Poche parole di commento servono a descrivere la nostra indignazione e il nostro dolore.
Quanto accaduto alla capretta uccisa ad Anagni è una vera e propria azione criminale di giovani che, con estrema crudeltà, hanno agito con l’intento di far soffrire e uccidere un animale di pochi mesi che si era amichevolmente avvicinato loroBianca Boldrini, responsabile Animali negli Allevamenti
Pochi
giorni fa ad Anagni un
gruppo di giovani,
invitati ad una festa di compleanno che si teneva
presso un agriturismo,
ha deciso
di uccidere
una capretta a calci e riprendere il gesto in due
video,
poi
pubblicati sui social.
Siamo pronti ad intervenire nel processo che confida si aprirà e in cui chiederà di costituirsi parte civile. La pericolosità di soggetti simili, che davanti all’innocenza di un cucciolo decidono di terrorizzarlo e di massacrarne il corpo, e l’entusiasmo che questo gesto deplorevole suscita in loro è lampante e spaventa terribilmente. Per questo gli assassini, perché è difficile definirli semplicemente “giovani” o “ragazzi” dopo il crimine che hanno commesso, devono essere assicurati alla giustizia”Bianca Boldrini, responsabile Animali negli Allevamenti
Proprio
dai
video
diffusi (il fotogramma in alto) risulta infatti
chiaramente
che
la capretta
di pochi mesi, indifesa e abituata al contatto umano,
si lascia avvicinare, ma viene presa a
calci da uno dei ragazzi che,
anche incitato dagli amici, ripete il gesto spregevole,
accanendosi sul piccolo corpo dell’animale, fino
ad ucciderlo. In un secondo video si vedono gli
stessi
ragazzi trasportare la piccola capretta su
una carriola e poi lanciarla
da un muretto,
tra sadiche risate e pericoloso entusiasmo dei presenti.
La
violenza e la spregiudicatezza di queste azioni,
aggravate dal giubilo delle riprese,
che non mostrano paura alcuna di subire
eventuali conseguenze penali, ricordano inevitabilmente le
azioni efferate e mostruose
di violenza di genere protagoniste ogni
giorno nei quotidiani di tutta Italia. La
matrice è la stessa: la violenza e il dominio su soggetti
considerati inferiori, oggettificandoli
e privandoli di possibilità di scelta, libertà e dignità.
Chiediamo a Carabinieri e Procura che le indagini in corso siano minuziose e portino a una condanna esemplare per un episodio tanto grave di violenza.Bianca Boldrini, responsabile Animali negli Allevamenti
Il
reato di maltrattamento di animali
è punibile, infatti,
con la
reclusione fino a 18
mesi di carcere che, in questo caso, dovrà essere
aumentata della metà per la morte dell’animale. Pertanto auspichiamo che i responsabili vengano individuati e puniti con la pena massima, affinché
venga dato il giusto peso a tali atrocità ed
episodi simili non si ripetano più, soprattutto
fra i
giovani.
Da
quanto viene riportato sulla stampa,
infatti, la capretta
era abituata alla presenza umana e alle visite delle famiglie in
un agriturismo tra Anagni e Fiuggi. Il proprietario della struttura
ha denunciato l'episodio ai carabinieri di Anagni,
in provincia di Frosinone. Questo
è solo uno dei tanti episodi ai danni degli animali, e
proprio nella stessa provincia, nei
mesi scorsi, era stato
registrato un altro evento simile: a
Piedimonte San Germano un ragazzino veniva filmato mentre prendeva a calci con
violenza un gatto.
Sono
ancora troppi
i reati di violenza su animali che rimangono impuniti: sono
necessarie pene esemplari per chiunque maltratti o uccida tali
esseri senzienti.
Come
ribadiamo da tempo, occorre potenziare la normativa sulla tutela penale degli
animali con una legge più efficace e più severa per coloro che li
maltrattano
e uccidono, per contrastare ogni forma di violenza e di maltrattamento nei loro
confronti.
Molto
spesso, inoltre, gli animali considerati “da reddito” sono vittime di soprusi e
violenze, spesso implicitamente
giustificate
alla
luce della considerazione di questi animali alla
stregua di oggetti, vittime
di un sistematico sfruttamento da parte dell’uomo nella filiera alimentare.
La capretta torturata e uccisa ad Anagni non tornerà più, ma tantissimi altri animali potranno essere salvati da sofferenze atroci imposte da individui senza scrupoli.
Cruciale è la sensibilizzazione, ma altrettanto potente è la possibilità di segnalare i soprusi. Ecco perché LAV ha deciso di aprire gli Sportelli contro i maltrattamenti sugli animali, attivati quest'anno a Verona, Trento e Bari.
Gli Sportelli LAV offrono la possibilità di salvare qualunque animale si trovi in difficoltà o sia vittima di soprusi e violenze, in collaborazione con le Istituzioni preposte. Raccolgono, infatti, le segnalazioni riguardanti comportamenti costituenti reato in danno agli animali e le gestiscono in collaborazione con le Forze di Polizia.