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A Bolzano ucciso uno dei due lupi

Non siamo riusciti a salvarli, ma denunceremo la Provincia per uccisione di animale

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Ultimo aggiornamento

martedì 12 agosto 2025

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Una barbara esecuzione non necessaria

Uno dei due lupi che il presidente della Provincia di Bolzano aveva condannato a morte, identificandolo a caso, è stato infine ucciso questa notte.

“Questa notizia ci addolora profondamente e allo stesso tempo ci fa infuriare”, dichiara Massimo Vitturi, responsabile LAV dell'Area Animali Selvatici. Nonostante la LAV e altre associazioni siano subito intervenute al TAR e al Consiglio di Stato, infatti, non è stato possibile salvare i due animali a causa del parere di ISPRA favorevole all’uccisione.

Ci chiediamo come sia possibile che un istituto scientifico di rilevanza internazionale possa dare un parere favorevole all’uccisione di due lupi, quando è la stessa Provincia ad aver ammesso che i sistemi di prevenzione degli animali allevati non sono stati utilizzati, oppure lo sono stati ma in maniera parziale e inadeguataMassimo Vitturi, Area Animali Selvatici LAV

Nella documentazione di cui la LAV è venuta in possesso, emerge infatti che quando gli animali allevati sono stati predati, stazionavano all’esterno delle recinzioni anti-lupo e che per difenderli erano stati utilizzati i cani da conduzione e non quelli da guardiania.

“Se solo fossero stati utilizzati a dovere i sistemi di prevenzione, il lupo si sarebbe potuto salvare – continua Vitturi – per questo motivo il nostro Ufficio Legale è già al lavoro per depositare una denuncia per uccisione di animale contro la Provincia di Bolzano”.

Non possiamo più tollerare che i lupi vengano messi nel mirino solo perché si comportano da lupi, mentre gli allevatori non fanno nulla per proteggere gli animali allevati.

“Se c’è qualcuno che ha sbagliato e quindi deve pagare per le sue responsabilità, non sono certo i lupi, ma solo gli allevatori sostenuti da una Provincia inetta, sempre pronta a piegarsi ai voleri del Bauernbund, l’associazione di categoria degli allevatori alto atesini”, conclude LAV.

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sabato 09 agosto 2025

Bolzano: il Presidente del TAR fa cadere la sospensiva e dà il via libera all’uccisione dei lupi

Il Presidente del TAR di Bolzano, dopo aver convocato ieri la Provincia autonoma di Bolzano e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica per avere ulteriori chiarimenti e integrazioni sulla vicenda delle predazioni avvenute a Malga Furgles, ha deciso di far cadere la sospensiva accordata qualche giorno fa. Ha così legittimato l’esecuzione immediata dell’uccisione dei lupi. E questo nonostante lo stesso Presidente del Tar abbia fissato al 9 settembre udienza collegiale per discutere della sospensiva chiesta con i ricorsi delle Associazioni.

Accogliamo con enorme dispiacere e grande amarezza la decisione presa dal Presidente del TAR. Uccidere due lupi a caso perché alcune pecore incustodite sono state predate è un atto violento, che non trova giustificazione in alcuna teoria scientificaLe Associazioni LAV, LNDC ed ENPA

È infatti risaputo che solo l’utilizzo dei sistemi di prevenzione può evitare le predazioni, mentre l’uccisione dei lupi può determinane addirittura l’incremento. Tanto più in questo caso, nel quale i lupi non possono essere considerati responsabili per avere predato alcune pecore che, come si legge nei documenti della Provincia di Bolzano, erano state lasciate fuori dal loro recinto dallo stesso allevatore che ne aveva l’obbligo di custodia. 

Inoltre, poiché un lupo è già stato illegalmente ucciso con il veleno in Provincia di Bolzano, se i forestali dovessero procedere con l’uccisione di quelli condannati a morte da Kompatscher, verrebbe superata la quota massima annuale di 1-2 lupi imposta da ISPRA, comportando così un grave rischio per la tutela della specie. 

Il prossimo 9 settembre si sarebbe svolta l'udienza per la trattazione collegiale della sospensiva di uccisione, ma visto il provvedimento del Presidente del TAR, ora i lupi sono di nuovo in pericolo. Se venissero uccisi in questi giorni, l’appuntamento di settembre non avrebbe più senso di esistere.

Noi non lasceremo nulla di intentato e cercheremo in ogni modo di salvare i lupi . Per questo stiamo già preparando un ricorso da depositare in Consiglio di Stato e, nel frattempo, faremo una diffida al presidente Kompatscher e al Corpo forestale provinciale affinché non eseguano l’ordine di uccisione.Le Associazioni LAV, LNDC ed ENPA


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mercoledì 06 agosto 2025

Lupi della Val Venosta (BZ): per ora salvi grazie a ricorso lampo Associazioni

È stato messo a segno un primo importante passo per salvare i due lupi della Val Venosta, condannati a morte dal presidente della Provincia di Bolzano, grazie al ricorso che noi di LAV depositato questa notte - con ENPA e LNDC Animal Protection - contro l'ordine esecutivo di abbattimento autorizzato da Arno Kompatscher, che avrebbe potuto porre fine alla vita dei due animali oggi stesso. 

Il fatto che il presidente abbia subito accolto la richiesta di sospensiva dell'uccisione, contenuta nel ricorso convocando per l'8 agosto la Provincia autonoma di Bolzano e il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica per avere chiarimenti, significa che le motivazioni portate da noi associazioni a favore dell'annullamento dell'ordinanza sono importanti oltre che fondate, d'altro canto, simili a quelle che hanno invalidato altre uccisioni analoghe lo scorso anno, sospese perché presentavano le medesime criticità. LAV, ENPA e LNDC Animal Protection

Come associazioni riteniamo che la Provincia non disponga di dati certi ed aggiornati sulla consistenza numerica e sullo stato di vitalità̀ genetica della popolazione di lupi presente sul suo territorio. La quasi totalità̀ delle 1459 malghe della zona - riporta il ricorso - sarebbe destinata all'alpeggio di mandrie di bovini, legittimando la pratica del pascolo brado senza ricovero e guardiania degli animali con possibile autorizzazione di uccisioni di lupi nel caso in cui vengano segnalati almeno due casi di predazione di bovini nell'arco di quattro mesi.

Inoltre, non si evincerebbero nemmeno i criteri di individuazione delle possibili misure alternative all'uccisione di un numero indeterminato di lupi sul territorio provinciale, quali la cattura.

Fucilare due lupi a caso perché alcune pecore incustodite sono state predate è una decisione assurda, antiscientifica, figlia di pregiudizi e di una chiara scelta politica fondata sull'ideologia venatoria e sulla ragione del più forte una vendetta che non ha nulla a che vedere con la tutela degli animali allevati. LAV, ENPA e LNDC Animal Protection

Il ricorso pone anche l'accento sull'esclusione a priori dell'attuabilità in tutte le zone di pascolo protette delle principali misure di protezione degli animali allevati, riconosciute come maggiormente efficaci dalla letteratura scientifica (recinzioni elettrificate, presenza dei pastori e cani da guardiania), generando l'uccisione di un numero indeterminato di lupi a fronte del raggiungimento del numero prefissato di eventi di predazione in un determinato arco di tempo.

In aggiunta non è dato sapere in concreto sulla base di quali dati sia stata ravvisata la gravità dei danni accertati nei pascoli di riferimento e, soprattutto, se sia stata appurata l'impraticabilità o l'inefficacia delle misure alternative all'uccisione: il tema delle misure di prevenzione e protezione delle greggi e delle mandrie sarebbe stato affrontato, quindi, in modo alquanto superficiale oltre al fatto che, allo stato attuale, deve ritenersi immutato, nell'ordinamento italiano, il regime di stretta tutela della specie Canis lupus.

Insieme alle altre associazioni accogliamo con favore la richiesta di approfondimenti fatta dal presidente e confidiamo sul fatto che nessuna documentazione potrà scalfire le nostre concrete e strutturate argomentazioni, che dovranno condurre a una sospensione definitiva in vista dell'udienza collegiale del 9 settembre.



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giovedì 31 luglio 2025

Lupi: la Provincia di Bolzano condanna a morte due lupi a caso

Il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, ha autorizzato l’uccisione di due lupi a caso a seguito della predazione di alcuni animali allevati in una malga c... LEGGI I DETTAGLI

Il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, ha autorizzato l’uccisione di due lupi a caso a seguito della predazione di alcuni animali allevati in una malga che si trova nel comune di Malles.

Puntuale come un macabro rituale, anche quest’estate arriva la condanna a morte di due lupi a caso a seguito delle predazioni di animali in allevamenti evidentemente non adeguatamente protetti. Kompatscher continua così a sostenere la parte più retriva di allevatori che vorrebbe eliminare ogni lupo dal territorio per poter continuare a sfruttare e mandare a morte gli animali da loro allevati senza interferenze. Massimo Vitturi, responsabile LAV, Animali Selvatici

È la stessa autorizzazione sottoscritta dal Presidente della Provincia di Bolzano ad evidenziare che i mezzi di prevenzione, gli unici che possono impedire le predazioni, sono stati utilizzati in maniera inadeguata. La presenza di tre cani da conduzione nella malga, invece dei cani da guardiania, e il fatto che il pastore abbia deciso di lasciare andare fuori dal recinto le pecore, come emerge dalla lettura dell’autorizzazione, è la dimostrazione lampante che la responsabilità delle predazioni ricade tutta sull’allevatore e sulla Provincia.

Non è tollerabile uccidere due lupi a caso solo per consentire agli allevatori di ignorare gli strumenti di prevenzione, gli unici in grado di garantire la tutela della biodiversità e degli animali ai sensi dell'art. 9 della Costituzione, tanto più ora che il declassamento europeo del lupo non è ancora stato recepito in Italia per questo motivo stiamo preparando un ricorso che presenteremo al TAR di Bolzano nelle prossime ore, vogliamo fermare il sanguinario proposito di Kompatscher e salvare i lupi che hanno agito al solo scopo di sopravvivere.

Dopo avere già salvato sei lupi, condannati a morte dallo stesso Kompatscher negli scorsi anni, non essendo cambiato ancora il quadro normativo,  ci aspettiamo che anche questa volta il TAR sospenda l’autorizzazione provinciale, tanto più considerando che è la stessa Provincia che deve rifondere agli allevatori i danni eventualmente collegati alle predazioni.



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