Home | Notizie | Vittoria LAV, salvi migliaia di cani e gatti: TAR respinge ricorso industrie farmaceutiche

Vittoria LAV, salvi migliaia di cani e gatti: TAR respinge ricorso industrie farmaceutiche

Leggi l'articolo

Ultimo aggiornamento

giovedì 08 luglio 2021

Condividi

I medici veterinari potranno salvare migliaia di cani e gatti e continuare a prescrivere farmaci umani a cani, gatti e altri animali anche sulla base della convenienza economica dell’acquirente a parità di principio attivo, possibilità prevista da un Decreto del Ministro della Salute Speranza in vigore dal 22 maggio scorso attuativo della Legge di Bilancio in accoglimento della campagna della LAV #Curiamolitutti per il riconoscimento di costi equi nel vivere con un animale domestico. 

Con la nostra costituzione in giudizio e difesa del Decreto, unica associazione protagonista nell’iter giudiziario per confermare la validità del Decreto, abbiamo battuto le industrie farmaceutiche veterinarie che si erano sentite toccate nel loro fatturato, garantendo così con farmaci umani a costi equi una maggiore accessibilità alle cure anche per animali salvati e adottati e nel riconoscimento anche alle persone con problemi economici di poter continuare a vivere con un cane o un gatto - ha detto Ilaria Innocenti, responsabile nazionale LAV animali familiari - con questa sentenza abbiamo iniziato a scardinare e sconfiggere la convinzione che gli animali siano beni di lusso e ora sarà chiaro per tutti, dal Governo al Parlamento, la necessità di estendere la riforma fiscale per un’IVA equa su cibo per animali e prestazioni veterinarie, aumento della quota detraibile delle spese veterinarie che sfianchi la non fatturazione, e sempre sui farmaci l’abbattimento del costo di quelli generici e la loro diffusione e la possibilità del blisteraggio del farmaco veterinario”. 

La sentenza del TAR ha quindi bocciato le tesi di Aisa-Federchimica e industrie che descrivevano uno scenario apocalittico di “seri rischi per la salute degli animali”, un Decreto “confuso, contraddittorio e illogico”, supportate incredibilmente da Uffici del Ministero della Salute che avevano ritenuto il Decreto del Ministro Speranza “politico e non tecnico”. 

Leggi il comunicato completo