Allevamenti e inquinamento

Allevamenti e inquinamento

Sono sempre di più gli Istituti di ricerca internazionali, le Università e gli organismi economici  - IPCC, FAO, World Watch Institute, UNEP, World Economic Forum-  a metterci in guardia sull’impatto distruttivo che gli allevamenti hanno sull’ambiente. Inquinamento delle falde acquifere, ammoniaca emessa nell’aria dai liquami e conseguenti polveri sottili: tutto accade intorno agli allevamenti di animali. Anche in zone vicine a noi. Come la pianura padana, una delle zone maggiormente colpite dalla pandemia di Coronavirus.

 

  • In Lombardia, secondo l’Anagrafe Zootecnica, sono presenti 9 mila allevamenti di maiali in cui vengono allevati ogni anno quasi 4 milioni e mezzo di animali e oltre 16 mila allevamenti di mucche con 1 milione e mezzo circa di animali.
  • La densità di bovini, sempre secondo l’Anagrafe Zootecnica, è di 64 animali per chilometro quadrato (la media italiana è di 20) mentre quella di suini per è di 182 (la media italiana è di 29).
  • Gli allevamenti immettono nell’atmosfera fino al 98% dell'ammoniaca totale, che è una delle cause della formazione del particolato, cioè delle polveri sottilissime che tutti noi possiamo respirare.
  • La Società Italiana di Medicina Ambientale ha rilevato che durante la primavera 2020 il particolato nell’aria ha "traghettato" il coronavirus nella Pianura Padana, con devastanti conseguenze nella diffusione del virus Covid-19.

Il ciclo di produzione della carne, oltre a causare indicibili sofferenze a milioni di animali, si ripercuote sull’ambiente e minaccia la nostra salute. Per questo è necessario un cambio di rotta verso le produzioni di proteine vegetali, etiche e sostenibili.

Ogni etto di prosciutto in meno significa togliere 1,2 kg di anidride carbonica in meno nell’aria, 1 kg di deiezioni animali in meno sul terreno e nelle falde acquifere. Che aspetti? Scopri di più su Cambiamenu