Allevamenti animali, bombe a orologeria

Allevamenti animali, bombe a orologeria

La diffusione e l’aumento degli allevamenti  sono oggi tra le principali cause della diffusione delle malattie di origine animale (zoonosi) e dei passaggi di virus dagli animali all’uomo. Dall'inizio del millennio, Sars, Mers, A/H1N1, Zika ed Ebola hanno dimostrato una presenza sempre più diffusa di virus che fanno il cosiddetto “salto di specie", passando dagli animali all'uomo. Per molte zoonosi, gli allevamenti non sono che un ponte tra gli animali selvatici e le infezioni umane.

Ecco alcuni dati: 

  • Circa il 60% di tutte le malattie infettive nell'uomo ha origine dagli animali così come lo è il 75% di tutte le malattie infettive emergenti.
  • 56 zoonosi sono responsabili, nel loro insieme, di circa 2,5 miliardi di casi di malattie umane e di 2,7 milioni di decessi all'anno. (Fonte: Rapporto UNEP)   
  • La domanda globale di cibi di origine animale, che vedrà nel 2050 un aumento del 70% del consumo globale di carne e latticini -  e dell’80% della sola carne bovina - rispetto al 2010, può creare dal punto di vista sanitario situazioni potenzialmente esplosive. (Fonte: World Resource Institute
  • La selezione genetica, volta a ottenere una crescita rapidissima degli animali e da questi il massimo profitto, ha reso gli allevamenti dei perfetti terreni di coltura per lo sviluppo e la diffusione di nuovi super-virus. Gli animali sono come dei cloni l'uno dell'altro: per questo un agente patogeno può diffondersi tra di loro con grande rapidità.
  • Polli, galline, mucche, maiali, conigli, tacchini: negli allevamenti questi animali vengono tenuti in condizioni di grande vicinanza: le condizioni di sovraffollamento, e il disagio fisico che questo provoca, danneggiano il sistema immunitario di questi animali, rendendoli facili prede di virus e batteri. 
  • Il 70% degli antibiotici somministrati in Italia viene usato per gli animali allevati. Questa pratica è pericolosamente associata al fenomeno dell’antibiotico-resistenza, che è responsabile della morte di migliaia di persone all’anno in Italia, con un’incidenza più elevata rispetto alla media Europea. (Fonte: AIFA).
  • I macelli, con gli addetti costretti a stare vicini e la velocità richiesta per le operazioni dalla catena di “smontaggio” degli animali sono degli ulteriori amplificatori della diffusione degli agenti patogeni. 

Mangiare un etto di prosciutto significa ingerire 0,14 mg di antibiotici. Scegliere un’alimentazione 100% vegetale significa meno animali allevati, e quindi minor sofferenza animale, e meno rischi sanitari. Per tutti. 

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