellulare – che per essere considerate carne, dovranno essere sottoposte a controlli, essere ritenute sicure per il consumo ed essere paragonabili alla carne ricavata attraverso la macellazione degli animali.

Paradossale è anche l’utilizzo in questo campo del concetto di naturalità, che invece viene costantemente affibbiato alle produzioni zootecniche, che derivano per la quasi totalità da metodi di allevamento che nemmeno prevedono il contatto degli animali con la terra, con l’aria aperta, né con la luce del sole.

L'allevamento industriale, su cui si base l’attuale sistema alimentare, ha perso ogni tipo di contatto con la ciclicità della natura e il rispetto dei bisogni degli animali costretti in spazi sovraffollati, la cui vita è garantita da ritmi scanditi dalle necessità produttive e non dai ritmi naturali. Gli stabilimenti dove vengono allevati gli animali sono industrie, ben chiuse e isolate da tutto, dove il legame con la natura è stato spezzato parecchi decenni fa. Domiziana Illengo, area Alimentazione Vegana LAV

La carne coltivata rappresenta a tutti gli effetti una concreta alternativa agli allevamenti intesivi e alla macellazione, poiché per essere prodotta non richiede la sofferenza e la morte di nessun animale.

Una soluzione, quindi, che risulta interessante ai più, tanto che in una ricerca di Opinion Way e Good Food Industry è risultato che oltre il 60% delle persone intervistate (provenienti da Germania, Francia, Italia e Spagna) si è detta favorevole alla sua introduzione sul mercato.

Già nel 2020, Eat Just è diventata la prima compagnia al mondo a poter vendere carne coltivata di pollo ai ristoranti di Singapore. Risultato sostenuto anche dallo Chef internazionale Francis Mallmann, in un video dove assaggia i prodotti della startup.

A inizio marzo 2023, il Good Food Institute ha inoltre pubblicato un report sul tema, in cui riporta che diversi Paesi, come Singapore, Canada, Israele, Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti e Canada hanno disposizioni normative applicabili alla fabbricazione, alla produzione e alla vendita di carne coltivata. Mentre Regno Unito, Spagna e Paesi Bassi hanno ricevuto fondi nazionali volti a promuovere lo studio e lo sviluppo dell’agricoltura cellulare.

L’ultima notizia, del 21 marzo 2023, relativa alla vendita e al consumo di cultivated meat proviene da GOOD Meat, che ha annunciato di aver ricevuto dalla FDA l’approvazione che i propri prodotti sono sicuri per il consumo.

L'autorizzazione pre-market è gestita a livello centrale, il che significa che una volta che la Commissione Europea e i rappresentanti degli Stati membri dell'UE approvano un prodotto, l'approvazione si applica a tutti i 27 Stati membri, tra cui anche l’Italia.

Ecco perchè quella di Lollobrigida è una crociata peraltro inutile perché la disposizione di autorizzarne o meno il consumo spetta - per decisione condivisa dall’Italia - non al nostro Parlamento ma all’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare prima – con sede a Parma – e poi alla Commissione di Bruxelles. Gianluca Felicetti, Presidente LAV

La demonizzazione programmatica che il Ministro Lollobrigida porta avanti nei confronti della carne coltivata è infondata, ma soprattutto rappresenta la sua mancata volontà di supportare il proprio Paese nello sviluppo di un’industria alimentare innovativa, sostenibile ed etica. Un'industria che non si fermerà certo davanti ad un divieto nazionale e, piuttosto, investirà il nostro mercato senza che siamo stati partecipi del cambiamento in atto.

Con questo Disegno di Legge Lollobrigida sposa una miope crociata di Coldiretti. L’associazione, infatti, evidentemente considera i suoi iscritti - se allevatori- dei soci di serie A, mentre il comparto agricolo viene di fatto relegato ad una categoria inferiore pur rappresentando con la produzione di proteine vegetali già una reale risposta alternativa alla macellazione degli animali e un efficace mezzo di contrasto ai cambiamenti climatici. Gianluca Felicetti, Presidente LAV



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