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Fur Free Europe: eurodeputati chiedono alla Commissione Europea divieto allevamento e commercio di pellicce!

La richiesta di divieto rafforza l'appello di oltre 1,5 milioni di cittadini.

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giovedì 27 novembre 2025

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Moda animal free

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"Un'industria che infligge crudeltà agli animali per vanità".

La campagna Fur Free Europe di cui LAV è promotrice è arrivata a Strasburgo  nella seduta plenaria del Parlamento Europeo i deputati di tutti gli schieramenti politici hanno esortato la Commissione europea a introdurre un divieto a livello UE sull'allevamento di animali “da pelliccia” e sull'immissione sul mercato pellicce. 

Nel corso dell'audizione, i deputati europei di tutti i gruppi politici hanno ribadito che l'allevamento di animali da pelliccia è "socialmente ingiustificabile, non redditizio e un focolaio di malattie zoonotiche, che causa immense sofferenze agli esseri senzienti", descrivendo il settore come un'industria in declino, gravemente obsoleta, che infligge crudeltà agli animali per vanità".

La richiesta di divieto rafforza l'appello di oltre 1,5 milioni di cittadini che nel 2023 avevano chiesto un'Europa senza pellicce attraverso una Iniziativa dei Cittadini Europei di enorme successo, a cui la Commissione dovrebbe rispondere entro marzo 2026.

Questo dibattito ha fatto seguito ad un'Interrogazione orale presentata da 42 deputati di quasi tutti i gruppi politici, tra cui gli italiani Brando Benifei, Annalisa Corrado (S&D), Cristina Guarda (Verdi/ALE), Mario Furore, Carolina Morace, Dario Tamburrano (La Sinistra), che sollecitavano la Commissione europea a chiarire i suoi piani per il futuro dell'industria della pelliccia nell'Unione europea.

Grazie alla forza di oltre 1,5milioni di cittadini che hanno firmato la nostra Iniziativa dei Cittadini Europei, abbiamo portato le istanze della campagna Fur Free Europe nel dibattito parlamentare europeo. La posizione degli eurodeputati è inequivocabile: la Commissione europea deve porre fine all’industria della pelliccia, chiudendo gli ultimi allevamenti ed introducendo un divieto di commercio e import da Paesi terziSimone Pavesi, Responsabile Area Moda Animal Free di LAV
  • Ventitré Stati Membri dell’UE hanno già vietato o eliminato progressivamente gli allevamenti di animali “da pelliccia”.

Queste decisioni – che includono Italia, Francia, Paesi Bassi, Austria, Belgio, Germania e molti altri – riflettono un consenso politico trasversale sulla non sostenibilità etica e sanitaria di questo settore. La direzione nell’Unione è inequivocabile: la produzione di pellicce animali è considerata una pratica inaccettabile nel 2025, ed è destinata all’eliminazione totale.

  • Oltre 1,5 milioni di cittadini europei hanno sottoscritto l’Iniziativa dei Cittadini Europei “Fur Free Europe”.

Questa ICE, tra le più partecipate nella storia dell’UE, dimostra con chiarezza l’aspettativa dei consumatori verso un mercato libero da prodotti derivati da crudeltà sugli animali. Nessun altro tema di benessere animale ha ottenuto unsostegno comparabile.

  • Le più recenti evidenze scientifiche confermano in maniera definitiva l’impossibilità di garantire il benessere animale nei sistemi di allevamento “da pelliccia”.

Il nuovo Parere Scientifico dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), pubblicato il 30 luglio 2025, afferma che le cause di impatto sul benessere animale negli allevamenti europei di pellicce “non possono essere prevenute o sostanzialmente mitigate”. Gli animali non hanno spazio per muoversi, non possono esprimere comportamenti naturali essenziali come scavare, esplorare o cercare cibo e sono esposti a stimolazioni sensoriali innaturali, con conseguenti stereotipie e gravi forme di stress. Queste conclusioni rendono di fatto inconsistente qualunque certificazione di “benessere animale” per la pelliccia, indipendentemente dalla provenienza geografica. 

  • L’industria della pelliccia genera un impatto economico negativo per l’Unione Europea.

Il Rapporto economico di Griffin Carpenter presentato al Parlamento Europeo (ottobre 2025) evidenzia come i costi esterni dell’industria della pelliccia – sanitari, ambientali, di gestione del rischio zoonotico e di sostegno pubblico – superino largamente i benefici economici generati. Anche da un punto di vista macroeconomico, dunque, l’UE trae maggior vantaggio da una transizione fur-free completa, scenario che i legislatori europei stanno valutando con sempre maggiore favore.

Non c'è alcuna giustificazione che l'UE possa fornire per continuare la crudele pratica dell'allevamento di animali per la pelliccia: non può mai essere praticata eticamente, è economicamente inadatta e gli Stati membri le stanno voltando le spalle. Anche gli eurodeputati si sono espressi a gran voce: la Commissione europea deve accogliere la richiesta dell'ICE "Fur Free Europe" e vietare una volta per tutte gli allevamenti di animali da pelliccia in EuropaReineke Hameleers, CEO di Eurogroup for Animals.