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Nuova investigazione LAV rivela gravi criticita' in allevamenti nel viterbese

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Ultimo aggiornamento

giovedì 23 dicembre 2021

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Una zona tra i comuni di Grotte Santo Stefano, Bomarzo e Montefiascone è stata nel corso degli ultimi anni caratterizzata da una proliferazione di allevamenti di polli “da carne”, galline “ovaiole” e tacchini, con gravi ripercussioni ambientali e sanitarie. 

L’alta densità di strutture zootecniche ha scatenato proteste e iniziativa da parte dei cittadini, preoccupati per la propria salute e i problemi respiratori sempre più frequenti, collegati alle emissioni di ammoniaca e la formazione di particolato, ed alla continua e massiccia movimentazione degli animali su mezzi pesanti. 

Pochi giorni fa il team investigativo LAV ha ispezionato un allevamento della zona, segnalato in precedenza: le immagini raccolte mostrano animali in condizioni di grave sofferenza, stipati in capannoni sovraffollati, non curati quando feriti ed esposti al contatto costante con corpi senza vita dei loro compagni. Una situazione che si ripresenta a prescindere dal tipo di allevamento, incluso il biologico, che dovrebbe garantire migliori standard di benessere animale. 

Inoltre, gli investigatori hanno trovato anche una vera e propria discarica a cielo aperto, dove i corpi degli animali vengono ammassati e ricoperti, ciclo dopo ciclo, in spregio alla normativa sulla gestione dei rifiuti speciali e con grave rischio sanitario legato al contatto con gli animali selvatici, in una zona considerata a grande rischio di influenza aviaria, la cui epidemia attualmente in corso è la peggiore degli ultimi vent’anni.
Con il nostro Ufficio legale abbiamo presentato denuncia per uccisione e maltrattamento di animali, e per gestione illegittima di rifiuti. 

E continueremo a batterci per ottenere giustizia per tutti gli animali considerati come oggetti e sfruttati dall’industria alimentare, così come continueremo a sostenere il comitato COPATTRIM contro l’apertura dell’ennesima fabbrica di sofferenza dove dovrebbero essere confinate quasi 40 mila galline per la produzione di uova. 

Prima la pandemia da Covid-19, ed ora l’epidemia da influenza aviaria, causata dal virus H5N1 ad alta patogenicità. Un virus che, come in passato è già accaduto, potrebbe fare il salto di specie e contagiare l’uomo. I segnali sono ormai chiari: lo sfruttamento degli animali non è compatibile con la nostra sopravvivenza. 

Non torniamo come prima e cambiamo rotta per assicurare il futuro a noi e a tutti gli abitanti di questo Pianeta.

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Lorenza Bianchi
Responsabile Area Animali negli allevamenti