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Maiale, morto, bruciato in altoforno per esperimento giudiziale. Tribunale: non saranno compiuti reati

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lunedì 25 aprile 2022
Foto di AP

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Avevamo chiesto, almeno, di non compiere reati, utilizzando un maiale morto poiché non curato come era stato preannunciato dai media, per l’esperimento giudiziale disposto domani dalla Corte d’Assise di Brescia per ricreare la possibile dissoluzione in un altoforno di un uomo scomparso anni fa, sulla cui morte è in corso un processo.

Addirittura, nel corso del dibattimento, il Presidente della Corte aveva chiesto se sarebbe stato necessario l’abbattimento dell’animale presso la Fonderia individuata, cosa che avrebbe rappresentato la consumazione di un doppio reato.

Il Presidente del Tribunale di Brescia Vittorio Masia, rispondendo alla istanza della LAV ha invece comunicato - nella lettera che diffondiamo - che “il suino sarà selezionato tra quelli (già) deceduti per morte naturale, prelevato quotidianamente dagli allevamenti da ditte specializzate e conferiti all’Istituto Zooprofilattico per le analisi e il successivo smaltimento. Verrà dunque utilizzata una carcassa di animale priva di infezioni virali, presso la Fonderia Gonzini di Provaglio d’Iseo”.

Rimangono aperte due questioni: primo, se un maiale è così “simile a un essere umano” perché non ci si è posti la questione morale, a prescindere, nell’utilizzare un essere di una specie considerata invece, nei fatti, inferiore, da periti e Tribunale? Secondo, la realtà delle migliaia e migliaia di morti di suini considerate “naturali” negli allevamenti intensivi dove vengono utilizzati quasi 10 milioni di maiali ogni anno, come se tutto ciò fosse normale.